Roberto Gualtieri: il ministro dell’Economia e gli aumenti selettivi dell’IVA

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-09-29

Secondo il meccanismo del cashback ci sarà una imposta più leggera per chi utilizza mezzi di pagamento elettronici e rincari, invece, per chi paga in contanti: salto dal 10 al 12% per chi paga cash, e giù al 9% per chi salda il conto con le carte

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“Una delle ipotesi allo studio, che non è necessariamente quello che si farà, potrebbe vedere alcuni prodotti di maggior consumo con una riduzione e altri con tasso maggiore evasione con un piccolo incremento, compensato però da una riduzione qualora si usasse la moneta elettronica. Questa è una delle ipotesi ma ce ne sono altre, diverse, non sarebbe serio da parte mia accreditarne una”: Roberto Gualtieri a In 1/2 Ora in più da Lucia Annunziata spiega a grandi linee quello che sarà contenuto nella nota di aggiornamento al DEF – e quindi nella Legge di Bilancio – a proposito dei famigerati aumenti selettivi dell’IVA su alcuni beni o servizi. Il meccanismo descritto è quello che viene chiamato attualmente cashback.

Roberto Gualtieri: il ministro dell’Economia e l’aumento selettivo dell’IVA

Secondo questo sistema ci sarà una imposta più leggera per chi utilizza mezzi di pagamento elettronici e rincari, invece, per chi paga in contanti: salto dal 10 al 12% per chi paga cash, e giù al 9% per chi salda il conto con le carte. L’esecutivo è orientato verso le ipotesi di aliquote differenziate a seconda degli strumenti di pagamento usati. Tenendo ferma l’aliquota al 22%, ci sarebbe una penalizzazione di un punto su quella del 10% per i pagamenti cash, e uno sconto di due o tre punti per chi paga con le carte. Nel complesso l’Iva si ridurrebbe, garantendo però un incasso maggiore grazie all’emersione di una certa quota di transazioni.

Si dovrebbe intervenire sull’aliquota Iva oggi al 10%, quella più comune e che si applica ad esempio ai ristoranti. Sembra esclusa quella al 22%, già alta. E anche quella al 4%, considerata residuale e con un valore sociale. Dovrebbe funzionare così: chi decide di pagare in contanti versa un’Iva più alta, l’ipotesi è di portarla al 12%. Chi invece salda con carta di credito o bancomat alla cassa paga sempre un’Iva del 12%. Ma nell’estratto conto dello stesso mese o del mese successivo, il meccanismo si chiama cash back ed è ancora in fase di studio, se ne vede restituire il 3%.

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Come avvengono le transazioni in Italia (Il Messaggero, 28 settembre 2019)

Il ministro ha promesso anche agevolazioni riguardo le commissioni da pagare alle banche: “C’è un costo molto alto per i piccoli esercenti” nella transazione elettronica mentre con le banche “i grandi riescono a contrattare una commissione molto bassa: è giusto alzare in modo consistente la soglia zero commissioni e anche ridurre in modo altrettanto consistente la commissioni per gli esercenti che non hanno potere”. Ma la “sfida” di evitare l’aumento dell’Iva con la prossima manovra, aggiunge, “può essere più facilmente affrontata se c’è un meccanismo che punti a sterilizzare l’aumento ma ci consenta anche di affrontare una grande sacca di inefficienza” rappresentata dall’evasione fiscale. “Se teniamo conto che sono stimati 107 miliardi l’anno di evasione fiscale che se anche in parte venissero recuperati consentirebbero misure degne di un Paese civile, un governo che vuole impostare una crescita virtuosa del Paese non può non affrontare questa questione”.

Una manovra da 30 miliardi

Il ministro ha detto che la cifra di trenta miliardi per la prossima Legge di Bilancio è molto vicina alla realtà, anche considerando che ne servirebbero 23 per coprire interamente le clausole di salvaguardia dell’IVA.  “Realizzeremo una piccola espansione per conciliare l’equilibrio dei conti con l’impegno di ridurre il debito pubblico ma allo stesso tempo senza dover fare una manovra restrittiva che avrebbe effetto negativo sull’economia”, ha poi detto Gualtieri riferendosi alle coperture.  Il governo non farà dunque una manovra restrittiva, “nonostante – ha spiegato il ministro – la richiesta iniziale dell’Europa, che diceva di ridurre dello 0,6% il deficit strutturale. Faremo una piccola espansione”, sempre con l’obiettivo di “ridurre il debito pubblico”. Alla domanda su quale sarà, tra quelle circolate, la percentuale del deficit, se si collocherà tra il 2,1% e il 2,2% o si spingerà al 2,4%, Gualtieri ha risposto che “forse è meglio non dichiarare il 2,4% e poi fare il 2,04% e nel frattempo avere un’impennata dello spread”. L’idea è quindi quella di “una saggia via di mezzo”.

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Le clausole di salvaguardia e i governi (La Repubblica, 28 agosto 2019)

Gualtieri ha promesso anche la riduzione del cuneo fiscale:  “Noi vogliamo ridurre la tassazione sul lavoro, per noi è un primo passo” per poi “impostare un lavoro di rimodulazione più ambizioso per ridurre le tasse sul lavoro e sull’impresa”, ispirato “ai principi della progressività”, partendo “dai redditi bassi e i ceti medi”. Infine, una promessa verde: nella legge di bilancio “vogliamo essere molto ambiziosi e affrontare i grandi nodi strutturali e grandi sfide come quella del mutamento climatico. Se non riduciamo le emissioni e le portiamo a zero nel 2050 mettiamo a rischio la vita sulla terra. Dobbiamo essere seri su questo, pensando alle prossime generazioni. La componente Green new deal è un grande pilastro, molto profondo e molto radicale per questo governo”.

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