Perché la lettera di Salvini alla Grillo è politicamente una cialtronata

di Elio Truzzolillo

Pubblicato il 2019-03-07

Come molti sapranno Matteo Salvini ha scritto una lettera al ministro della salute Giulia Grillo affinché sia assicurata, con un decreto, la frequenza scolastica dei bambini non vaccinati fino alla fine dell’anno. Salvini si riferisce alla scadenza del 10 marzo, termine entro il quale i genitori che grazie alla Grillo hanno potuto auto certificare lo …

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Come molti sapranno Matteo Salvini ha scritto una lettera al ministro della salute Giulia Grillo affinché sia assicurata, con un decreto, la frequenza scolastica dei bambini non vaccinati fino alla fine dell’anno. Salvini si riferisce alla scadenza del 10 marzo, termine entro il quale i genitori che grazie alla Grillo hanno potuto auto certificare lo stato vaccinale dei propri figli dovranno produrre la relativa documentazione. In altre parole il prode capitano sostenitore della legge e dell’ordine vuole prospettare una via di fuga a chi abbia certificato il falso o non abbia (vecchio trucco) dato seguito agli appuntamenti presi.

Ma è sotto un altro aspetto che è interessante sottolineare la cialtroneria politica di Salvini. Fatevi una domanda: perché una lettera? La Grillo non si farà certamente influenzare da una lettera di Salvini, al massimo avrebbe dovuto parlarne con Di Maio e poi quest’ultimo avrebbe potuto fare pressioni sulla Grillo. Avete mai sentito di lettere scritte a Toninelli per la questione TAV? Il problema è che al leader leghista non gliene può fregare di meno del decreto in sé, vuole solo stringere pubblicamente l’occhio ai novax senza impegnarsi in promesse o azioni concrete (errore fatto a suo tempo dal M5S). Non sappiamo se questo decreto si farà (tendo a escluderlo e comunque non è questo il punto) ma è evidente che il capo della Lega invece di operare con determinazione per ottenerlo, abbia preferito far finta di chiederlo in modo plateale. Funzionerà? Probabilmente sì. Il fatto è che i novax sono sempre più isolati politicamente e socialmente (al netto delle ipocrite strizzate d’occhio di giornalisti in come Bechis e Belpietro). Ormai al mercato dei voti vengono via con poco, una carezza, una mezza frase, un po’ di solidarietà. Salvini sta facendo come quegli imprenditori che si assicurano delle case per un pezzo di pane all’indomani dello scoppio di una bolla immobiliare. Per dirla tutta, paradossalmente, sarebbe suo interesse che questo decreto non si facesse, il messaggio sarebbe chiaro: “Io ci ho provato amici novax, non è colpa mia se il M5S tentenna”, massimo risultato con il minimo sforzo. Al contrario se il decreto si facesse ci sarebbe un prezzo da pagare. Questa sottile strategia, che consiste nel blandire i novax delusi dal M5S senza esporsi o promettere troppo, non è nuova. Limitandoci al periodo successivo alle elezioni politiche, potremmo ricordare il Salvini che dichiara che 10 vaccini obbligatori sono pericolosi se non dannosi. Un’opinione abbastanza singolare perché se 10 vaccini fossero pericolosi, lo sarebbero indipendentemente dal fatto di essere obbligatori. È, infatti, indiscutibile che il vaccino inoculato non sappia di essere inoculato in quanto obbligatorio o in quanto raccomandato. Oppure si potrebbe ricordare il simpatico video fatto con la candidata alle elezioni abruzzesi Maria Di Domenico, in cui ribadisce la sua volontà di impegnarsi per la libertà vaccinale, sottolineando maliziosamente di non poter fare promesse perché lui è solo contro tutti (traduzione: il M5S ha tradito). Per sapere a quale elettorato si stesse rivolgendo Salvini, basterebbe dare un’occhiata al profilo facebook della candidata in questione e verificare che è un’attiva, convinta e fiera novax.

 

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A questo punto potrei tentare di commuovervi con qualche riflessione sullo stress, sull’ansia e sull’angoscia con cui devono convivere i genitori di bambini immunodepressi, stretti tra la voglia di garantire una vita il più possibile normale ai loro bambini e la paura che una determinata concessione (una giornata al centro commerciale, una festa di compleanno con gli amichetti e persino la semplice frequentazione della scuola) possa avere conseguenze tragiche. Tuttavia, per quanto queste riflessioni sarebbero opportune e la vostra eventuale commozione sacrosanta, preferisco concludere con una considerazione di natura diversa: Salvini non è il cattivo che mira a danneggiare con ogni mezzo una particolare categoria o gruppo per suoi pregiudizi personali. Infatti, per esempio, è stato capace di trasformare la sua grottesca avversione per i meridionali in un altrettanto grottesco nazionalismo patriottico che comprende tutta gli italiani. Salvini è il prototipo della perfetta amoralità del politico rispetto alla necessità del consenso. Per sue autonome convinzioni non è quindi né un novax, né un freevax, né un provax, è semplicemente uno… forse certi termini non sono adatti a un articolo, neanche per fare una provocazione, ma il senso di quello che volevo dire credo sia chiaro a tutti.

 

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