Il grande ritorno di Nadia Toffa contro l’esperimento nucleare segreto sul Gran Sasso

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-09-06

Nadia Toffa ha annunciato ieri che presto tornerà alle Iene. Nel frattempo su Twitter è in corso un interessante dibattito che dimostra come le Iene affrontano i problemi scientifici. La Toffa infatti sostiene che il terribile esperimento nucleare Sox è stato bloccato dalla Regione Abruzzo perché gli esperti lo giudicavano pericoloso (proprio come dicevano le Iene!1). La realtà dei fatti è diversa, ma la Iena sembra non essersene accorta

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Nadia Toffa ieri ha dato una buona notizia ai fan e ai telespettatori. La Iena che da tempo sta combattendo contro una grave malattia ha annunciato su Twitter di essere tornata in redazione alle Iene e di essere al lavoro su nuove inchieste che presto saranno mandate in onda. La speranza quindi è quella di vedere la Toffa di nuovo in pista. Ma ieri la popolare conduttrice televisiva non si è fatta mancare nemmeno un piccolo flame sulla sua famosa “inchiesta” sul pericolosissimo esperimento nucleare segreto scoperto dalle Iene dentro ai laboratori del Gran Sasso.

Nadia Toffa conferma l’antiscientificità del “metodo Iene”

Nadia Toffa ieri è stata chiamata in causa da un utente nei commenti ad un tweet del giornalista del Foglio Luciano Capone dove veniva criticata la decisione di affidare ad un’altra Iena – il pentastellato Dino Giarrusso – la direzione di un “osservatorio” sui concorsi universitari. Qualcuno ha commentato dicendo che al posto di Giarrusso avrebbe volentieri preferito Nadia Toffa che però viene definita in un altro commento una “giornalista anti-scientifica” a causa del suo servizio sull’esperimento SOX, acronimo che sta per Short distance neutrino Oscillations with boreXino, che avrebbe dovuto essere realizzato nei laboratori dell’INFN sul Gran Sasso. In quel servizio la Toffa evocava scenari apocalittici ed inquietanti ripetendo più volte che al Gran Sasso c’era il rischio di una nuova Fukushima.

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La Toffa però non ci sta per passare per quella che racconta notizie false e ricorda che il consiglio regionale d’Abruzzo ha bloccato l’esperimento “perché fuori norma e pericoloso” sottolineando che “sollevare una questione può creare vincoli” e che alla fine sono sempre le istituzioni ad intervenire. Ed è vero che il MoVimento 5 Stelle abruzzese ha tentato in consiglio regionale di far fermare l’esperimento, proprio in seguito al servizio della Toffa. Ma in realtà l’esperimento è stato sospeso (a dicembre 2017) per alcuni problemi tecnici dovuti al fatto che i produttori della sorgente (PA MAYAK) «stanno incontrando delle difficoltà tecniche a garantire gli standard scientifici richiesti. Attualmente la sorgente non è in grado di produrre il numero di antineutrini necessario per il progetto SOX e dunque non è idonea per i fini scientifici dell’esperimento». Non si tratta di informazioni “segrete”, così come non era “segreto” l’esperimento, ma di un comunicato dell’INFN.

Cosa ha capito Nadia Toffa dell’esperimento sul Gran Sasso dopo un anno

L’esperimento è poi stato definitivamente bloccato a febbraio del 2018 proprio a causa dell’impossibilità di realizzare la sorgente con le caratteristiche necessarie all’esperimento. Non le caratteristiche di sicurezza, perché l’esperimento nonostante l’allarmismo delle Iene era sicuro, ma di “qualità” della sorgente. Come informa il notiziario dell’INAF  «il produttore della sorgente, il russo Mayak, ha comunicato in modo definitivo che non è in grado di realizzare il generatore di antineutrini basato sul Cerio 144, che avrebbe dovuto costituire il cuore del progetto Sox. Il generatore avrebbe, infatti, un’intensità di non più di 50 kCi (kilocurie), che corrisponde a circa un terzo di quanto richiesto dal progetto».

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In risposta ad un altro tweet di Capone Nadia Toffa – che ribadisce di essere “pro ricerca da sempre” – dice che le piace rispettare le decisioni degli esperti. Secondo la versione della Iena infatti l’esperimento è stato bloccato dalla Regione perché gli esperti hanno stabilito che non c’erano le condizioni di sicurezza. Poco importa a quel punto che la Regione non abbia avuto alcun ruolo nella vicenda (né poteva averlo perché non era materia di sua competenza) e che l’esperimento sia stato interrotto per altri motivi.

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Il bello è che la stessa Toffa, quando deve portare prove a sostegno della sua tesi, linka articoli dell’ANSA che dimostrano che ha torto. Ovvero articoli dove si parla di problemi tecnici dovuti alla qualità della “sorgente” dell’esperimento (non della sorgente nel senso di falda acquifera).

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Anche quando qualcuno le fa notare che le cose sono andate diversamente da come racconta la Toffa si limita a dire che l’interlocutore ha “fonti diverse” (ma le sue fonti nessuno le ha viste) e ribadisce che rispetta “come è andata in regione” (dove non è stato prodotto nessun atto a riguardo). La Iena ribadisce che la decisione è stata presa dopo “consulti con esperti”, e del resto è costretta a dire così. Altrimenti dovrebbe ammettere che quel servizio sull’esperimento nucleare segreto che avrebbe rischiato di far diventare il Gran Sasso come Fukushima (cit.) era basato su una marchiana incomprensione dell’esperimento Sox e dettato da pregiudizi antiscientifici.

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