Salvini è fatto così: vuole l’educazione civica e poi applaude gli studenti che non vanno a scuola (per andare a un suo comizio)

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-04-01

Oggi a Firenze Salvini ha applaudito a quei ragazzi che hanno deciso di non andare a scuola per assistere ad un suo comizio denigrando anche i loro prof “di sinistra”. Subito dopo però ha promesso loro che da settembre potranno andare a scuola per le lezioni di educazione civica. Chissà se oggi parlava da ministro o da papà

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Era già successo durante la campagna elettorale in Sardegna.A febbraio durante un comizio ad Ozieri Salvini aveva lodato i ragazzi dello scientifico che «avevano trovato un buon motivo per non andare in classe» quel giorno per assistere ad un suo comizio. «Oggi non c’è nessuno in classe ad Ozieri, ma ne vale la pena» aveva chiosato Salvini dopo aver appreso che in piazza c’erano anche gli studenti dell’agrario. E siccome Salvini è un disco rotto che ripete sempre le stesse cose durante la sua campagna elettorale permanente in giro per l’Italia oggi a Firenze, nel quartiere Isolotto, non si è smentito.

Il senso di Matteo Salvini per il rispetto e l’educazione civica

E così nell’aprire il suo comizio il ministro dell’Interno ha ringraziato «i ragazzi che vedo di quindici, sedici, diciassett’anni che magari si sono presi una giornata di pausa da scuola. C’è sempre tempo per tornare a scuola. Salutatemi domani i prof di sinistra che tanto non mancano mai». Un classico: bacioni ai rosiconi che rimangono in classe a fare il loro lavoro, e un abbraccione anche a quegli studenti che a scuola ci vanno ogni giorno. Eppure qualcosa non torna. Salvini è quello dell’ordine e della disciplina. Che vuole il ritorno del grembiule obbligatorio (ma non dei vaccini). Che fa approvare la mini naja di sei mesi per gli studenti tra i 18 e i 22 anni ma che sogna il ritorno della leva militare obbligatoria: «sei o sette mesi di servizio militare farebbero bene ai ragazzi. Io rimetterei volentieri la leva, prima o poi si farà»

salvini scuola educazione civica - 1

Oggi a Firenze Salvini ha fatto di meglio. Perché nel lodare i ragazzi che fanno sega a scuola e prendere i giro quei frustrati dei loro docenti di sinistra ha ribadito che il suo governo ha in mente un piano per insegnare alle giovani generazioni il rispetto. «Ci stiamo lavorando: ad esempio da settembre una riforma che costa zero. Torna l’educazione civica come materia sui banchi di scuola. Così magari uno re-impara il rispetto che il papà e la mamma non sono stati in grado di trasmettergli come valore». D’accordo, anche questa “notizia” non è freschissima (ne aveva parlato proprio ad Ozieri) ma la cosa divertente è che Salvini pretende che gli studenti siano meglio di lui. Perché dice che andranno a scuola ad imparare il rispetto per gli altri a degli studenti che: non sono a scuola e non andandoci hanno già dimostrato poco rispetto per i loro docenti. Lo dice mentre sfotte gli insegnanti “di sinistra” contribuendo così alla sistematica denigrazione del corpo docente da parte dei politici. E lo dice senza pensare che in futuro qualche studente potrebbe saltare la lezione di educazione civica proprio per assistere ad un suo comizio.

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Salvini ha poi spiegato che «rispetto significa non essere d’accordo con qualcuno però lasciare che questo qualcuno esprima le sue idee». Il fatto che lui metta continuamente alla gogna tutti coloro, specialmente donne e ragazzine, che non la pensano come lui è solo una coincidenza. Così come è una coincidenza che Salvini si lamenti del fatto che per colpa dei centri sociali è costretto a fare i comizi circondato da un massiccio spiegamento di forze dell’ordine che blocca e paralizza i quartieri e le città dove va. Ma Salvini forse si è dimenticato che è il Ministro dell’Interno, e che è assolutamente normale ed anzi doveroso che venga protetto da Carabinieri e Polizia per evitare incidenti e disordini? Ecco scoperto un altro crimine della sinistra. Ma c’è rimedio: Salvini si può dimettere e tornare un cittadino come tutti e provare l’ebbrezza di essere caricato dalla Celere.

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