Il vademecum dei grillini per la tv

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-04-12

E’ la carta che il MoVimento 5 Stelle si sta giocando in vista delle europee del 26 maggio. E ovviamente parte subito con una fregnaccia che nei prossimi giorni sentirete ripetere ovunque

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Un vademecum da utilizzare per gli interventi in televisione e da condividere sui social network: è la carta che il MoVimento 5 Stelle si sta giocando in vista delle europee del 26 maggio, rivelata oggi dal Giornale in un articolo a firma di Domenico di Sanzo.

Il vademecum dei grillini per la tv

Il documento ha diverse versioni grafiche corredate di modifiche, ma anche regole ben precise: «Bisogna far vedere che la maggior parte dei provvedimenti portati a termine in questi nove mesi di governo porta la firma del M5s». Si parte subito alla grande, quindi, visto che Openpolis fece un fact checking qualche tempo fa proprio di questa affermazione, che all’epoca fu profferita dal vicepremier e bisministro Luigi Di Maio:

Certo, non è facile stabilire la paternità di un provvedimento, ma ipotizzando di farlo considerando per ogni proposta il suo primo firmatario, viene fuori che sui 15 decreti legge approvati (dato Openpolis) solo 5 sono espressione dei Cinque Stelle, mentre uno arriva dalla Lega e i restanti 9 sono frutto di un lavoro congiunto Lega-M5S o di un’eredità del vecchio governo. Allora forse Di Maio si riferisce ai disegni di legge di iniziativa governativa?

In questa legislatura ne sono stati approvati 10 (fonte Senato) ma, anche qui, solo 1 (quello dell’anticorruzione) può essere definito un provvedimento targato M5S. E ovviamente nemmeno la sommatoria tra i decreti legge e i disegni di legge di iniziativa governativa conferma il rapporto di 8 su 10 a cui fa riferimento Di Maio, il conto infatti si ferma a 6 su 25. Come ultima analisi si possono considerare tutte le misure approvate da Parlamento e governo: 15 decreti e 21 disegni di legge (tra iniziativa governativa, parlamentare e popolare). Un totale di 36 provvedimenti di cui però, anche qui, «solo» 12 portano la firma dei Cinque Stelle.

Nonostante questo, la lista della spesa prosegue:

Si parte con la legge «spazzacorrotti», il reddito di cittadinanza, taglio di vitalizi e pensioni d’oro, decreto dignità. Esaurita la lista dei cavalli di battaglia, pare che i grillini intendano appropriarsi anche del decreto «sblocca-cantieri», degli ancora ipotetici rimborsi ai cittadini truffati dalle banche e di previsti aumenti delle pensioni minime. I pentastellati sono pronti a rivendicare alcuni «progetti»,ergo non realizzati e approvati, come il salario minimo orario garantito per i lavoratori e persino il blocco delle trivellazioni.

E questo nonostante il governo gialloverde abbia dato l’ok o prorogato due concessioni petrolifere e tre permessi di ricerca nel Mare Ionio, di cui due in Puglia e uno in Calabria. Neppure le statistiche che riguardando in generale l’iniziativa legislativa dei parlamentari danno ragione a Di Maio. I Cinque Stelle hanno firmato (da soli o con altri partiti) complessivamente 259 disegni di legge (dati del Senato). Tra le forze politiche c’è chi ha fatto meglio, come Forza Italia: 280. La Lega è ferma a 149, mentre il Pd raggiunge quota 230.

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