Attualità
La gogna mediatica dei no-vax ai genitori del bimbo guarito dalla leucemia
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2019-03-09
Il gruppo di Popolo Unico ha pensato bene nei giorni scorsi di pubblicare le generalità e i profili dei genitori del bambino che ha sconfitto la leucemia ma non può tornare a scuola perché i suoi compagni non sono vaccinati
Un gruppo Facebook ha pensato bene nei giorni scorsi di pubblicare le generalità e i profili dei genitori del bambino che ha sconfitto la leucemia ma non può tornare a scuola perché i suoi compagni non sono vaccinati. La vicenda la racconta il Corriere della Sera Roma:
Una pagina Facebook ha diffuso i loro profili, le loro generalità, le professioni, pregando di condividere le loro foto in modo che i loro volti fossero riconoscibili (poi per quale ragione?). La loro vicenda è stata etichettata con frasi poco «carine» e poco gratificanti: da «questi sono attori pagati», a «sfruttano la malattia del figlio per fare due lire». Fino a strumentalizzare l’invito dal Papa nel giorno dell’udienza privata riservata all’Ail e ai malati di leucemia, con un «avranno chiesto al Vaticano se i 6000 presenti erano tutti vaccinati».
Il gruppo Facebook di cui si sta parlando è quello segnalato da Salvo Di Grazia su Twitter, e il post è ancora incredibilmente online.
Il gruppo è quello che si autodefinisce “Popolo Unico” e ne abbiamo già parlato diffusamente: si tratta di gente che crede che i cittadini, come spiegano in un vecchio sito, siano sostanzialmente “macchine da mungere sfruttate dallo stato”. Questo perché ogni essere umano è fin dalla sua nascita di proprietà dello Stato. Tutto ciò avviene grazie a quella che gli appartenenti al Popolo Unico definiscono una finzione giuridica volta a creare “l’uomo di paglia”. Questa machiavellica operazione si svolge alla luce del sole sotto gli occhi dei cittadini ignari e assume le sembianze del pezzo di carta che tutti conoscono come “atto di nascita“.
La soluzione escogitata dal Popolo Unico è quella di presentare all’anagrafe cittadina una serie di autocertificazioni. Si tratta dell’Autocertificazione di Esistenza in Vita e dell’Autocertificazione di Legale Rappresentante. Gli ultimi a dare retta alle fregnacce dell’autocertificazione sono finiti in carcere per quattro anni. L’avvocata della famiglia di Matteo Daniela Ceci annuncia azioni legali :«Stiamo preparando una querela che verrà depositata nei prossimi giorni. Vogliamo capire chi c’è dietro. Chi ha fatto queste affermazioni se ne assumerà la responsabilità e le conseguenze. Creeremo una pagina Facebook per aggiornare con le decisioni del pm».
Intanto i rappresentanti della Asl Roma 2 durante una riunione con la preside, i genitori di Matteo e le mamme dei bambini della sua classe – hanno comunicato a tutti che, per la storia del bambino (8 anni) immunodepresso che non poteva rientrare a scuola per i compagni non vaccinati è finalmente arrivato il lieto fine: tutti i suoi compagni di classe sono stati vaccinati. E quindi anche quelli delle mamme che dicevano che mai e poi mai avrebbero vaccinato il loro figliolo per fare un piacere a un altro. «Tutti i bambini tranne uno – ha precisato Giovanni Colaiocco, il medico referente delle attività vaccinali della Asl Roma 2 – che però non è nella sua classe. Matteo ci potrà tornare ma senza frequentare la mensa né fare ricreazione insieme agli altri.
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