Cosa ha capito Toninelli del rinvio dei bandi farlocco sulla TAV

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-03-11

Il ministro in un’intervista al Fatto dice un sacco di balle sull’Alta Velocità. Ma soprattutto…

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Danilo Toninelli ha rilasciato oggi un’intervista al Fatto in cui sostiene che Telt abbia ceduto con il rinvio dei bandi (in realtà gli avis de marché) e che questo costituisca una vittoria del governo gialloverde:

C’è una novità importante nell’ultima lettera di Telt, perché precisa che negli inviti alle imprese a presentare candidature verrà inserita la facoltà per la stazione appaltante, cioè per la stessa società, “di non dare seguito in ogni momento alla procedura, senza che ciò generi oneri per la stazione stessa né per i due Stati”, Italia e Francia. Quindi al nostro Paese non costerebbe nulla.

È la clausola di dissolvenza, già prevista dalla legislazione francese .
Ma nel testo c’è un passaggio in più, rilevante. Nella legge francese è previsto che l’interruzione della procedura debba essere motivata in base a ragioni o fatti di interesse pubblico generale. Invece in base a questa lettera lo stop all’iter non dovrà essere in alcun modo motivato.

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Il tracciato della TAV (Corriere della Sera, 11 marzo 2019)

Il Corriere della Sera pubblica invece oggi una serie di domande e risposte che invece spiegano a Toninelli quello che è accaduto realmente:

È stata fermata la Tav? C’è stato un rinvio di sei mesi?
No. Era già previsto che i capitolati d’appalto fossero comunicati allo scadere di sei mesi. Su questo non c’è nessuna novità.

Era possibile un rinvio?
No. I consiglieri rischiavano l’incriminazione per danno erariale e chiedevano un atto ufficiale del governo per lo stop. La lettera del premier non è un atto ufficiale.

Che cosa ha ottenuto il premier Conte?
Ha ottenuto di esplicitare quel che era già noto, cioè che l’avvio della procedura dei primi bandi potrà non avere seguito. È quello che prevede già la clausola di dissolvenza.

Cos’è la clausola di dissolvenza?
La possibilità, prevista dal codice degli appalti francese, di non dare seguito alla procedura, entro sei mesi. La dissolvenza si può fare per interesse generale. Alcuni giuristi ritengono che siano necessari motivi di forza maggiore per lo stop e che si rischino ricorsi al tribunale di Grenoble.

Ecco quindi che la situazione è più chiara per Toninelli, soprattutto nel punto che spiega che le clausole di dissolvenza non conferiscono l’onnipotenza agli stati nei confronti delle aziende. In attesa che i grillini blocchino la TAV, come hanno promesso e non hanno ancora fatto.

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