Per Salvini “Bella Ciao” è un insulto

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-12-03

Il Ministro dell’Interno continua nella sua meticolosa costruzione di avversari politici da odiare. Anche questa volta si tratta di donne (ma tu guarda il caso) colpevoli di aver cantato una canzone sovversiva e “comunista”

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L’accoglienza ricevuta durante il tour elettorale in Sardegna deve aver davvero turbato il nostro povero ministro dell’Interno. Da giorni infatti Matteo Salvini allieta i suoi fan con le brutte cose che gli sono successe sull’isola per colpa dei soliti buonisti, rosiconi di sinistra che hanno esercitato il legittimo diritto di manifestazione durante le diverse tappe della visita del vicepremier in terra sarda.

Salvini e i patridioti contro chi canta Bella Ciao

Salvini non è minimamente preoccupato da fischi e contestazioni. Da tempo ha capito di poter usare “l’odio” politico nei suoi confronti a suo vantaggio. Il ministro dell’Interno è l’unico leader politico italiano (e a livello mondiale se la gioca a pari merito con Donald Trump) che ha fatto del vittimismo una sensazionale arma di propaganda. L’ultima trovata del Segretario della Lega è quella di esporre alla gogna dei suoi fan un gruppo di persone (inizialmente sono tre donne, perché Salvini è un signore) che canta Bella Ciao.

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La canzone però è considerata il simbolo della Resistenza (anche se storicamente non fu così). A questo aggiungete il fatto che due delle tre protagoniste del video indossano la bandiera arcobaleno della pace e avrete commenti come questi. Persone che se la prendono perché “i canti comunisti” possono essere eseguiti in pubblico mentre quelli fascisti nemmeno sotto la doccia.

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Ma Bella Ciao oltre a non essere un canto comunista (nonostante quello che si crede non è l’inno della Resistenza) non è nemmeno offensiva. Per Salvini però sembra di capire che cantare Bella Ciao sia una specie di insulto. E lo è perché il Ruspa sa che i suoi elettori ritengono sia così.

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Seguono centinaia di post equamente divisi tra i nostalgici del Fascismo che rivendicano il diritto di cantare Faccetta Nera o Giovinezza e sovranisti più post-ideologici che vanno subito al sodo e attaccano la solita litania degli insulti contro le tre donne, variamente definite come esaltate, pidocchiose, a caccia di clandestini (gli unici che se le prenderebbero), sfigate o bisognose di una seduta dallo psicoanalista. Ma cosa hanno fatto queste pericolosissime sovversive? Hanno cantato una canzone che è talmente pop da diventare uno dei tormentoni di una serie tv (la Casa di Carta). Non hanno insultato Salvini, eppure il ministro dell’Interno – che è ministro di tutti gli italiani e non solo dei suoi elettori – ha deciso di prenderle di mira lo stesso. Viene quasi il dubbio che Matteo Salvini sia misogino.

Leggi sull’argomento: Le due donne identificate per aver cantato “Bella Ciao” durante un comizio di Salvini

 

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