Come Salvini usa il Natale nelle scuole per distrarre gli italiani

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-11-19

Anche quest’anno il ministro dell’Interno ha iniziato la sua campagna d’inverno contro le scuole che negano i festeggiamenti religiosi per “rispettare le altre religioni”. E come ogni anno sparge bufale. Ma smetterla con questa rottura di scatole sui bambini ogni anno non è proprio possibile?

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Mancano ancora due settimane all’inizio dell’Avvento (ieri è iniziato l’Avvento ambrosiano) e il ministro dell’Interno Matteo Salvini non si è fatto cogliere impreparato. Anche quest’anno il vicepremier – e papà – ha innescato la solita polemica contro le scuole che predicano il negazionismo del Natale. Ed eccolo in tutto il suo splendore l’astro del ciel gialloverde che sabato su Twitter e su Facebook scriveva «Si avvicina il #Natale e spuntano di nuovo “dirigenti scolastici” che vogliono impedire le recite ai bambini». Questa volta la polemica riguarda la presunta decisione da parte della Direzione scolastica di Terni che avrebbe deciso di vietare «la messa in scena di quadri viventi con protagonisti i bambini e a tema la nascita di Gesù».

A Natale siamo tutti più Salvini

A denunciarlo, sempre su Facebook, era stata l’assessora alla Scuola di Terni Valeria Alessandrini che ha raccontato che la scuola avrebbe detto di no alla recita natalizia «perché disturba le diverse culture religiose presenti nell’istituto». Subito Salvini, che visto che è al governo avrebbe cose ben più serie di cui occuparsi, ha tuonato contro l’improvvida decisione: «Non si tratta solo di religione, ma di storia, radici, cultura. Viva le nostre tradizioni, io non mollo! Diffondiamo!».

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Da parte loro i consiglieri comunali della Lega di Terni non hanno perso tempo e hanno offerto immediatamente un gesto riparatore per placare l’ira della divinità offesa dal divieto di presepe (ma a quanto pare minimamente turbata dalle posizioni anti-migranti e anti-stranieri della Lega). La Lega ha deciso così di portare un presepe in consiglio comunale e ha annunciato di voler intraprendere tutte le iniziative necessarie «per far vivere serenamente il Natale ai bambini, a tutela della nostra storia, la nostra cultura, le nostre radici».

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Peccato però che tutta la polemica sul presepe negato alla scuola di Terni sia una fake news, come sempre è accaduto in questi casi anche negli anni scorsi. Non solo nessun Dirigente scolastico sano di mente si metterebbe in testa di vietare il Natale sapendo che verrebbe triturato dalla macchina del fango dei patridioti ma a Terni nessuno ha vietato il presepe, vivente o meno.

Nessuno ha vietato il presepe a Terni

Come spiega la Dirigente scolastica Elisabetta Mascio «L’idea di realizzare nella nostra scuola un presepe vivente era soltanto un’ipotesi, dunque la questione è insussistente». Non è stato vietato alcunché per il semplice motivo che non c’era nulla da vietare. La Dirigente ha rassicurato i ferventi cristiani amanti del presepe aggiungendo che «in tutte le scuole della nostra direzione vengono fatti presepi e canti natalizi, dunque il rispetto è totale per tutte le sensibilità, anche religiose. Ma senza superare certi limiti e seguendo le regole base imposte dal principio di laicità della scuola». Tanto più che il giorno prima il Vescovo di Terni era andato a fare una lezione di religione proprio in una delle scuole del plesso.

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Il caso è inesistente e come al solito montato ad arte da chi a Natale scopre la necessità elettorale di difendere la tradizione cattolica. Qualcuno potrebbe dire che Salvini ha diffuso una fake news, proprio una di quelle cose che qualche giorno fa spiegava ai bambini di una scuola essere una specie di “bugia” alla quale è probabilmente difficile sottrarsi.

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E così mentre i patridioti aizzano la folla contro la Dirigente che “ha vietato il presepe per far piacere agli arabi” Salvini aveva già cambiato bersaglio.

I crocefissi scomparsi a Fiumicino (non c’erano mai stati)

Questa volta l’attacco alla religione cattolica viene da una scuola elementare di Fiumicino dove, sempre per non arrecare disturbo agli alunni musulmani, sarebbero stati rimossi i crocefissi dalle aule.

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Anche in questo caso la polemica è stata montata da un leghista (il senatore William De Vecchis) che però evidentemente non sapeva tutta la storia. Come ha spiegato il Dirigente scolastico però i crocefissi non sono mai stati tolti dalle aule per il semplice motivo che non ci sono mai stati. Le aule senza Crocefisso infatti sono nuove e il Vicariato non ha mai inviato i crocefissi da appendere il classe.

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Invece che chiedere scusa per aver diffuso una bufala il senatore si è limitato a dire che sarà sua cura donare i crocifissi mancanti alla scuola accusata del tremendo crimine noto come “rispettare le altre religioni”. Crimine inesistente sia nel nostro ordinamento che nei fatti. Fa senz’altro piacere vedere senatori, assessori e ministri occuparsi della difesa della religione cattolica in Italia, significa che tutti gli altri problemi del Paese sono stati risolti. Ci preme però di ricordare al ministro Salvini che al momento il nostro Paese sta rischiando una procedura d’infrazione da parte dell’Unione Europea per debito eccessivo, lo spread continua a salire mentre la crescita economica è inferiore alle aspettative. Se Salvini e i suoi senatori trovano il tempo di pensare al presepe significa forse che non dobbiamo preoccuparci del resto? Ecco quindi una modesta proposta: anche per questo Natale tollereremo la diffusione di fake news su presepi, canti natalizi, bambini vestiti da angioletti, Re Magi e crocefissi messi nel cassetto, però Salvini e i leghisti dovrebbero ricordarsi due cose: la religione cristiana si difende tutto l’anno e che a gennaio, quando il periodo natalizio sarà alle spalle, il popolo italiano vorrà vedere i risultati dell’azione di governo. Se Salvini crede di poter far salire il PIL e scendere lo Spread mettendo bambinelli made in China nelle mangiatioie di tutte le scuole del Paese si sbaglia di grosso. Oppure si può trovare un accordo semplice e chiaro per tutti: dal prossimo Natale tutte le scuole saranno obbligate a fare presepi e alberi di Natale senza discussione. Poi, se il PIL del paese non cresce come preventivato dal governo, gli abeti potranno essere smaltiti direttamente infilandoli dove non batte il sole all’intera presidenza del consiglio dei ministri.

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