Come si è svuotato il reddito di cittadinanza

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-11-27

La realtà sarà diversa da quanto promesso in campagna elettorale. Sono stati stanziati 9 miliardi totali, dimezzando il fabbisogno indicato dallo stesso MoVimento 5 Stelle. E il bello è che i conti non tornano lo stesso

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Enrico Marro sul Corriere della Sera oggi torna sul reddito di cittadinanza e sugli importi destinati alle famiglie in povertà relativa, confrontando le promesse della campagna elettorale con la realtà degli stanziamenti di oggi, che, come era stato fatto notare a più riprese, non fanno tornare i conti. Nella passata legislatura i 5 stelle presentarono nel 2013 una proposta di legge che già indicava un sussidio fino a 780 euro al mese per chiunque non arrivasse a questo reddito, prevedendone il costo annuo, sulla base delle stime fatte dall’Istat, in quasi 17 miliardi all’anno. Questa misura fu quindi riproposta nel programma elettorale del Movimento guidato da Luigi Di Maio, precisando che il sussidio sarebbe andato a 9 milioni di poveri, che una famiglia di 4 persone «può arrivare a percepire anche 1.950 euro» al mese e che circa 2 miliardi sarebbero stati destinati al potenziamento dei centri pubblici per l’impiego che avrebbero gestito la riforma. Mantenendo fermi i punti cardine la proposta fu quindi trasferita nel cosiddetto «contratto di governo» alla base dell’esecutivo Conte. Anzi, al reddito di cittadinanza, si aggiunse la pensione di cittadinanza per tutti i pensionati poveri, il cui assegno sarebbe stato appunto integrato fino a 780 euro.

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Dove e a chi andrà il reddito di cittadinanza (Il Messaggero, 25 novembre 2018)

Ma proprio queste premesse dimostrano che la realtà sarà diversa da quanto promesso in campagna elettorale. Sono stati stanziati 9 miliardi totali, dimezzando il fabbisogno indicato dallo stesso MoVimento 5 Stelle. E il bello è che i conti non tornano lo stesso:

Se prendiamo gli 8 miliardi destinati complessivamente a reddito e pensioni di cittadinanza e li dividiamo per i 5 milioni di persone in condizioni di «povertà assoluta» secondo l’Istat, otteniamo una media di 1.600 euro all’anno, cioè 133 euro al mese per 12 mesi. Anche riducendo l’erogazione a 9 mesi, perché ora si ipotizza che i primi assegni verranno pagati ad aprile, si sale solo a 177 euro al mese.

Prendendo più correttamente a riferimento le famiglie in povertà assoluta (1,8 milioni) perché il requisito per ottenere il sussidio sarà l’Isee, cioè l’indicatore della ricchezza familiare, si ottiene che ad ogni famiglia dovrebbero andare in media 4.444 euro all’anno, cioè 370 euro al mese su 12 mesi o 493 euro su 9 mesi.

E c’è da sottolineare che questi sono i numeri indicati dal governo prima della trattativa con Bruxelles: sarà difficile sostenere la tesi che li abbiano cambiati per colpa loro.

Leggi sull’argomento: I tre operai in nero e i vigili nel terreno di Antonio Di Maio

 

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