Sibi Mani: se il PD Roma litiga anche sul nuovo presidente

di Mario Neri

Pubblicato il 2017-07-11

Ieri il partito ha dichiarato chiuso l’impero orfiniano eleggendo segretario e presidente. Ma in molti hanno abbandonato l’aula al momento del voto per protesta. E oggi su Facebook è partita una rissa tra renziani e compagni di corrente. Come ai bei vecchi tempi!

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Ieri il PD Roma ha dichiarato concluso l’impero orfiniano dopo tre anni di clamorosi successi e ha ufficializzato la proclamazione di Andrea Casu come nuovo segretario, votando anche per Sibi Mani Kumaramangalam , cittadino italiano di origine indiana e da anni militante del Pd, come nuovo presidente. Ma le cose non sono andate così lisce come sembrano e la polemica interna al partito romano non sembra essersi placata con l’addio di Matteo Orfini.

Sibi Mani: il PD Roma litiga sul nuovo presidente

Prima del voto, in protesta con le modalità e le regole della votazione, una parte dei dem, rappresentanti della minoranza’ del partito romano (le due mozioni Andrea Santoro e Livio Ricciardelli) che aveva lanciato un’altra candidatura, ha lasciato la sala non partecipando al voto. Sibi Mani poi, votato con 130 voti favorevoli, è stato acclamato dal resto dei dem. La mozione Santoro aveva avanzato alla presidenza il nome di Maria Teresa Di Sarcina, ma poi lo stesso Santoro durante il suo intervento aveva affermato: “Non dobbiamo avere paura di affrontare anche il voto segreto. Il nostro è un partito libero”. La protesta è arrivata quando è stato annunciato che si sarebbe votato in maniera palese perché non si era raggiunta la soglia delle firme necessarie.
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Ora, attenzione: è importante segnalare che sia Andrea Santoro che Livio Ricciardelli hanno votato per Renzi al congresso del Partito Democratico. Santoro, con Sabrina Alfonsi, presidente del I Municipio e gli ex presidenti Veloccia, Barletta e Marchionne, è tra i promotori del gruppo di Piazza Santa Chiara. Ricciardelli è un renziano. Ma entrambi si erano candidati contro Casu, candidato ufficiale di renziani e Giovani Turchi che avevano creato due liste d’appoggio anche per contarsi insieme a Valeria Baglio, franceschiniana che non aveva accettato l’accordo su Casu.

Il litigio nel PD su Sibi Mani presidente

Si tratta quindi di un litigio interno alle correnti del Partito Democratico: proprio per contarsi, probabilmente, Santoro e Ricciardelli avevano chiesto il voto segreto, poi non ottenuto, su Sibi Manu e Di Sarcina. Ma il giorno dopo, come da tradizione nel PD, è quello del vae victis. E così il sempre diplomatico Luciano Nobili, cattoturborenzano da battaglia, non ci ha messo molto a decidere di dare fuoco alle polveri pubblicando questo evidente fotomontaggio che ritrae Sibi Mani con Andrea Casu e andando all’attacco dei “nemici”.
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A Santa Chiara chiedevano cambiamento e trasparenza e invece sono finiti a invocare voti segreti per raccattare quattro eventuali franchi tiratori contro la scelta di eleggere un nuovo italiano Presidente.
Hanno sostenuto la stagione che ha portato il Partito Democratico a Roma al collasso e sono sgattaiolati via ieri, mentre costruivamo insieme il suo riscatto.
Sic transit gloria mundi.
In bocca al lupo Andrea, in bocca al lupo Sibi.

Nobili ha accusato esplicitamente Santoro e i suoi di aver tentato la via dei franchi tiratori per affossare Mani e poi di essere “sgattaiolati” via quando è arrivato il no al voto segreto. Ovviamente lo status ha scatenato una discreta rissa verbale dove c’era chi gridava al vulnus democratico per il voto segreto tradito e chi replicava citando il regolamento che dava ragione alla mozione vincitrice.

Mozioni, voti segreti e partiti spaccati

Insomma, una situazione di normale dialettica interna, come si suol dire. Nella quale si leggono commenti come questo: «Il nuovo PD è una candidatura accroccata a 2 ore dalla chiusura dei termini con firme raccolte non si sa dove, appoggiata da due liste concorrenziali e rappresentative di correnti organizzate che per contarsi manco una lista unica si sono degnate di fare, che malgrado l’appoggio pure del papa vince col 54%, che è costretta ad inventarsi le regole di voto perché col voto segreto, normale per le votazioni su persone e rispettato nei municipi, rischiava di andare sotto alla prima occasione utile, per eleggere a sua volta l’espressione della seconda forza di maggioranza che fa valere il cencellino delle correnti? Il tutto con un segretario che è un galantuomo ma evidente ostaggio de chi l’ha piazzato li?» (e il bello è che è tutto vero).
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Non solo. Anche Cristiana Alicata, renziana, è andata a prendere di petto Nobili: «Avete voluto prendere tutto. Liberi di farlo. Ora se fossi in te cercherei di tenere dentro quelli che magari i cammelli non li hanno ma gli elettori magari sì. Che dici? Consiglio da compagna di partito. Sempre che ci si possa ancora stare a Roma, nel PD. Bah».
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E pensare che proprio ieri Casu aveva rivolto all’assemblea un “invito all’impegno e all’unità. Dobbiamo ricominciare a studiare questa città. Certe cose non le abbiamo fino in fondo capite” e aveva annuncato una proposta di riorganizzazione territoriale del partito entro 100 giorni proponendosi di “accompagnare la comunità in un progetto di trasformazione collettiva del futuro della nostra città”. In bocca al lupo: ne ha davvero bisogno.

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