Il Sud ha bisogno di un brand, non di elemosina

di Vincenzo Vespri

Pubblicato il 2018-11-13

Toccata e fuga di un paio di giorni a Messina. Questa meravigliosa terra, anche durante un effimero lasso di tempo, come sempre mi ha sommerso di emozioni uniche ed inaspettate. In primo luogo l’ospitalità calda e sincera. Per evitare ogni tipo d’imbarazzo ho detto solo all’ultimo istante agli amici siculi che mi recavo nella loro …

article-post

Toccata e fuga di un paio di giorni a Messina. Questa meravigliosa terra, anche durante un effimero lasso di tempo, come sempre mi ha sommerso di emozioni uniche ed inaspettate.
In primo luogo l’ospitalità calda e sincera. Per evitare ogni tipo d’imbarazzo ho detto solo all’ultimo istante agli amici siculi che mi recavo nella loro isola. Ma pur senza preavviso, sono stato invitato a cena, con tutta la mia famiglia… Un mio amico, mi ha invitato perfino in barca, per un bagno in mare (a Novembre, qui in Sicilia si fa ancora il bagno) e per una passeggiata lungo i laghetti di Tindari tanto cantati da poeti antichi e moderni. Ho apprezzato le ostriche fresche prodotte localmente, le favolose granite e i fichi d’india. Come è possibile che non sia un cibo cult caratterizzante Meridione? I Belgi sono riusciti a pubblicizzare le loro cozze bianche ed insipide rispetto alle nostre e noi non sappiamo commercializzare i fichi d’india, soprattutto quelli rossi che sembrano aver imprigionato i raggi del sole? Ogni cosa assume una prospettiva diversa dal Nord. Perfino il luogo doloroso oggetto della visita, il cimitero, è visto qui diversamente. Andare al cimitero, è una “festa” che coinvolge tutta la famiglia che porta rispetto ai parenti estinti. I Morti portano doni ai bambini, le marturane sono i dolci dei morti. Una visione impregnata dalla lunga dominazione spagnola.


Ma perché questa terra ricca di storia, di bellezze naturali, di prodotti enogastronomici semplicemente favolosi, baciata da Dio che le ha donato un clima stupendo, non riesce a svilupparsi economicamente? Forse si può intuire qualcosa leggendo qualche passo di storia. Nel 1908, Messina fu rasa al suolo da un terribile maremoto che uccise 120 mila abitanti. La storia ufficiale dei soccorsi è la solita in cui si descrive l’abnegazione dei soldati italiani mandati solertemente dal Re a soccorrere quella Terra in preda allo strazio… Vi è però un’altra versione, emersa solo di recente in seguito all’apertura degli archivi storici russi. In quei tragici giorni del 1908, la flotta russa era ancorata a Catania e subito si precipitò in aiuto della popolazione colpita dalla catastrofe. I resoconti raccolti dai marinai russi descrivono tutta un’altra storia. Salvo singoli episodi, i marinai russi raccontano un esercito italiano comandato da inetti e ladri dedito alla repressione della popolazione e al più bieco dei saccheggi suscitando indignazione fra i marinai russi ed inglesi coinvolti nelle operazioni di soccorso. Quale delle due versioni sarà mai vera? Dopo il maremoto ci furono rivolte contro i Piemontesi tali da costringere il Re d’Italia, pur controvoglia, a recarsi a Messina per dimostrare la presenza dello Stato e rassicurare che i colpevoli sarebbero stati puniti. Se si aggiunge che la popolazione messinese dedicò una piazza agli eroici marinai russi, sembra chiaro quali delle due storie narrate sia più aderente alla verità.

Da leggere: Quando l’Italia si fa dura gli italiani duri iniziano a giocare

Secondo me questa storia è molto istruttiva: tanti problemi da cui è afflitto il Meridione nascono proprio dal fatto che ha subìto una politica ottusa e miope da parte del Settentrione priva di politiche che tenessero in giusto conto le risorse del territorio Pur essendo una Terra ad alta vocazione turistica, mancano tuttora infrastrutture per agevolare l’arrivo dei turisti. Manca l’idea di creare un brand che identifichi il territorio nonostante ci siano tanti prodotti che potrebbero rappresentarne l’eccellenza: dai già citati fichi d’india, alle arance rosse, alle deliziose granite, ai cannoli, alle cassatine. Manca una politica che trattenga i giovani e le loro competenze, che contribuiscono a rendere ricchi altri territori con il loro talento e la loro intelligenza. Infatti l’unica politica concepita fino ad adesso è stata quella del bieco assistenzialismo (una volta rappresentato dalla famigerata Cassa del Mezzogiorno, oggi, forse, dal Reddito di Cittadinanza, se concepito come descritto nelle proposte ufficiali). Non si creano possibilità di lavoro, per rendere le persone ricattabili, per privarli della loro la dignità, per renderle disposte a vendere il loro voto in cambio di elemosine. È stata la politica dei Savoia (il comportamento indegno dell’esercito Italiano raccontato dai marinai russi durante le operazioni di soccorso post terremoto è figlio di questa visione “imperialista” settentrionale), è stata la sciagurata politica della DC (che ha solo favorito sottosviluppo ed illegalità), ed è proseguita anche nella seconda Repubblica. Questo nuovo governo ha due alternative: o continuare con questa politica sciagurata meramente assistenziale che nel breve periodo raccoglie consensi e nel lungo favorisce solo povertà e miseria, o puntare alle peculiarità del Sud, ai suo assets, ai suoi tesori, al suo capitale umano per affrancarlo dalla miseria. Purtroppo i primi segnali non solo per nulla incoraggianti.

foto di copertina via wikipedia

Leggi sull’argomento: La rivoluzione comica dell’Italia

Potrebbe interessarti anche