Fact checking
L’ideona del centro di ricerca sui neutrini nel tunnel della Torino-Lione
Giovanni Drogo 08/11/2018
Uno degli esperti della commissione sul TAV nominata dall’amministrazione comunale di Torino ha ipotizzato di convertire il tunnel della Maddalena a Chiomonte a centro di ricerca per esperimenti su neutrini e materia oscura
Angelo Tartaglia è uno dei membri della Commissione tecnica di esperti nominati dalla giunta comunale di Torino nel novembre 2016 con il compito di «effettuare in via preliminare, approfondimenti, confronti e valutazioni sulle tematiche e sui progetti presenti e futuri della Nuova Linea Torino-Lione». Tartaglia e gli altri consulenti tecnici del Comune di Torino sono gli stessi che dal 2012 fanno parte del contro-osservatorio No Tav nominato dai comuni della Val di Susa.
La discenderia di Chiomonte diventerà un tunnel per neutrini?
Tartaglia, che è ingegnere, è contrario alla realizzazione della Torino-Lione e insieme agli altri membri del contro-osservatorio ha pubblicato un’analisi dove in quattordici punti viene spiegato perché il TAV non s’ha da fare. Ieri Tartaglia ha rilasciato un’intervista alla Stampa dove spiega cosa fare con quello che già è stato scavato della Torino-Lione una volta che si dovesse decidere di sospendere i lavori e mettere definitivamente la parola fine al TAV.
Al di là dei finanziamenti da restituire infatti in Val di Susa rimarrà il problema di cosa fare dei cantieri e dei tunnel già aperti. Ad esempio cosa succederà alla discenderia di Chiomonte, il tunnel esplorativo della Maddalena che ha lo scopo di studiare la fattibilità dell’opera e sperimentare il funzionamento della fresa. Secondo Tartaglia quel tunnel si potrebbe ancora riutilizzare e riconvertire ad altri usi. La Torino-Lione, spiega l’ingegnere membro della commissione voluta da Chiara Appendino e dal MoVimento 5 Stelle: «È un’opera da interrompere e nella parte di tunnel già scavata si potrebbe pensare di inserire un centro di ricerca per esperimenti su neutrini e materia oscura». Il tunnel, i cui lavori di scavo sono terminati nel 2017, è lungo 7.020 metri e ha una sezione circolare di circa cinque metri (la fresa utilizzata ha un diametro di 6,30 metri).
Per un confronto i Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare dove si studiano i neutrini consistono in tre sale ognuna delle quali misura circa 100 m di lunghezza, 20 m di larghezza e 18 m di altezza in aggiunta ai quali ci sono ovviamente i tunnel di servizio. La galleria di Chiomonte così com’è non sembra essere proprio “pronta all’uso” per la ricerca scientifica. Oltre a questo ovviamente è da valutare se ha senso costruire un nuovo laboratorio in aggiunta a quello sotto il Gran Sasso. Senza contare ovviamente che i laboratori del Gran Sasso non si limitano alle opere sotterranee ma comprendono anche alcune strutture esterne che dovrebbero essere realizzate anche in val di Susa. Insomma non è molto chiaro come realmente possa avvenire quanto annunciato da Tartaglia. Ma se non altro così sarà possibile spostare i neutrini dal tunnel Gelmini a quello TAV liberando il tunnel del Brennero di Toninelli e al tempo stesso salvando l’Abruzzo dal pericolosissismo esperimento scoperto da Nadia Toffa.
Foto copertina: il tunnel d’accesso ai laboratori nazionali del Gran Sasso via Facebook.com