La tregua armata su Whirlpool

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-10-31

La produzione di lavatrici non sarà fermata nell’immediato futuro, ma la mossa della Whirlpool serve solo a prendere tempo. Lo si legge nella nota diffusa dalla multinazionale

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A differenza delle altre occasioni, stavolta il MoVimento 5 Stelle non ha esultato per il salvataggio inesistente di Whirlpool anche se il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli ha annunciato il ritiro della procedura di cessione di ramo aziendale per lo stabilimento di Napoli destinato alla società svizzera PRS. Che ieri ha però minacciato di sfilarsi definitivamente dall’affare, anche se per la multinazionale americana  l’ipotesi di vendere e andarsene dal capoluogo campano è tutt’altro che tramontata. Anzi, è ancora la preferita; infatti la produzione di lavatrici non sarà fermata nell’immediato futuro, ma la mossa della Whirlpool serve solo a prendere tempo. Lo si legge nella nota diffusa dalla multinazionale: “La situazione di mercato –ha ripetuto ancora una volta – rende insostenibile il sito e necessita di una soluzione a lungo term in e”. In pratica, problema solo rimandato. Spiega oggi il Fatto:

Per il capo dei metalmeccanici Cisl Marco Bentivogli, la tregua durerà fino a marzo. In effetti, in primavera scadranno gli ammortizzatori sociali, mentre l’impegno della Whirlpool a non agire con licenziamenti collettivi, previsto dall’accordo, vale fino a dicembre 2020. La Passive Refrigation Solution, che ha il progetto di prendersi lo stabilimento per produrre container frigoriferi, sta mettendo fretta: “Non siamo in grado di confermare che la disponibilità nel prendersi carico della situazione di Napoli rimarrà invariata nel periodo ipotizzato dal Governo per la ricerca di un’alternativa”, ha fatto sapere non nascondendo il fastidio per i “giudizi espressi rispetto al piano Prs in assenza di un esame dei contenuti”.

whirlpool lavatrici

 

Oggi i metalmeccanici terranno uno sciopero di due ore per chiedere di risolvere le tante crisi aziendali del settore. Oltre alla Whirlpool e all’ex Ilva, a rischio –tra gli altri – sono gli operai della Blutec a Termini Imerese, della Jabil a Caserta,della ex Merloni in Umbria e nelle Marche,della Ferriera a Trieste e della Wanbao a Belluno. A rischio ci sono migliaia di posti di lavoro.

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