I sondaggi che spingono Salvini al voto

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-09-04

Il Carroccio sempre più tentato dalle urne e dal ritorno nel centrodestra. Ma ci sono una serie di impedimenti oggettivi. E anche un problema di opportunità

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La Lega che arriva al 32,2 per cento, sopra di quattro punti rispetto al MoVimento 5 Stelle, “fermo” al 28,3. Il Pd al 17,7 per cento e Forza Italia che sprofonda al 6,9. Soprattutto, un ipotetico centrodestra, con la Lega e ciò che rimane di FI assieme Fratelli d’Italia, sarebbe sopra il 43 per cento. Il sondaggio SWG che ieri è stato pubblicato dal Tg di La7 autorizza ancora di più Matteo Salvini e i suoi a pensare di mollare il governo gialloverde per poter capitalizzare al massimo i risultati dei sondaggi.

I sondaggi che spingono Salvini al voto

Già, perché non c’è solo SWG. Racconta il Fatto che anche una rilevazione della Lorien del 27 agosto (due giorni dopo lo sbarco dei migranti dalla Diciotti) vede il centrodestra sopra il 45 per cento. E la Lega è al 31,7, a fronte di un M5S al 26,8: cinque punti sotto, il margine più ampio mai registrato. Tutte circostanze che legittimano i piani di Salvini per far cadere il governo e andare alle elezioni. Nella Lega ormai se ne discute apertamente: «Matteo ci sta pensando, Matteo è pronto a ribaltare il tavolo». Il diretto interessato pubblicamente parla d’altro. Di migranti, soprattutto. Ma si muove come fosse a un passo da Palazzo Chigi. Un esempio? Ignora le lamentele di Conte dopo il summit con Orban e pianifica una serie di missioni verso Est: Cina, Israele, Russia.

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Il sondaggio SWG per il TG La7

Insieme, però, Lega e M5S raccolgono il consenso esplicito del 60,5% degli italiani e questo non può non essere tenuto in conto dalle strategie elettorali. Perché un livello di consenso così alto non è raggiungibile oggi dal centrodestra unito, visto che Fratelli d’Italia si limita a scimmiottare in sedicesimo la linea politica di Salvini e Forza Italia, dopo essere stata svuotata dei voti potenzialmente salviniani, esiste e resiste politicamente soltanto in quanto differenziata dalle ruspe leghiste. Ecco quindi che paradossalmente Salvini può essere più sicuro – in questa fase – di poter comandare con il suo 17% ufficiale se gli alleati sono i grillini, mentre potrebbe essere più difficile tenere unito il centrodestra.

Ma davvero Salvini vuole andare alle elezioni?

Oggi intanto è previsto un summit fra tutti i leghisti che si occupano di economia nell’ufficio di Salvini in attesa delle mosse di Tria per il DEF e per la Legge di Bilancio. L’obiettivo sarà sciogliere il nodo del 3%, che secondo Salvini dovrebbe essere “sfiorato dolcemente” mentre per il ministro dell’Economia serve una discesa del deficit per dare un segnale all’Europa. E comunque ci sono impedimenti oggettivi che non permettono al ministro dell’Interno di puntare dritto alle urne. Il 5 settembre infatti  il Tribunale del riesame di Genova affronterà, su rinvio della Cassazione, il tema del sequestro dei conti leghisti dopo la condanna per truffa ai danni dello Stato di Umberto Bossi e Francesco Belsito. In Lega l’umore diffuso è il pessimismo: «Il sequestro potrebbe essere confermato e magari allargato anche ai conti correnti delle segreterie regionali. In sostanza, sarebbe sequestrata la Lega. Che rimarrebbe materialmente senza più un singolo euro».

D’altro canto c’è un altro appuntamento che consiglia il Carroccio di essere prudente. Per la Lega potrebbe essere conveniente attendere le elezioni europee e la formazione di una nuova maggioranza per il Parlamento e la Commissione, sulle quali potrebbe incidere visto il diverso peso che si prepara ad avere la pattuglia italiana a Strasburgo. Alle ultime urne la parte del leone la fece all’epoca Renzi con il vento in poppa e gli 80 euro in arrivo nelle tasche degli italiani. Ora quella parte potrebbe toccare a lui. E rendere più facile la politica in Italia.

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