I “responsabili” di Forza Italia per il governo M5S-Lega

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-04-05

L’ipotesi di una sommossa parlamentare interna nel partito del Cavaliere per trovare i voti che mancano all’esecutivo a trazione Di Maio-Salvini. I personaggi che potrebbero guidare la transizione. Il precedente della scorsa legislatura. E l’alternativa del voto a giugno

article-post

Nessuna intesa con Berlusconi, ma i voti dei “responsabili” di Forza Italia potrebbero far partire un governo a guida M5S-Lega. Le ultime indiscrezioni dal parlamento, riportate oggi da Ilario Lombardo sulla Stampa, puntano su una sommossa parlamentare interna nel partito del Cavaliere per trovare i voti che mancano all’esecutivo a trazione Di Maio-Salvini. Un’ipotesi che oggi sembra avere scarsa credibilità, eppure è la stessa che portò nella scorsa legislatura alla nascita dei governi con Angelino Alfano e i suoi in campo.

I “responsabili” di Forza Italia per il governo M5S-Lega

Il quotidiano torinese riporta l’ennesima indiscrezione anonima: «I nostri senatori parlano con i colleghi leghisti e di Fi. Sono sicuri che qualcuno per fare una maggioranza si troverà». I parlamentari scommettono, insomma, su un’implosione di FI e su una pattuglia di nuovi «responsabili» pronta ad attaccarsi al carro di Salvini al momento opportuno. Per l’avverarsi dell’ipotesi però ci dev’essere un periodo di stallo prolungato e la promessa-minaccia di nuove elezioni, che potrebbero portare ad assottigliare ancora la pattuglia di deputati e senatori di Berlusconi. Oppure un travaso di parlamentari verso la Lega.

luigi di maio governo

La prospettiva non risolverebbe il problema che si segnalava qui ieri, ovvero il fatto che le giunte di centrodestra in tutta Italia sarebbero a rischio se Salvini decidesse davvero di andare a muovere guerra alla sua coalizione. E rimane l’incognita di Fratelli d’Italia, che finora in effetti ha dato prova di scarsa indipendenza nei confronti della Lega in occasione della promessa di dimissioni della giunta regionale del Lazio e questo si ripercuote sui sondaggi che danno il partito della Meloni stabile o in perdita con un travaso di voti verso Salvini.

La fronda interna in Forza Italia

Eppure, spiega ancora Ilario Lombardo, la prospettiva sembra interessare i molti che in Forza Italia giocano da soli e potrebbero essere interessati ad attaccarsi al carro del vincitore Salvini:

Quel che è certo è che Fi è in sommovimento. La fronda del Nord, guidata da Giovanni Toti, spinge per il partito unico del centrodestra. Una soluzione che rafforzerebbe Salvini, permetterebbe un’operazione di «make up» per nascondere Berlusconi e renderebbe l’intesa più digeribile per i grillini, magari in cambio della premiership a Di Maio e di ministeri d’area a Fi. In fondo tra i 5 Stelle già si parla di spartizione di dicasteri, visto che dal M5S filtra l’indiscrezione che alla Difesa dovrebbe andare Guido Crosetto, di Fdi.

sondaggio governo lega m5s
Il sondaggio SWG sul governo Lega-M5S (Il Messaggero, 30 marzo 2018)

E anche le nomine dell’azzurra Maria Elisabetta Casellati al Senato o del grillino Vito Crimi alla commissione speciale sono segnali che indicano una rotta rischiosa ma possibile. È vero che Berlusconi ha chiesto ai leghisti di reagire con più durezza dopo il pallido comunicato di Salvini contro i veti di Di Maio, e Giancarlo Giorgetti lo ha fatto, agitando lo spettro del voto. Ma è anche vero che il grillino ha risposto con un sondaggio di Demopolis che dà il M5S al 35% e la coalizione di destra inchiodata al 37%.

Un cambio di prospettiva

Rimane il problema dell’incasso di un sostegno politicamente “curioso” per Di Maio, soprattutto alla luce delle tante polemiche sugli “impresentabili” scatenate dal MoVimento 5 Stelle in campagna elettorale (e quanto accaduto in Sicilia alla Lega, che però ieri i grillini nazionali hanno stranamente – o forse no – ignorato). E così il M5S si troverebbe a fare il contrario di quello che tanti autorevoli commentatori vicini al partito di Grillo e Casaleggio Junior gli stanno consigliando.

forza italia lega
L’avvocato Salvino Caputo, il dirigente della Lega arrestato oggi insieme al fratello Mario con l’accusa di voto di scambio, è un politico di lungo corso che ha militato sempre nelle fila del centrodestra. Ex attivista del Msi, per due volte sindaco di Monreale, è stato per quattro legislature deputato regionale eletto con An e Forza Italia prima e con il Pdl poi. Nella primavera scorsa, infine, l’approdo alla Lega con la nomina a commissario straordinario del movimento Noi con Salvini per i comuni della provincia di Palermo.

Per questo Alberto Mattioli, sempre sulla Stampa, fa i nomi di chi potrebbe fare da pontiere tra Lega e MoVimento 5 Stelle. Tra questi c’è un grande ritorno: quello di Giulio Tremonti, più volte ministro dell’Economia con Silvio Berlusconi, piace molto ai leghisti e un anno fa scrisse una lettera conto il fiscal compact che fu pubblicata dal blog di Grillo.

L’ipotesi alternativa del voto a giugno

L’ipotesi alternativa resta quella del voto a giugno. Anche se le legislature più brevi sono durate almeno due anni, l’alternativa alla fase di stallo è un clamoroso regolamento di conti a mezzo urne, a questo punto con la stessa legge elettorale i cui effetti sarebbero però superati dalla litania del voto utile, con Di Maio e Salvini che parlerebbero agli elettori dei partiti a loro vicini per chiedere la fiducia che i partiti non hanno voluto accordare loro per il governo.

coalizioni parlamento
Le coalizioni possibili in Parlamento (La Repubblica, 5 aprile 2018)

Spiega Claudio Tito su Repubblica che “il progetto di costruire un nuovo bipolarismo farebbe perno sulla speranza di una sorta di plebiscito bi-direzionale. Con il Movimento 5 Stelle a caccia dell’elettorato del Pd proprio nel momento di maggior confusione dei democratici ancora alla ricerca di un nuovo leader. E con la Lega pronta a raccogliere le spoglie di Forza Italia e dar vita al partito unico del centrodestra. Entrambi confidano nei sondaggi che assegnano loro uno score migliorativo rispetto ai risultati del 4 marzo scorso. C’è un altro aspetto che dal punto di vista di Salvini e Di Maio, richiede celerità. Le elezioni anticipate a giugno sono praticabili se non trovano resistenza nei loro rispettivi gruppi parlamentari. Questa condizione è riscontrabile solo in questa fase. Se nascesse un qualsiasi governo, i freni interni e i cambi di casacca sarebbero la nota distintiva di questa legislatura”.

Leggi sull’argomento: Di Maio e il contratto alla tedesca che PD e Lega non potranno rifiutare

Potrebbe interessarti anche