Politica
La doppia morale del M5S sui suoi condannati
Alessandro D'Amato 05/11/2017
Roberto Fico sostiene in un’intervista a Repubblica che il M5S manda via immediatamente chi è condannato. Dimentica, curiosamente, il caso della sindaca di Anguillara. Identico a quello di Ciappina. Ma con un finale per ora diverso
Roberto Fico in un’intervista rilasciata ad Annalisa Cuzzocrea di Repubblica oggi parla del caso di Gionata Ciappina, candidato in lista con Giancarlo Cancelleri in Sicilia per il MoVimento 5 Stelle e della scoperta della Stampa di una sua condanna a due mesi di reclusione con non menzione nella fedina penale perché, da carabiniere e insieme a un collega, è stato beccato a dormire invece di pattugliare. Fico, come spesso gli succede – memorabile l’occasione in cui spiegava l’enorme sacrificio di prendere tremila euro al mese – dimostra di avere un rapporto molto fantasioso con la realtà dei fatti.
Avevate un condannato in lista. Forse non bastano i filtri “meccanici”, come la fedina penale pulita. Bisogna conoscere le persone, non crede?
«Il punto è cosa accade quando veniamo a sapere che uno dei nostri candidati è condannato: noi lo abbiamo mandato via immediatamente, anche se si trattava di una condanna di 2 mesi emessa dal tribunale militare perché quando era carabiniere aveva lasciato il posto di blocco incustodito. Gli altri partiti invece si tengono arrestati, condannati per reati di corruzione, asso
ciazione a delinquere e altri reati gravissimi. C’è una differenza abissale».
Roberto Fico e la doppia morale del M5S sui suoi condannati
Il presidente della Commissione di Vigilanza della RAI infatti sostiene che “quando veniamo a sapere che uno dei nostri candidati è condannato lo mandiamo via immediatamente”. Forse perché “dimentica” il caso della sindaca di Anguillara Sabrina Anselmo. Ed è strano che lo “dimentichi”, visto che è praticamente identico a quello di Gionata Ciappina: anche lei aveva ricevuto una condanna per calunnia non menzionata nella fedina penale, anche lei è stata eletta nel M5S come sindaca ma lei, a differenza di Ciappina, è ancora nel M5S nonostante i fatti siano noti dal 22 luglio scorso, quando un plico, inviato al capogruppo M5S di Anguillara Antonio Fioroni, faceva riferimento a una condanna a 12 mesi nei confronti della Anselmo per calunnia, risalente al 2008 e poi condonata. A rendere nota la notizia della consegna del pacco senza mittente era stata la stessa Anselmo, denunciando che “le forze che da sempre governano il nostro Comune hanno tolto la maschera utilizzando lo strumento della macchina del fango per screditare l’operato di questa amministrazione”.
La Anselmo è stata condannata nel 2008 con sentenza del giudice Giovanni Giorgianni: nel febbraio del 2006 aveva “denunciato falsamente lo smarrimento”, presso la locale stazione dei Carabinieri, di tre assegni, “incolpando così del reato i successivi prenditori, sapendoli innocenti”. Dopo il rinvio a giudizio, il legale della Anselmo chiese il patteggiamento, per evitare alla donna (allora estranea alla vita politica) un procedimento giudiziario non semplice da affrontare che avrebbe potuto portare a condanne penali anche superiori. All’epoca il MoVimento 5 Stelle fece sapere che della vicenda era stato interessato il collegio dei probiviri, che amministra la giustizia in nome e per conto del M5S con qualche scivolone come quello in cui è incappato il caso della consigliera Cristina Grancio. Si attendevano sanzioni visto che il caso era abbastanza solare e chiaro a tutti. Tanto che la stessa Sabrina Anselmo aveva annunciato l’intenzione dei consiglieri di continuare ad amministrare la città senza dare le dimissioni anche in caso di ritiro del simbolo da parte del MoVimento 5 Stelle.
E invece, passati due mesi e mezzo dall’accaduto – il concetto di “immediatamente” che spiegava Roberto Fico nell’intervista, insomma – la sindaca di Anguillara è ancora lì con il logo del M5S. In attesa magari che passi il periodo elettorale. Di certo senza nessuna spiegazione da parte del M5S. La trasparenza, avete presente?
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