Politica
Giuseppe Conte vuole far sbarcare 15 persone da SeaWatch
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2019-01-07
Il presidente del Consiglio lavora a una sua soluzione dopo le fughe in avanti di Salvini e Di Maio
Non solo donne e bambini ma un totale di 15 persone «perché non siamo gente che smembra le famiglie»: Giuseppe Conte è pronto a battere un colpo nella vicenda di SeaWatch 3 e SeaEye dopo la generosa offerta di Luigi Di Maio che riguardava solo sette persone. Il presidente del Consiglio non lascia ma raddoppia in questa gara di solidarietà e miseria umana in cui il governo italiano sta facendo una figuraccia, di certo però non peggiore rispetto a quella che sta facendo il resto d’Europa. Spiega oggi Marco Galluzzo sul Corriere della Sera:
La regia di queste ore è ovviamente quella degli uffici del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e in fondo si sta trattando di una piccolissima entità di persone, appena 15, lo scoglio più grande riguarda le regole: Germania e Olanda,«che ora si sono finalmente svegliate, non è un caso che lo abbiamo fatto viste le pressioni che ricevono quotidianamente dalle due navi, la Sea Watch e laSea Eye».
Ma non c’è solo questo, nella ricostruzione del governo italiano le due Ong che hanno legami di bandiera o di licenza con Berlino e Amsterdam hanno violato — aggiungono a Chigi —ogni regola di navigazione marittima: «La Sea Watch è stata contattata dalle autorità libiche, e invece ha deciso di lasciare le acque libiche per andare in quelle maltesi, una decisione contraria alle regole, molto scorretta».
A questo punto la destinazione delle 15 persone che potrebbero essere accolte in Italia diventa quasi un fatto secondario. Potrebbe anche essere replicato il modello che seguì al caso della nave Diciotti. Ieri in qualche modo la Chiesa si è di nuovo fatta avanti: «Voglio dichiarare la disponibilità della Chiesa torinese ad accogliere alcune delle famiglie che si trovano a bordo delle navi Sea Watch 3 e Sea Eye», ha annunciato l ’arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia. «La nostra Chiesa, come si ricorderà — ha aggiunto Nosiglia — aveva già offerto questa disponibilità per i profughi della nave Diciotti, nel settembre scorso».