La storia di Salvini “in missione” al Papeete

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-10-16

Ieri Renzi ha attaccato l’ex ministro dicendo che quando era al Papeete si era fatto “mettere” in missione dal Senato. Ma il leader di Italia Viva sbaglia perché i ministri, in base al regolamento, sono sempre in missione. Il punto però è un altro: perché Salvini era in vacanza al Papeete prima della pausa estiva del Senato? E non fa un po’ ridere l’idea del ministro che è in missione (ma in vacanza) quando gli altri lavorano?

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Ieri sera durante il “duello” a Porta a Porta Matteo Renzi ha rinfacciato a Matteo Salvini di non aver lavorato per gli italiani. In che modo? Il leader di Italia Viva ha detto che quando era Ministro Salvini è andato “una sola volta” ai vertici europei dei ministri degli interni (in realtà Salvini ha partecipato a due incontri su otto). E di aver partecipato in Senato solo a settanta votazioni e su oltre cinquemila votazioni elettroniche. Renzi ha anche ricordato che durante l’ultimo mandato di Salvini come consigliere comunale a Milano il suo tasso di presenze era pari all’1,3%.

L’attacco di Renzi a Salvini sulle “missioni” al Papeete

Ad un certo punto è tornato fuori il Papeete. Salvini ha sempre detto che era in vacanza con suo figlio (quello che si faceva il giretto sulla moto d’acqua della Polizia) e che era un suo diritto farlo. Renzi gli contesta proprio quel punto: «lei avrebbe fatto migliore figura se il 30 luglio, il 31 luglio e il 1 agosto quando era in ferie a Milano Marittima non si fosse messo in missione al Senato». Perché proprio quelle date? Perché in quei giorni si riuniva l’assemblea di Palazzo Madama. E qui c’è il primo problema: il Senato (istituzione della quale Salvini è membro) era al lavoro, il ministro era in vacanza al mare.

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Salvini però contesta all’ex Presidente del Consiglio l’uso del termine: «i ministri sono sempre in missione per regolamento del Senato che lei conosce». In buona sostanza dopo aver spiegato che quelle erano le sue vacanze l’ex ministro dice che non c’è nulla di male se il Senato lo conteggiava come “in missione” perché è così che stabilisce il regolamento. Chi ha ragione? Sul punto del regolamento del Senato ha ragione Salvini.

Cosa dice il regolamento del Senato sui ministri in missione

Partiamo dall’inizio: cose significa che un senatore è “in missione”? Secondo il sito di Palazzo Madama si tratta di un «termine di uso corrente per indicare i Senatori assenti per incarico avuto dal Senato, i quali pertanto non vengono computati ai fini della determinazione del numero legale, così come i Senatori in congedo».  Ora il punto è quello di definire la posizione del senatore che non partecipa ai lavori dell’Aula (e che quindi è “assente”) ma che lo fa per un giustificato motivo. In questo modo il senatore “assente” perché in missione (dal punto di vista formale non è un’assenza) non concorre al numero legale, vale a dire al «numero di senatori presenti che è richiesto affinché l’Assemblea o le Commissioni possano validamente deliberare».  È richiesta la presenza della metà più uno dei senatori ma da quel calcolo vengono esclusi i senatori in congedo e quelli assenti per incarico avuto dal Senato o in ragione della loro carica di Ministro vale a dire del loro ruolo istituzionale.

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Fonte: Regolamento del Senato

Un ministro che non partecipa ai lavori dell’Assemblea o della Commissione non è assente ma è in missione. E questo a prescindere da cosa stia facendo in quanto ministro ma in virtù del semplice fatto che quel senatore è stato nominato Ministro. A stabilirlo è il comma 2 dell’articolo 108 del Regolamento del Senato. Allo stesso tempo il Regolamento non precisa la necessità di spiegare in che cosa consista la “missione” del parlamentare assente giustificato. Ma per Salvini, almeno fino al 4 settembre, la spiegazione era ovvia: era il ministro dell’Interno. Quindi in base al Regolamento Salvini ha ragione. Renzi però probabilmente voleva dire un’altra cosa. Ed infatti poco ribatte che «se fai il ministro stai nelle istituzioni» e all’obiezione di Salvini sul regolamento ribadisce che «quando lei mi dice che lei stava a Milano Marittima in vacanza con suo figlio io le contesto che lei era in missione come le contesto che lei non è mai andato ai vertici europei». Ed è questo il punto. Formalmente Salvini ha ragione, in quanto ministro era in missione perché un ministro è sempre in missione rispetto al ramo del Parlamento in cui è stato eletto. Ma al tempo stesso Salvini era “in vacanza” come ha detto lui stesso, in un periodo in cui però il Senato era ancora al lavoro. In tutto questo naturalmente quello che nessuno ha capito è che genere di attività istituzionale stesse svolgendo in quei giorni Salvini al Papeete (e ricordiamo che è in “missione” anche quando partecipa a comizi del suo partito). Se era in vacanza va benissimo, ma anche i senatori e i ministri in ferie non è che ci possono andare quando vogliono ma lo fanno quando lo decide il Parlamento (per la precisione il Senato ha chiuso “per ferie” l’8 agosto). Se formalmente Salvini ha ragione la sua difesa fa decisamente pena (e acqua da tutte le parti).

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