Salvini ci teneva così tanto all’educazione civica che ha mandato tutto all’aria con la crisi

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-08-20

Non è una promessa importante come quella sull’aumento dell’Iva ma è una delle tante promesse da campagna elettorale del Capitano. A causa del pasticcio che ha combinato ad agosto qualcuno si è dimenticato di pubblicare in Gazzetta Ufficiale la “sua” legge sull’educazione civica. E così c’è la concreta possibilità che si debba aspettare il 2020 per insegnare educazione civica in classe (ma niente paura, perché rimane l’insegnamento di “cittadinanza e costituzione”)

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Quando i leghisti e i sostenitori di Salvini vanno in televisione a raccontare l’ultimo anno di governo non mancano mai di sottolineare ed elencare i brillanti risultati ottenuti. Ultimamente parlano molto poco della riforma della legge sulla legittima difesa, forse perché tutti si sono resi conto che i casi di “legittima difesa” sono cinque all’anno. Parlano poco anche dei due Decreti Sicurezza (il primo veniva chiamato “Decreto Salvini”) perché è ormai evidente che non servono a fermare gli sbarchi.

L’educazione civica nelle scuole? Sì ma dal 2020

Che cosa resta alla Lega? Il DDL Pillon sull’affido condiviso è fermo in Senato e chissà se vedrà mai la luce. Le accise della benzina sono sempre lì. Ma per fortuna c’è la legge che re-introduce l’ora di educazione civica nelle scuole. Salvini ne parla da mesi. A dicembre dello scorso anno prometteva che dal prossimo anno scolastico sarebbe state introdotte le ore di educazione civica al posto dell’ora di Cittadinanza e Costituzione (introdotta nel 2008). Un tema sul quale il vicepremier è tornato spesso nei suoi comizi.

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La bella notizia è che la legge sull’educazione civica nelle scuole è stata approvata. L’approvazione definitiva del Senato è giunta ad inizio di agosto, ma all’articolo 2 del testo si legge che «a decorrere dal 1° settembre dell’a.s. successivo alla data di entrata in vigore della legge, nel primo e nel secondo ciclo di istruzione è attivato l’insegnamento trasversale dell’educazione civica, e che esso è oggetto di valutazione periodica e finale, espressa in decimi». Ed è qui che iniziano i problemi.

Come la crisi innescata da Salvini farà saltare l’ora di educazione civica

In teoria infatti questo avrebbe dovuto significare che la nuova materia sarebbe stata insegnata a partire dall’Anno Scolastico 2019/2020. Ma come spiega ScuolaInforma con ogni probabilità l’introduzione dell’ora di Educazione Civica slitterà a quello successivo, vale a dire a partire dal settembre del 2020. La ragione è semplice. L’anno scolastico inizia il 1 settembre ma  la legge 1264 recante norme sulla “Introduzione dell’insegnamento scolastico dell’educazione civica” non è ancora stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale.

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Per poter entrare in vigore in tempo per il nuovo anno scolastico la legge avrebbe dovuto essere stata pubblicata entro il 16 agosto scorso (calcolando quindici giorni a decorrere dalla pubblicazione la legge sarebbe entrata in vigore il 31 agosto, ovvero alla chiusura dell’AS 2018/2019). Ma complice la “crisi” innescata dal ministro dell’Interno Matteo Salvini qualcuno si è dimenticato di farlo, e la Gazzetta Ufficiale del 16 agosto non è stata nemmeno pubblicata. Per chi ha studiato Educazione Civica (che non significa “buone maniere”) questo significa che per il prossimo anno scolastico non ci sarà alcuna ora di educazione civica nelle scuole.

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Rimane un piccolissimo spiraglio, si potrebbe pubblicare al più presto la legge sulla GU e tenere conto non tanto dell’inizio dell’AS ma dell’apertura delle scuole (a metà settembre). In questo modo con una piccola forzatura rispetto al testo di legge ci sarebbe il tempo per far partire l’insegnamento della nuova materia, anche tenendo conto che in virtù dell’autonomia scolastica gli istituti possono decidere di introdurre la nuova materia. Ma i sindacati degli insegnanti fanno notare che al momento  non è nemmeno chiaro chi dovrà occuparsi di insegnare la materia. Come spiega al Messaggero Marcello Pacifico dell’Anief  ad oggi «non sono stati stanziati fondi e i docenti non hanno avuto la formazione necessaria».

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