Lo psicodramma nel PD romano per la corsa alla segreteria

di Mario Neri

Pubblicato il 2017-06-12

Valeria Baglio, Andrea Casu, Livio Ricciardelli e Andrea Santoro correranno dopo che la maggioranza del partito non è riuscita a trovare un nome unitario. Il giallo della raccolta firme in bianco

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Oggi doveva essere una giornata campale per il Partito Democratico romano: scade infatti in serata il termine per la presentazione delle candidature alla segreteria in vista del congresso che si svolgerà il 25 giugno dopo il lunghissimo commissariamento di Matteo Orfini, che ha portato il partito ai successoni delle elezioni romane.

Lo psicodramma nel PD romano per la corsa alla segreteria

Il dramma è che per la candidatura bisogna presentare 400 firme ma finora soltanto due candidati indipendenti hanno ufficializzato la loro candidatura e non si capisce come abbiano fatto gli altri aspiranti a raccogliere gli autografi necessari. La parte divertente della vicenda è invece che finora soltanto due candidati si sono palesati e hanno raccolto le firme: Andrea Santoro, ex presidente del Municipio IX, e il giovane Livio Ricciardelli, consigliere dem in Primo Municipio. Non sono però loro i due favoriti dai maggiorenti del partito: secondo quanto filtra, potrebbe essere Andrea Casu il nome scelto dalla corrente renziana. Dopo settimane di indecisioni e veti interni tra le correnti sembra sia stato trovato un accordo su Casu, che alle ultime elezioni comunali lo scorso anno non è riuscito ad ottenere le preferenze necessarie per entrare in Assemblea Capitolina. Un’altra candidata sarà invece Valeria Baglio, consigliera comunale Pd ed ex presidente dell’Assemblea Capitolina.
segreteria pd roma firme in bianco
Proprio a causa della curiosa decisione di non palesare le candidature mentre si raccoglievano le firme, molti del Partito Democratico romano hanno cominciato a insinuare che le firme necessarie per alcune candidature siano state raccolte su moduli in bianco e intestate successivamente. Vero o no, questo dà sicuramente l’idea del clima di sospetto in cui si svolge una consultazione che finora è stata tutto tranne che trasparente. E pensare che doveva far dimenticare Mafia Capitale.

La raccolta firme in bianco

La commissione per il congresso del Pd Roma sta verificando in queste ore le firme raccolte dai candidati alla segreteria. I 4 concorrenti, Valeria Baglio, Andrea Casu, Livio Ricciardelli e Andrea Santoro, hanno tutti portato le 400 firme necessarie per la candidatura, firme che sono al momento al vaglio della commissione. Il consigliere capitolino del Pd, Giulio Pelonzi, a margine dei lavori dell’Assemblea Capitolina, interpellato dai cronisti, ha descritto così i candidati:”Abbiamo in campo 4 candidature: Livio Ricciardelli, un outsider, poi c’è l’ex presidente del Municipio dell’Eur Andrea Santoro, anche lui renziano, che credo possa raccogliere le simpatie della mozione Orlando e della mozione Emiliano, poi abbiamo il candidato della mozione Renzi, che è Andrea Casu, un giovane trentenne che ha avuto esperienza amministrativa al Municipio, che viene dalla fila della Margherita, e poi c’è la collega Valeria Baglio a cui faccio l’in bocca al lupo, renziana che si candida al congresso”.
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I rumors raccontano intanto di settimane di trattative tra riunioni e vertici in notturna per trovare una candidatura unitaria con l’intervento diretto dei vertici nazionali (Renzi e Orfini) senza però successo: alla fine la maggioranza dovrà scegliere tra Casu e Bagliu mentre la minoranza orlandiana sosterrà Andrea Santoro e Ricciardelli, che è stato il più trasparente e sul suo profilo Facebook ha raccontato le peripezie per la raccolta delle firme, giocherà il ruolo dell’outsider. Dalle parti del Nazareno, ancora prima della scadenza della presentazione delle candidature di stasera alle 20, sarebbero già iniziate le manovre di tutela nei confronti del candidato nazionale: per evitare fughe di voti in direzione Baglio, infatti, alcuni dirigenti romani stanno pensando di presentare in sostegno di Casu non una, ma più liste, in modo da facilitare la conta delle preferenze.

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