Opinioni
I renziani che accusano Zingaretti per il voto in Basilicata
dipocheparole 25/03/2019
Pareva che non aspettassero altro. I risultati del voto in Basilicata non hanno premiato il Partito Democratico, che ha perso la Regione dopo 24 anni di governo e in seguito alle inchieste giudiziarie che hanno travolto la giunta di Marcello Pittella. E da ieri sera, dopo i risultati, molti esponenti renziani del Partito Democratico sono […]
Pareva che non aspettassero altro. I risultati del voto in Basilicata non hanno premiato il Partito Democratico, che ha perso la Regione dopo 24 anni di governo e in seguito alle inchieste giudiziarie che hanno travolto la giunta di Marcello Pittella. E da ieri sera, dopo i risultati, molti esponenti renziani del Partito Democratico sono passati all’attacco del segretario Zingaretti e della sua strategia del “campo largo”, ovvero dell’allargamento del centrosinistra che presuppone il superamento del partito unico di Renzi. Tra questi spicca Francesca Barracciu, ex sottosegretaria ed europarlamentare costretta alle dimissioni dopo un’accusa di peculato che le è costata una condanna a quattro anni di carcere nell’ambito dello scandalo sui fondi destinati ai gruppi del Consiglio regionale della Sardegna e spesi per fini non istituzionali.
Barracciu non è sola. Molti renziani hanno sfottuto la corrente di Zingaretti dopo la sconfitta in Basilicata.
E hanno puntato il dito sulla strada indicata dal segretario che ha raggiunto il 20% solo grazie a “un’accozzaglia di liste” – e la parola ricorda gli schieramenti durante il referendum – che però non ha portato al successo:
Ma c’è spazio per altre analisi anche nella corrente renziana. Il senatore Salvatore Margiotta dice esplicitamente su Twitter che la colpa non è né di Renzi né di Zingaretti ma della disgregazione del PD locale dopo le inchieste su Pittella e sottolinea la strategia suicida di un’intera classe dirigente.
Anche Anna Ascani su Facebook chiede di non esultare per le sconfitte e nei commenti se la prende con “quelli bravi”:
E infine arriva anche Luciano Nobili:
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