Economia
La resa di Toninelli sul Terzo Valico
di Alessandro D'Amato
Pubblicato il 2018-12-14
Secondo i rumors che vengono da Roma il sì al Terzo Valico è stato barattato dal M5S con il no alla TAV con i leghisti. Ma…
Alla fine il Terzo Valico si farà. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli ha fatto sapere ieri che per l’opera ferroviaria – 53 km, essenzialmente merci, che dovrebbe collegare Genova e il suo porto alla pianura Padana fino a Tortona (passando per Novi Ligure) – l’analisi costi benefici è negativa per 1,5 miliardi, ma gli esperti giuridici del ministero spiegano che si rischiano penali per 1,2 miliardi (463 milioni per il costruttore, il consorzio Covic, 500 per le imprese in subappalto, più 200 per il ripristino dei luoghi), a cui si aggiungono gli 1,5 miliardi già spesi per completare i lavori al 30%. Conclusione: “Il Terzo Valico non può che andare avanti”.
La resa di Toninelli sul Terzo Valico
Esattamente come era stato anticipato dai giornali con scorno dei No Terzo Valico e di quella parte del M5S che per raccattare voti si era accodata agli attivisti promettendo e promettendo blocchi dei lavori che non sono mai arrivati. Esattamente come la TAP e ILVA. Ed esattamente come rischia di finire la storia della TAV, dove tagliando qualche stazione si arriverà a un ok di massima. Nell’analisi costi-benefici, segnala oggi Carlo Di Foggia sul Fatto, gli economisti annotano quasi ironici: “Nell’ipotesi in cui il progetto non fosse realizzato e le risorse a esso destinate fossero direttamente spese dai consumatori per l’acquisto di beni o servizi il beneficio conseguito sarebbe con certezza superiore alle risorse impiegate”. Annotazione che precede una conclusione laconica: se proprio non ci sono modi migliori per spendere i soldi, “l’opera può considerarsi opportuna. In caso contrario, no”.
Gli esperti economisti dipingono il progetto come soldi buttati. La tesi è argomentata. La scarsa attrattività del porto di Genova non dipende dalla mancanza di una “ferrovia di pianura”(ne esistono peraltro già due), ma dai tempi troppo lunghi per completare le operazioni di scarico e uscita nel porto. Questo fa perdere più tempo di quanto se ne guadagni con la nuova linea. E gli operatori continuano a preferire il trasporto su gomma.
Secondo i rumors che vengono da Roma il sì al Terzo Valico è stato barattato dal M5S con il no alla TAV in un patto con gli alleati leghisti che però vanno in giro tutti i giorni per tutte le tv a dire il contrario, ovvero che la TAV si deve fare senza discussioni. Qualcuno alla fine rimarrà con il cerino acceso in mano. Facile pronosticare chi.