Salvini bairindi: perché il ministro è l’ultimo a doversi lamentare del politicamente scorretto

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-11-21

A Cagliari sono comparsi i volantini contro Salvini che domani sarà in Sardegna per la campagna elettorale per le regionali. Nessuno sa chi siano gli autori ma per la Lega si tratta ovviamente dei centri sociali. Oggi Salvini se la prende con “i soliti idioti” dei manifesti, dieci anni fa lanciava uova contro D’Alema, forse c’è speranza per tutti

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Domani e venerdì il ministro dell’Interno Salvini sarà in Sardegna per il tour elettorale delle regionali. Come già successo in passato in occasione del primo raduno dei sostenitori di “Noi con Salvini” a Cagliari lo scorso anno la città è stata tappezzata di volantini e manifesti contro Salvini. Il segretario della Lega sarà a Cagliari il 24 novembre per il congresso del Psd’Az durante il quale verrà annunciato il nome del candidato del centrodestra per le elezioni regionali.

I manifesti contro Salvini a Cagliari

In un volantino si legge “contrastiamo il razzismo, respingiamo Salvini“. Un chiaro riferimento alle politiche del ministro in campo di immigrazione e sicurezza con la stretta sulla concessione del permesso di soggiorno per motivi umanitari. In altri invece Salvini è ritratto a testa in giù con la scritta “Salvini Bairindi“, Salvini Vattene. In un fotomontaggio Salvini – con addosso la polo della Polizia di Stato – è al centro di un mirino «sputare è il primo passo» è l’invito (ma curiosamente nei post di Salvini la scritta è tagliata e così si può pensare al peggio). In un altro si vede qualcuno che tenta di “strozzare” il leader della Lega. «Contro il razzismo, fino all’ultimo respiro» recita la didascalia.

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Subito Salvini ha postato la notizia sui social, prima nel gruppo Facebook “Salvini Leader” poi sulla sua pagina. I deputati leghisti Eugenio Zoffili e Guido De Martini hanno annunciato provvedimenti: «Presenteremo denuncia alle forze dell’ordine perché chi ha fatto questi volantini è un delinquente» il sospetto è che gli autori dei manifesti e degli striscioni (ne era comparso uno sabato 17 sulle transenne del cantiere della rotatoria Piazza Costituzione, ai piedi del Bastione di Saint Remy) siano riconducibili al centro sociale attivo a Cagliari (il centro sociale di Cagliari è il  Sa Domu ma non c’è nessuna rivendicazione). «Se cioè sarà confermato – concludono i deputati della Lega – faremo di tutto perché il centro chiuda».

Quando Salvini difendeva le proteste politicamente scorrette

Come sempre Salvini non ha perso l’occasione per prendersela con i “soliti idioti” che lo minacciano e gli augurano la morte. La macchina della propaganda della Lega è straordinaria: da un lato predica odio nei confronti di Rom, migranti, Ong, risorsebuonistiboldriniani dall’altro invece si spaventa per dei manifesti che sono sempre i soliti manifesti che da sempre i movimenti antagonisti utilizzano per esprimere il dissenso contro Salvini (o il ministro di turno). Certo, è sbagliato augurare la morte ad una persona ma in queste occasioni, visto che minacce circostanziate non ce ne sono ci viene da usare le parole di Salvini quando i Giovani Padani (che invece sono sicuramente leghisti) diedero alle fiamme un pupazzo con la faccia di Laura Boldrini: «una sciocchezza».

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La contestazione del resto è il sale della democrazia ed è noto che soprattutto i movimenti extraparlamentari non vadano per il sottile quando si tratta di muovere delle critiche. Non è che la Lega, che è un partito a tutti gli effetti, abbia una storia diversa. Che dire poi di quando il deputato leghista Luca Leoni Orsenigo sventolò il cappio nell’Aula di Montecitorio contro i ladri (e oggi vota l’ennesimo condono fiscale) o di quanto Umberto Bossi parlava dei fucili caldi e dei trecentomila padani pronti a diventare martiri? Fortunatamente nessuno l’ha preso sul serio.

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via Facebook.com

Nemmeno Salvini del resto ha una storia immacolata. Ultimamente se la prende con le “zecche rosse” che lo insultano e lo minacciano ma nel 1999 fu condannato a 30 giorni per oltraggio a pubblico ufficiale per un lancio di uova a D’Alema. Un gesto che nella sua scheda sul sito del movimento dei Giovani Padani commentava così: «politicamente scorretto ma ne valeva la pena». Ecco: se gli autori dei manifesti contro Salvini sono responsabili di qualche fatto di rilevanza penale li si denunci e li si condanni. Ma Salvini non deve dimenticare di quando difendeva i gesti politicamente scorretti.

 

Foto Copertina via Facebook.com

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