Yari Dall’Ara: l’estremista di destra dall’assalto al centro migranti all’accusa di rapina alla società di bus

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-06-17

Il “cassettaro” Yari Dall’Ara, cioè il maestro nell’aprire qualunque tipo di cassetta di sicurezza, il 18 settembre è riuscito a mettere a segno il colpaccio nella sede della società di autobus turistici in via Nazionale

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Yari Dall’Ara era finito agli onori delle cronache nazionali quando insieme ad altri militanti di destra aveva dato l’assalto al centro migranti di via del Frantoio nel Tiburtino III prima che si scoprisse che Pamela Pistis, 36enne del Tiburtino Terzo che aveva accusato gli ospiti del centro d’accoglienza  di averla sequestrata ed era stata fiancheggiata da Casapound e altri prima che venisse accusata di aver infilzato sulla schiena Yacob Misgn con un tondino, un pezzo di ferro di quelli usati nell’edilizia e per questo venne indagata per lesioni aggravate dall’uso di un’arma. Nel gennaio 2018 era stato accusato di aver partecipato a un furto in una gelateria in via Cola di Rienzo:

La parabola di Yari Dall’Ara, 38 anni, l’ha decisa il gip che ha convalidato il provvedimento dei carabinieri che mercoledì notte lo avevano sorpreso con due complici – Sergio Pagnutti (65) e Andrea Di Ceglie (37) – nascosto dietro il bancone di una gelateria di via Cola di Rienzo dove i tre erano entrati per rubare i soldi nel registratore di cassa.

Per gli altri due il giudice per le indagini preliminari ha deciso invece la liberazione in attesa del processo e l’obbligo di firma in caserma. Dall’Ara, che l’estate scorsa era diventato famoso per aver guidato la protesta contro gli immigrati ospiti del centro della Croce Rossa in via del Frantoio, insieme con i movimenti di estrema destra, è sospettato però di aver commesso una serie di furti sempre con la stessa tecnica a Prati e nella zona di San Pietro.

Ieri i carabinieri della Compagnia di Roma Centro, nelle indagini sul colpo della notte del 18 settembre scorso in via Nazionale negli uffici del “Big Bus”, la società che gestisce gli autobus turistici, hanno messo le manette proprio a lui. Dall’Ara, secondo gli inquirenti, non è uno qualsiasi. Il Messaggero scrive oggi che ci sono altre indagini in corso che stanno verificando se abbia continuato a navigare nelle acque torbide dell’estrema destra. Il “cassettaro” Yari Dall’Ara, cioè il maestro nell’aprire qualunque tipo di cassetta di sicurezza, il 18 settembre è riuscito a mettere a segno il colpaccio nella sede della società di autobus turistici in via Nazionale.

Si è destreggiato con una fiamma ossidrica particolare che gli ha permesso di mettere le mani su 90.000 euro in contanti. I tre complici, arrestati anche loro, erano fuori dall’edificio con mansioni di autisti e di palo. Ma proprio il tipo di colpo, da esperto del settore lo ricollega ad un altro blitz, quest’ultimo d’importanza massima per il crimine romano e nazionale, tanto che qualcuno lo ha definito uno dei “misteri d’Italia”.

D’altro canto il suo talento è indubbio. Yari Dall’Ara ha partecipato con Massimo Carminati ed altri complici al colpo, nel ’99, alla Banca di Roma nel fortino della città giudiziaria romana. Un furto unico nel suo genere, che vide un manipolo d’uomini entrare nel caveau, in teoria in una zona blindata, e aprire decine di cassette di sicurezza. Un furto miliardario e che fruttò alla banda carte scottanti di magistrati e avvocati.

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