Salvini offre la pace a Di Maio

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-08-15

«Mai detto» all’«avvocato degli italiani» di «voler staccare la spina al governo». Il ministro dell’Interno spiega al Corriere che gradirebbe una pace con rimpasto e Giorgetti all’economia. Oppure rimanere ministro e nuove elezioni. Di Maio su Facebook chiude la porta, oppure alza il prezzo della pace

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Matteo dovrebbe telefonare a Luigi e dirgli chi ha avuto, ha avuto, chi ha dato ha dato, scurdammoce ‘o passato e andare avanti come niente fosse. Invece Salvini preferisce lanciare segnali a Di Maio come l’articolo del Corriere della Sera firmato da Marco Cremonesi che riporta i tre scenari “aperti” dalla Crisi di Ferragosto. Due, casualmente, sono molto apprezzati dal ministro dell’Interno.

Salvini offre la pace a Di Maio

E quali sono i tre scenari che Salvini ipotizza come soluzione della crisi? Il primo è rimediare un bel rimpastone di governo che mandi Giorgetti all’Economia e definisca il governo Conte come a trazione Lega. Il secondo è il voto, ma con una variante interessante: Salvini si offre di non sfiduciare Conte e lasciare il governo in piedi – cosa tecnicamente impossibile – e forse intende che ci si può andare con un governo dimissionario (questo è vero) in cui, attenzione che questo è il dettaglio decisivo, lui possa rimanere al ministero dell’Interno a fare propaganda scema come sulla Open Arms oggi e nonostante i giudici gli diano torto. Comodo, no? Il terzo scenario è quello che Salvini invece teme, senza dirlo:

Il migliore, per il leader della Lega, è quello di aver scatenato tutto questo polverone per approdare a un maxi rimpasto, che porti a un governo «con i ministri dei sì», a partire magari da Giorgetti all’Economia e segni una «fase due», targata Lega, dell’esperienza giallo-verde. Una fase due piena di «sì»: alla flat tax, a una riforma «vera» della Giustizia, alle opere pubbliche.

Il secondo scenario è quello del voto: presto, subito, a ottobre. Per incassare alle politiche i consensi ottenuti alle Europee: il ministro arriverebbe alle urne sbandierando il suo sostegno fino all’ultimo per il governo con i pentastellati, e magari — se Conte decidesse di salire al Colle dopo le comunicazioni alle Camere, senza una mozione di sfiducia – senza nemmeno aver formalmente sfiduciato Conte. Non è un caso che oggi Salvini ribadisca di «non aver mai detto» all’«avvocato degli italiani» di «voler staccare la spina al governo».

Il terzo, più complicato, è quello di un periodo all’opposizione. Per respirare quell’«ossigeno» di cui parla il suo braccio destro, Giorgetti: e attaccare di lì il «governo dei perdenti», il «Renzi-Di Maio-Boschi-Toninelli», l’esecutivo Pd-5 Stelle. Uno «spauracchio» che pare sempre più concreto.

matteo salvini pagina fan cop

Salvini, quindi, accetterebbe una vittoria o un trionfo volentieri per chiudere la crisi. Comodo, certo. E lo ribadisce ancora una volta da Castel Volturno a Sky Tg 24:”Di no un governo muore, abbiamo bisogno di sì. Se qualcuno dice sì, allora ragioniamo. O c’è un governo del sì, con ministri del sì… o l’unica via sono le elezioni. Un governo degli sconfitti mi sembrerebbe irrispettoso nei confronti degli italiani. Chiedo agli amici 5 stelle se si vedono in futuro in un governo con Renzi, Boschi e Lotti. La rivoluzione del paese passa attraverso un governo con Renzi, Boschi e Lotti?”. Insomma, ci vuole un rimpasto.

Di Maio dice no (?), per ora

Poco prima il Capitano aveva mandato altri segnali: alle 15,30 le agenzie di stampa avevano riportato una sua dichiarazione da Castel Volturno che sembrava piuttosto sibillina:

“Ogni giorno ha la sua pena, oggi stiamo su oggi e domani stiamo su domani – ha ripetuto – Finché il governo faceva, andava a gonfie vele, quando il governo ha cominciato a dire no era giusto fermarsi. E secondo me oltre questo governo ci sono solo le elezioni”. “Lascio ad altri le considerazioni, il mio telefono è sempre accesso e, anzi – ha concluso – appena esco di qui manderò un messaggio a Conte che è stato così gentile e gli dico che qualunque cosa ci sia da dire me lo può dire direttamente”

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Alle 14,40 un’altra dichiarazione curiosa: “Bugia. E’ falso. E’ una bugia che io abbia mai detto al presidente Conte di voler staccare la spina al governo“. Eppure a dire questo era stato Giuseppe Conte prima in diversi retroscena e poi esplicitamente. Salvini ha chiesto a Conte di dimettersi. In ogni caso, prima dell’articolo sul Corriere Di Maio su Facebook aveva chiuso la porta, ovvero alzato il prezzo della pace:

di maio salvini pentito

“Ha fatto tutto da solo, per tornare dopo nemmeno 24 ore nelle braccia di Berlusconi. Ora è pentito, ma ormai la frittata è fatta. Ognuno è artefice del proprio destino. Buona fortuna!”. Chissà come finirà questa crisi di Ferragosto.

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