Attualità

I genitori che vogliono salvare il Natale alla scuola Primaria Moretti

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2015-12-18

C’è un altro presepe in pericolo in Toscana. Ma ai difensori della tradizione alle vongole non la si fa. Specialmente se i giornali ci credono. Ed ecco qui l’ennesima petizione a difesa delle “nostre tradizioni natalizie” dove si citano canti di Natale presi da “altre” tradizioni natalizie

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Manca poco a Natale e la psicosi presepe nelle scuole torna a colpire proprio nell’ultima settimana prima della pausa natalizia. Dopo Rozzano ci spostiamo in Toscana e torniamo all’Istituto Comprensivo Gamerra di Pisa, una scuola che conosciamo già essendo stata al centro della bufala salviniana del rischio contagio per la scabbia. Oggi invece parliamo dei genitori che si ergono a baluardo a difesa della tradizione, chiedendo la realizzazione del presepe e la possibilità di cantare Jingle Bells. Non vedo l’ora che qualcuno chieda di poter cantare “È natale, è natale si può dare di più” in fondo la Bauli è molto più italiana delle canzonette a stelle e strisce.
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La petizione con ben 160 firme!

Come riporta il Tirreno di oggi un gruppo di centosessanta genitori degli alunni della scuola primaria Moretti, della secondaria Gamerra (al quale si sono aggiunti alcuni genitori della primaria Baracca) ha sottoscritto e firmato una petizione dal titolo Sì all’integrazione nel rispetto delle nostre tradizioni nella quale si chiedeva al Dirigente scolastico di poter ripristinare il Natale. Secondo quanto riporta il Tirreno la scuola già da diversi anni infatti aveva deciso di non festeggiare il Natale in maniera tradizionale ma di dare vita ad una serie di manifestazioni e festeggiamenti “alternativi” come le recite scolastiche e i mercatini natalizi. Nel testo della petizione i firmatari esprimono invece il loro desiderio che all’interno della scuola venga allestito un presepe e che durante la festa scolastica che si terrà l’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze venissero intonati i canti “della nostra tradizione natalizia”.

Ci piacerebbe che, in occasione delle prossime Festività Natalizie, la Direzione dell’Istituto promuovesse la realizzazione di un presepe all’interno della Scuola, come momento di condivisione di sentimenti e di emozioni tra i bambini che frequentano l’Istituto.
Ci piacerebbe che nella festa scolastica, che come ogni anno si svolgerà l’ultimo giorno di lezione prima delle vacanze di Natale, si cantassero i canti della tradizione natalizia, come Bianco Natale, Astro del Ciel, Jingle Bells, Tu scendi dalle stelle, che, a differenza di quanto erroneamente sostenuto da alcuni, non sono canti religiosi, ma brani popolari della tradizione natalizia, interpretati dai più grandi artisti internazionali.
Ci piacerebbe che, accanto all’integrazione, non si perdesse di vista il rispetto per la nostra cultura, le nostre tradizioni, la nostra storia. Lo stesso rispetto noi dobbiamo agli altri.

Poco importa che Jingle Bells (composta a metà Ottocento da James Lord Pierpont ) sia stata in realtà composta originariamente per la festa del Ringraziamento e che in ogni caso non faccia parte della tradizione natalizia italiana (quella vera, quella seria) ma che vi sia arrivata in seguito sull’onda delle interpretazioni di famosi cantanti. Lo stesso si può dire di Bianco Natale, che è la traduzione di White Christmas che è stata scritta nella sua forma attuale dal compositore americano (di origine ebraica) Irving Berlin addirittura nel 1942. Questo tanto per mettere in chiaro che forse qualcuno non ha ben presente di quale tradizione si stia parlando. In un’altra lettera i genitori schierati a difesa della tradizioni arrivano a chiedere, in caso la loro richiesta non venisse accolta e venisse disconosciuto il valore del Natale alla RINUNCIA (scritto tutto maiuscolo) alle festività natalizie. E non si capisce come mai, visto che la durata dell’anno scolastico (e il numero di giorni di lezione) è stabilito da un calendario ministeriale e non sulla base della tradizione.
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Ecco come viene raccontata la storia da uno dei promotori dell’iniziativa:

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Dopo 2000 anni finalmente il presepe arriva anche a Pisa


 

La risposta del Consiglio d’Istituto

L’iniziativa, portata avanti da Alessandro del Seppia (che sui giornali viene dipinto come l’uomo che ha salvato il Natale)

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Natale, presepe, tradizione, gender, Povia, quante preoccupazioni per i genitori moderni


ha ricevuto il consenso del Consiglio d’Istituto che in una nota però sottolinea di concedere “anche quest’anno pertanto nulla osta alle Vs richieste, purché le attività proposte siano in linea e nei tempi con quanto già programmato e condiviso nei Consigli d’Interclasse.” Non è vero quindi, come riporta anche la Nazione oggi in edicola, che la scuola ha ceduto alle richieste dei genitori natalizi.
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La risposta del Consiglio d’Istituto, in data 15 dicembre


Il fatto è che nessuno, all’Istituto Comprensivo Gamerra, disconosce il valore del Natale a puntualizzarlo gli stessi insegnanti in un comunicato affisso all’interno dell’Istituto dove si spiega che le scelte dei docenti non sono dettate da – come dice la lettera dei genitori – un arretramento rispetto alle nostre tradizioni da un disconoscimento delle nostre radici che rinnega la nostra identità (sembrano proprio le parole di Gramellini e Serra su Rozzano) ma da una precisa e consapevole visione didattica ed educativa. Che è cambiata rispetto al periodo in cui quei genitori andavano a scuola. Gli insegnanti ricordano che tra le attività grafico pittoriche e manipolative che si richiamano alle tradizioni natalizie è prevista anche la realizzazione di piccoli presepi realizzati con materiale di recupero. Non è vero quindi che il presepe all’istituto Gamerra era stato cancellato, invece che farne uno solo gli insegnanti ne facevano fare uno a ciascun alunno. Ma ovviamente questo i genitori preoccupati non ve lo vengono certo a dire.
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