La bestia dell’odio al comando di Salvini contro le ragazzine

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-11-20

Durante la manifestazione studentesca di venerdì scorso (chiamata “No Salvini Day”) alcuni studenti hanno commesso l’errore di sognare per Salvini la fine di Mussolini. Salvini non è Mussolini (e questo è ovvio) ma ciononostante il ministro non ha perso tempo per aizzare le sue truppe contro delle ragazzine, dimostrando di essere proprio alla loro altezza

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Qualche giorno fa i collettivi studenteschi hanno organizzato il “No Salvini Day“, una manifestazione nazionale dichiaratamente contro le politiche del ministro dell’Interno e del governo (tra cui la legge di bilancio, il numero chiuso all’università, l’alternanza scuola-lavoro e l’edilizia scolastica). Puntuali come ogni anno in questa stagione gli studenti “scioperano” per protestare contro il governo, il razzismo, la povertà, la guerra, per la pace e l’uguaglianza. Poco importa chi sta al governo: in autunno gli studenti delle scuole hanno voglia di manifestare, e c’è sempre un motivo per farlo.

Niente di più che una classica manifestazione studentesca

Chi è adulto (almeno anagraficamente) sa che le manifestazioni studentesche sono uno dei riti di passaggio dell’adolescenza. È successo però che alcuni studenti abbiano esposto cartelli in cui si auguravano che Salvini finisse a Piazzale Loreto. Altri invece hanno gridato i soliti slogan contro i matusa e il governo, ricordando i bei tempi andati in cui tra il 1943 e il 1945 «ci divertivamo ad ammazzare questi bastardi». Un’esagerazione visto che chi combatté i fascisti non lo faceva per divertimento (almeno per la gran parte dei partigiani si può dire così) e che i ragazzini che urlano queste cose non di guerre, piazze con cadaveri appesi e fascisti fortunatamente non hanno esperienza diretta. Così come quasi tutti gli italiani.

salvini studenti piazzale loreto - 2
Notare la scelta dell’emoticon rovesciata usata da Salvini

La personalizzazione dello scontro non è una novità, anzi è la diretta conseguenza della personalizzazione della politica del governo. Non si tratta quindi di  una particolare cattiveria nei confronti di Salvini quella di organizzare cortei “contro” di lui. Negli anni scorsi abbiamo avuto il No Monti Day, contro le politiche di austerità del governo Monti. E c’è stato anche un No Renzi Day e ovviamente un corteo contro la “Buona Scuola” contro i ministri Fedeli e Minniti al grido di no alla schiavitù con tanto di attacco ad una sede del PD a Milano.

Quando è che Salvini inizierà a comportarsi da adulto (e da ministro dell’Interno)?

La differenza è che Salvini non è Renzi, Monti, Minniti o la Gelmini (formidabili in quegli anni le proteste contro la ministra del governo Berlusconi). Salvini è un maestro nell’utilizzare a suo vantaggio l’odio che è capace di generare negli avversari politici. Nel capitalizzarlo. Nel convertire il fluido che naturalmente scorre in un paese libero e democratico, quello di chi si oppone pacificamente ma alzando i toni, per fidelizzare le sue truppe. Ecco quindi che tra tutte le immagini dei cortei ha scelto quelle per lui più significative, quella della studentessa che sogna Salvini a Piazzale Loreto e quello del ragazzo che da un camion parla di “ammazzare questi bastardi”. Distillato purissimo di odio adolescenziale che il ministro dell’Interno ha prontamente postato su Facebook per far vedere quanto sono cattivi gli studenti boldriniani e pacifinti.

salvini studenti piazzale loreto - 1

Salvini, quello che paragonava Laura Boldrini ad una bambola gonfiabile, e che ha definito “una sciocchezza” il fatto che alcuni Giovani Padani (quindi tesserati della lega, non studenti qualsiasi) avessero dato fuoco ad pupazzo con la faccia dell’allora presidente della Camera, non si è certo preoccupato per quello che hanno detto o scritto gli studenti. Sa bene che questa è la dinamica dei rapporti di forza tra chi detiene il potere e chi lo contesta. Ma Salvini sa anche che non c’è niente di meglio che gli orwelliani cinque minuti d’odio per cementare il consenso. Quei ragazzi, che nemmeno votano, non hanno alcuna importanza. L’opinione dei sovranisti salviniani invece conta, perché è quella che gli consente di rimanere al governo e vincere le elezioni.

Ecco quindi che un ministro dell’Interno, ministro di tutti gli italiani non solo di chi lo ha eletto, decide scientemente e solo per aumentare il consenso (non ha certo bisogno di essere difeso da una pericolosissima terrorista sedicenne) di postare la foto della ragazzina ben sapendo cosa sarebbe accaduto. Quello che è successo dopo lo si può chiaramente immaginare: decine se non centinaia di commenti con insulti ad una ragazzina. Una ragazza che magari ha l’età di Desirèe Mariottini per la quale la folla dei patridioti si è commossa quando il Capitano si è schierato contro gli immigrati. Il copione è sempre lo stesso e ancora ci stupiamo del comportamento di Salvini. Comportamento che è deprecabile più del cartello della studentessa perché il ministro è un adulto che se la prende coi ragazzini (ottimo esempio di papà, per altro). D’altra parte però, sapendo che Salvini usa questa strategia sarebbe opportuno non dargli gratuitamente l’occasione di adoperarla. Salvini non si combatte con l’odio e con gli insulti, perché è un maestro dell’arte pre-politica (quasi infantile) dello specchio riflesso. Certo, sarebbe bello che Salvini – che ha giurato sul Vangelo davanti ai suoi elettori e che colleziona rosari – imparasse per una volta a porgere l’altra guancia e a comportarsi da adulto.

 

Leggi sull’argomento: Salvini non ha tempo per il film su Cucchi ma per quello sulle foibe sì

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