Paolo Savona in Consob: la candidatura bluff del M5S

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-02-02

Alcuni grillini voglio mandare il ministro all’Autorità di controllo della Borsa ma c’è un problema con la legge Madia. Intanto arrivano messaggi minacciosi per Di Maio

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«Io alla Consob? Non so cosa stia succedendo alle mie spalle»: Paolo Savona aveva evidentemente voglia di fare lo gnorri ieri quando ha risposto così a chi gli chiedeva conto dell’indiscrezione pubblicata da Il Messaggero sull’attuale ministro degli Affari Europei e sulla possibilità che vada a presiedere l’Autorità di Controllo della Borsa lasciando così il dicastero che era stato oggetto di una battaglia sanguinosa tra il Quirinale e il dinamico duo Salvini & Di Maio.

Paolo Savona alla Consob

L’approdo di Paolo Savona alla Consob sembra così essere diventato un piano prioritario per risolvere lo stallo creatosi intorno al nome di Marcello Minenna, sponsorizzato da una parte del MoVimento 5 Stelle – quella che fa capo a Lannutti, Morra, Ruocco e alcuni eletti di Roma e del Lazio –  e, per un periodo molto breve, anche da Luigi Di Maio e Matteo Salvini, che si sono pubblicamenti spesi per il dirigente Consob che è stato anche per un breve periodo assessore al bilancio di Roma Capitale prima di litigare, insieme a Carla Raineri, con Virginia Raggi e, soprattutto, con Raffaele Marra.

Nei giorni scorsi era diventato improvvisamente popolare il nome di Luigi Zingales, economista e già consigliere ENI nominato dal governo Renzi, mentre il Quirinale faceva sapere che il veto su Minenna era attuale e riguardava la possibilità che il dirigente diventasse capo di alcuni che avevano denunciato la sua nomina. Una storia piuttosto intricata che a quanto pare era alla base del veto di Mattarella. Che però non varrebbe a questo punto per Savona. Ma ci sono altri problemi all’orizzonte.

Paolo Savona, la Consob e la legge Madia

Il Fatto scrive oggi in un articolo a firma di Giorgio Meletti che quella di Savona è una candidatura-bluff. A volerla, secondo il quotidiano, è stato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte:

La notizia è stata diffusa da esponenti M5S ostili a Minenna, che pure in questo momento è l’unico punto di accordo tra Di Maio e Matteo Salvini. Gli stessi che hanno accreditato come nuova scelta del M5S l’inverosimile candidatura di un altro economista, Luigi Zingales.  Che Savona sia solo un nome di disturbo lo dimostra il fatto che non sia tecnicamente nominabile.

Trattandosi di un pensionato, la legge Madia consentirebbe la sua nomina solo a titolo gratuito e per non più di un anno, mentre la presidenza della Consob è un mandato di sette anni. È significativo che questa obiezione sia stata diffusa da fonti vicine al Quirinale, dove il presidente Sergio Mattarella potrebbe trovarsi nuovamente di fronte alla proposta di nominare Savona, al quale già disse un fermo e rumoroso “no” quando Conte glielo propose come ministro dell’Economia.

Ma c’è di più. Secondo il quotidiano “il sabotaggio su Minenna si è addirittura intensificato dopo la solenne benedizione di Beppe Grillo, che per l’o ccasione ha speso insolitamente la sua qualifica di “garante”del M5S. Come se Conte scommettesse sull’incapacità di Di Maio di battere i pugni sul tavolo quando serve davvero”. Una chiara provocazione nei confronti del bisministro e vicepremier, che non sarebbe capace di imporsi su Minenna.

La legge Madia e la candidatura-bluff di Minenna

Secondo Il Messaggero invece il ministro non incorrerebbe nei divieti della legge Madia: la presidenza Consob è un “incarico apicale”. Minenna, invece, secondo alcune fonti della maggioranza non sarebbe adatto  visto che contro la sua nomina a direttore della Consob avvenuta nel 2017 sono stati presentati ben 12 ricorsi da altrettanti colleghi, se fosse diventato presidente Minenna si sarebbe trovato a dirigere i suoi avversari. Un palese conflitto d’interessi, a giudizio di Mattarella.

Di certo l’incarico in Consob costituirebbe un risarcimento per Savona, a cui è stato fatto credere da Salvini e Di Maio che sarebbe stato il vero dominus della politica economica del governo dopo che lui stesso ha suggerito il nome di Giovanni Tria per via XX Settembre allo scopo di risolvere lo stallo creatosi tra Quirinale e maggioranza M5S-Lega nel maggio scorso. E sarebbe anche un buon modo per non assumersi la responsabilità delle dichiarazioni “allegre” sulla crescita degli ultimi tempi: Savona pronosticava un +1,5-2% di PIL nel 2019, per adesso siamo in recessione.

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