Malta, l’ok allo sbarco dei 49 su SeaWatch 3 e Sea Eye

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-01-09

Il premier Muscat annuncia: otto paesi europei li accoglieranno, tra questi anche l’Italia

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I 49 naufraghi a bordo delle navi delle due Ong SeaWatch e Sea Eye potranno sbarcare a Malta: otto stati membri dell’Ue hanno accettato “di accoglierli tutti”. Ad annunciarlo è stato il premier maltese Joseph Muscat, precisando che gli otto paesi sono Germania, Francia, Portogallo, Irlanda, Romania, Lussemburgo, Olanda e Italia. Quanto ai 249 migranti che Malta ha soccorso alla fine di dicembre, 131 verranno ridislocati in altri paesi Ue e 44, provenienti dal Bangladesh, verranno rimpatriati, ha aggiunto il premier maltese.

Malta, l’ok allo sbarco dei 49 su SeaWatch 3 e Sea Eye

“L’Unione europea rilascia i suoi 49 ostaggi”, scrive Sea Watch in una nota commentando la notizia del via libera di Malta allo sbarco dei migranti fermi da giorni in mare. “Dopo 19 giorni in mare – si legge nella nota – i nostri ospiti hanno trovato finalmente un porto sicuro. E’ una testimonianza di fallimento dello Stato, la politica non dovrebbe mai essere fatta a spese dei bisognosi. Grazie a tutti quelli che erano con noi in questi giorni”.

conte seawatch 15 persone

Ieri Giuseppe Conte aveva detto di avere l’intenzione di far sbarcare 15 persone dalla SeaWatch, senza spezzare i nuclei familiari e correggendo la “generosa offerta” di Di Maio su donne e bambini.  “Il governo italiano accetterà una parte di questi migranti, il numero approssimativo è stato indicato ma non spetta a me renderlo noto”, ha aggiunto Muscat.

Ma Salvini dice no

“Io non autorizzo arrivi di migranti”, ha detto il ministro dell’interno Matteo Salvini che ha anche accusato gli alleati M5s di non averlo avvertito della decisione di prendere parte delle persone soccorse dalle ong. “Le scelte – ha aggiunto – si condividono e le riunioni si fanno prima non dopo”. “Non sono stato consultato. Se ci deve essere una condivisione nel governo ci deve essere prima di prendere le decisioni”, sottolinea Salvini. Gli arrivi nei porti vengono autorizzati dal ministero delle Infrastrutture; il ministero dell’Interno ha invece competenze solo sullo sbarco, come ci ha insegnato il caso della nave Diciotti.

nave diciotti pettorino

La crisi di Seawatch

La crisi dei migranti a bordo della Sea Watch è iniziata il 22 dicembre 2018. Salvini e Danilo Toninelli hanno iniziato a ripetere la litania dei “porti chiusi“. Noncuranti del fatto che i porti italiani non sono affatto chiusi visto che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti non ha emanato alcuna ordinanza o decreto per la chiusura dei porti alle Ong. I porti non sono chiusi, dicono i presidenti delle Autorità portuali italiane. E Toninelli ha subito minacciato ispezioni e sanzioni disciplinari.migranti sbarcati salvini sea watch 49 - 1

Ma né Toninelli né Salvini possono nascondere il fatto che nei porti italiani si continua ad arrivare. Ad esempio nel periodo che va dal 21 dicembre 2018 al 30 dicembre 2018 sono sbarcati 178 migranti. Che differenza avrebbe fatto consentire l’approdo di altre 49 persone? Nessuna. Ma Salvini doveva tenere il punto, dimostrare di essere in grado di mantenere almeno questa promessa. Poco importa che a bordo delle due imbarcazioni delle Ong ci siano i superstiti della strage di ottobre. Una strage che è stata taciuta, non solo dai giornali ma anche dalle note ufficiali, avvenuta in mezzo al mare e che non è mai stata resa nota dalle autorità libiche, quelle che secondo il nostro Governo dovrebbero farsi carico delle operazioni di soccorso nel Mediterraneo Centrale.

Leggi sull’argomento: Perché Salvini vuole fermare i 49 di Seawatch se a dicembre ha fatto sbarcare 359 migranti?

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