Tu vuo’ fa’ l’hameriano? Considera che finisce così

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-05-30

La seconda sezione civile della Corte d’Appello di Firenze ha rigettato il ricorso dello psicoterapeuta hameriano Sergio Paccosi che seguiva gli insegnamenti della Nuova Medicina Germanica e che riteneva che l’esposizione ad sostanze cancerogene non causasse il cancro e che le metastasi tumorali fossero solo il frutto dei conflitti interni ai pazienti

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Era stato il primo psicologo italiano radiato dall’Ordine perché professava le dottrine pseudscientifiche di  Ryke Geerd Hamer l’inventore della Nuova Medicina Germanica (nota anche come dottrina delle Cinque Leggi Biologiche). Il suo nome è Sergio Paccosi, psicologo e psicoterapeuta iscritto all’Albo in Toscana. Paccosi, nato a Montecatini Terme il 14 ottobre del 1950 e residente a Ponte Buggianese, in provincia di Pistoia. Iscritto all’Albo dell’Ordine degli Psicologi della Regione Toscana era stato radiato nel 2016 in seguito alla segnalazione all’Ordine da parte di una sua ex paziente.

Chi è lo psicologo hameriano radiato dall’albo

Paccosi – che nel suo curriculum menzionava esplicitamente di aver seguito un biennio di formazione nelle teorie di Hamer tenuto dall’associazione ALBA -aveva fatto ricorso contro la decisione dell’Ordine degli Psicologi della Toscana. Nel 2017 il Tribunale di Firenze aveva dichiarato legittima la radiazione. Il 28 maggio scorso con la recente sentenza n. 1191 la Corte di Appello di Firenze, seconda sezione civile, ha rigettato nuovamente il ricorso di Paccosi confermando la legittimità della decisione dell’Ordine.

sergio paccosi cancro radiato
Sergio Paccosi e le teorie di Hamer

La sentenza della Corte di Appello, recependo la linea difensiva del Consiglio, affidata all’avvocato Vincenzo Farnararo, ha escluso che un professionista sanitario (la natura sanitaria di questa professione è stata recentemente ribadita dalla legge 2/18) quale lo psicologo possa impiegare metodologie prive di riferimento scientifico (art. 5 del Codice Deontologico degli Psicologi) e/o suscitare nel paziente aspettative infondate: le leggi di Hamer sono state riconosciute prive di verifica e validazione, il diritto alla salute dell’art.32 della Costituzione è prioritario rispetto alla libertà di manifestazione del pensiero tutelata dall’art. 21. Nel caso specifico sussisteva una ulteriore incolpazione, anch’essa confermata, relativa all’impiego di un oggetto denominato ”trasmutatore energetico”, che Sergio Paccosi utilizzava nonostante l’assenza di riscontri scientifici, sostenendo che comunque aveva un valido effetto placebo. Nell’insieme è emerso un quadro di fatto che la Corte di Appello ha ritenuto indicativo di una grave carenza di aggiornamento professionale dell’iscritto che – afferma la Corte – può essere ravvisato solo dall’adesione a metodi di intervento validati e sorretti da rigorosi riscontri scientifici: è pertanto scorretto somministrare ai pazienti nozioni e suggestioni prive di tali caratteristiche.

Quali sono le teorie di Sergio Paccosi

Paccosi, riferisce oggi anche La Repubblica, avrebbe spiegato ai suoi pazienti che le metastasi non sono dovute al tumore ma all’ansia provocata dal tumore. L’epatite invece era causata dalle “preoccupazioni”. Sul suo sito (ora cancellato) si potevano leggere considerazioni come quella sul fatto che «La medicalizzazione della nostra salute è diventata un vero cancro sociale» e altre dove lo psicologo spiegava che era necessario orientarsi verso un approccio olistico alla malattia perché «I conflitti, provocati in genere da episodi della vita quotidiana, siano essi coniugali, familiari, sociali o professionali, non si materializzano nel nostro corpo a caso, ma seguendo una legge analogica ben precisa che stabilisce una relazione di causa-effetto  fra il conflitto interiore –stato d’animo, psiche-, un’area specifica del cervello –  a seconda del tipo di sentito potrà essere, tronco,cervelletto, midollo cerebrale, corteccia- ed il corrispettivo preciso luogo nel nostro  corpo, cioè organo o parte di organo corrispondente alla zona del cervello che è stata coinvolta».

sergio paccosi psicologo radiato albo hamer appello firenze - 1
Dal sito di Sergio Paccosi

Secondo Paccosi ad esempio una mamma preoccupata dal comportamento della figlia poteva essere quindi soggetta a varici, epatite, emicranie, eczemi e così via. Se qualcuno trova delle analogie con la Terapia Verbale elaborata da Gabriella Mereu non si sbaglia perché anche la ex dottoressa cagliaritana (ora operatrice olistica) ha tratto ispirazione dalle teorie di Hamer. In un altro passaggio Paccosi spiegava – tramite la parabola della signora Ada – come la paura del cancro e del conseguente intervento chirurgico potesse provocare  «molte macchie rotondeggianti ai polmoni, per l’esattezza» che non erano altro che «la conseguenza del Conflitto di paura per la morte di se stessa».

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Paccosi scriveva che “è impossibile” che una cellula cancerosa possa produrre metastasi in altri organi e che era sbagliata la “credenza” secondo cui il tumore crescesse lentamente a partire da alcune cellule “impazzite” perché il nostro corpo “tende sempre a guarire se stesso e non ha cellule impazzite”.

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Poco oltre Paccosi spoegava che il cancro, il VERO tumore, era provocato non dalle sostanze cancerogene ma dall’individuo e dai suoi stati emotivi (tra l’altro Paccosi scrive che le sostanze nocive “costringono” il cervello a strutturare un tumore o un cancro).  In merito alla vicenda della radiazione di Paccosi il dottor  Lauro Mengheri, Presidente Ordine degli Psicologi della Toscana, ha dichiarato che «La gravità di tale comportamento sta nell’utilizzare queste teorie per allontanare i pazienti, nel caso specifico malati oncologici, dalle cure riconosciute dalla comunità scientifica, convincendoli che il trauma all’origine del tumore possa essere sconfitto dalla stessa mente che lo ha prodotto. Il tutto presentandosi come psicologo, con l’ausilio di un improbabile strumento e senza riuscire a menzionare le fonti della propria formazione, quando invece lo psicologo è una professione sanitaria che deve tutelare la salute del paziente, non esporlo a rischi pericolosi».

 

In copertina: Sergio Paccosi, foto da Flickr

 

 

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