Il piano di Salvini per guidare un nuovo governo

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-01-10

Salvini non sopporta più il premier. E il Carroccio comincia a guardarsi intorno. Con un obiettivo: i “responsabili” da trovare per garantire un nuovo governo

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Marco Galluzzo sul Corriere della Sera racconta oggi in un retroscena cosa ha portato alla cena che ieri sera alle 23,15 è andata in scena tra Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e Matteo Salvini dopo l’ok di Malta allo sbarco dei 49 naufraghi che si trovavano su SeaWatch 3 e SeaEye: sullo sfondo, spiega il quotidiano, c’è una crisi latente nella maggioranza che pian piano sta scoppiando dopo le polemiche sul reddito di cittadinanza scatenate dalla Lega. In questa ottica la nuova crisi dei migranti e l’intervento di Conte che ha consentito l’accordo su 15 persone che verranno accolte in Italia dalla Chiesa Valdese potrebbe costituire l’ultimo tassello:

Vista da fuori la situazione può apparire paradossale. Si può produrre uno scontro fra il premier e il suo vice per 15 migranti? «Non sono i migranti il problema, il tema è la tenuta della maggioranza», dicono nella Lega. Sono le stesse fonti, vicine a Salvini, per cui lo scenario di breve periodo non contempla la crisi migratoria nelle acque maltesi.

A Chigi hanno fattole ore piccole per risolvere la matassa, ma nello staff di Salvini il tono sulla materia è quasi di dileggio: «Conte si è rimangiato la parola data all’Onu sul Global compact, poteva rimangiarsi la parola data a Bruxelles sui migranti». E allora, mentre fra il premier e i due vice è in corso il chiarimento, lo stesso si dilata: nelle file della maggioranza si avvertono spifferi di crisi.

governo conte salvini di maio toninelli genova ponte morandi - 3

E allora ecco l’ipotesi di un nuovo governo a guida Salvini con 55 responsabili:

Affiora persino uno scenario che potrebbe schiudersi il giorno dopo le elezioni in Abruzzo e che prevederebbe un cambio di governo subito dopo. Fra i leghisti si fanno addirittura i numeri di un’operazione che vedrebbe la rottura clamorosa dell’alleanza: «La quota 100 ce la approviamo il giorno dopo, e senza il reddito possiamo anche fare il taglio delle tasse. Bastano 55 responsabili alla Camera e 17 al Senato».

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