Come Salvini ha “dimenticato” il ricorso al Consiglio di Stato su Open Arms

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-08-19

Salvini ha più volte annunciato di avere dato mandato all’Avvocatura dello Stato di ricorrere al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar del Lazio. Ma alla giustizia amministrativa non risulta proposto alcun appello

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Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha annunciato a più riprese un ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del TAR che dava ragione a Open Arms sul decreto sicurezza bis. Addirittura l’agenzia di stampa ANSA dice che la sentenza è prevista per oggi. Eppure non risulta che il ricorso al Consiglio di Stato sia stato ancora presentato dal Viminale.

Come Salvini ha “dimenticato” il ricorso al Consiglio di Stato su Open Arms

A dire che il ricorso non risulta presentato oggi è Alessandra Ziniti su Repubblica:

Salvini ha più volte annunciato di avere dato mandato all’Avvocatura dello Stato di ricorrere al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar del Lazio che ha di fatto aperto le acque italiane alla Open Arms, lasciando intendere che il pronunciamento potrebbe arrivare addirittura oggi. Ma alla giustizia amministrativa non risulta proposto alcun appello.

open arms

E lo conferma anche l’agenzia di stampa AdnKronos:

Nessun ricorso è stato presentato, ad oggi, al Consiglio di stato, a quanto si apprende, contro la decisione del Tar del Lazio che lo scorso 14 agosto ha disposto la sospensione del divieto di ingresso nelle acque italiane della nave Open Arms, e che il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha annunciato di volere impugnare. Pertanto, contrariamente a quanto circolato, nessuna decisione è attesa oggi da Palazzo Spada sulla vicenda.

Il Tar del Lazio ha accolto il 14 agosto scorso il ricorso della Ong spagnola e disposto la sospensione del divieto di ingresso in acque territoriali italiane per permettere il soccorso delle persone a bordo, rilevando una situazione di “eccezionale gravità ed urgenza, tale da giustificare la concessione della richiesta tutela cautelare monocratica, al fine di consentire l’ingresso della nave Open Arms in acque territoriali italiane”. “Alla luce della documentazione prodotta (medical report e relazione psicologica” e “della prospettata situazione di eccezionale gravità ed urgenza” si giustifica “la concessione della richiesta” per “consentire l’ingresso della nave Open Arms in acque territoriali italiane e quindi di prestare l’immediata assistenza alle persone soccorse maggiormente bisognevoli”, scrive il TAR nella sentenza. Sostenendo però anche che “il ricorso in esame non appare del tutto sfornito di fondamento giuridico in relazione al dedotto vizio di eccesso di potere per travisamento dei fatti e di violazione delle norme di diritto internazionale del mare in materia di soccorso”. Il Tar rileva che “la stessa amministrazione intimata (ovvero il Ministero dell’Interno) riconosce, nelle premesse del provvedimento impugnato, che il natante soccorso da Open Arms in area SAR libica – quanto meno per l’ingente numero di persone a bordo – era in “distress“, cioè in situazione di evidente difficoltà” e “per cui appare, altresì, contraddittoria la conseguente valutazione effettuata nel medesimo provvedimento, dell’esistenza, nella specie, della peculiare ipotesi di “passaggio non inoffensivo”.

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