Se li conosci li eviti: la sconfitta del M5S a Ragusa

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-06-25

Il M5S amministrava Ragusa e perde male al ballottaggio contro il centrodestra. Pomezia in controtendenza.

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A Ragusa il MoVimento 5 Stelle si presentava alla guida di un’amministrazione uscente, anche se il suo sindaco Federico Piccitto non si è ricandidato dopo una guerra interna grillina e molte voci di insoddisfazione sui risultati della sua amministrazione (e sul suo stipendio). Oggi, racconta Repubblica, in una tornata di amministrative che ha visto il disastro del Partito Democratico (tranne a Roma, altro posto in cui amministra il M5S), i 5 Stelle perdono l’unico capoluogo di provincia nel quale si presentavano alla guida di un’amministrazione uscente.

Ragusa era “modello”, per Beppe Grillo, lo era il suo sindaco Federico Piccitto, più volte citato dal fondatore del movimento nei giorni in cui infuriavano le polemiche sulla Raggi. Piccitto, dopo una lunga stagione di divisioni e polemiche sotterranee, non si è ricandidato e gli elettori ragusani non hanno premiato il candidato che si era presentato in continuità con lui: il presidente del consiglio comunale Antonio Tringali, che si è fermato a oltre sei punti di distacco dall’avversario, l’avvocato ed ex cestista Peppe Cassì, appoggiato da Fratelli d’Italia.

A tarda ora, mentre Cassì guida una marcia di simpatizzanti alla conquista simbolica del palazzo del Comune, Tringali si consola con una birra assieme al leader siciliano di M5S Giancarlo Cancelleri. Il concession speech dello sconfitto dice tutto: «Il ragusano ha preferito scegliere il nuovo più nuovo, Auguri al vincitore». Da queste parti, il Movimento ha completato insomma senza successo la sua trasformazione: da apriscatole a
forza di potere cui non ha giovato la visita, nei giorni prima del voto, di Luigi Di Maio e del ministro per il Mezzogiorno Barbara Lezzi. Neppure il sorprendente endorsement a favore del candidato grillino da parte del big locale del Pd, il deputato regionale Nello Pasquale, neppure il sostegno ufficioso del candidato del centrodestra Maurizio Tumino (sconfitto al primo turno) sono serviti a evitare una sconfitta in una partita addirittura meno equilibrata che nelle previsioni.

L’unica nota lieta da questo punto di vista per i grillini arriva da un comune del Lazio, ovvero Pomezia. Lì, dopo aver giubilato Fabio Fucci, Adriano Zuccalà ha battuto Pietro Matarese del centrodestra. Un risultato in controtendenza rispetto al resto d’Italia.

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