Quando Salvini fu condannato per razzismo

di Mario Neri

Pubblicato il 2020-01-11

Il giornale torinese Cronaca Qui racconta una notizia che è emersa nelle carte del processo per vilipendio della magistratura che Matteo Salvini sta affrontando – e nel quale ha invocato il legittimo impedimento in un’occasione, senza che il tribunale glielo abbia riconosciuto – per le frasi contro i giudici pronunciate per difendere Edoardo Rixi: il …

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Il giornale torinese Cronaca Qui racconta una notizia che è emersa nelle carte del processo per vilipendio della magistratura che Matteo Salvini sta affrontando – e nel quale ha invocato il legittimo impedimento in un’occasione, senza che il tribunale glielo abbia riconosciuto – per le frasi contro i giudici pronunciate per difendere Edoardo Rixi: il Capitano ha ricevuto un decreto penale di condanna da un giudice di Bergamo con il pagamento di una pena pecuniaria di 5.700 euro per il famoso coro razzista contro i napoletani “colerosi e terremotati”.

I fatti risalgono al 13 giugno del 2009, il popolo del Carroccio è in festa a Pontida. E, come accade oggi per il procedimento in cui Salvini è sotto accusa per le frasi pronunciate al congresso di Collegno in cui definì i giudici «schifezza», a documentare tutto c’è un video. Salvini, 36 anni, allora deputato alla Camera, parlamentare europeo e capogruppo della Lega Nord al comune di Milano è quello in maglietta con una media bionda in mano sulla sinistra.

salvini condannato per razzismo

Il video è quello ormai “famoso” in cui il Capitano con un bicchiere di birra in mano e attorniato da con un gruppo di persone lancia un ritornello: «Senti che puzza,scappano anche i cani. Sono arrivati i napoletani…». Due cittadini napoletani hanno sporto una querela finita alla procura di Bergamo, che ha iscritto Salvini nel registro degli indagati per diffamazione e violazione della legge Mancino, che punisce “chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”. L’accusa, ritenendo che l’indagato potesse subire soltanto una pena pecuniaria, ha chiesto e ottenuto dal giudice l’emissione del decreto penale di condanna finito adesso agli atti del processo torinese.

Il decreto penale di condanna è un procedimento speciale il cui scopo è quello di saltare sia l’udienza preliminare sia il dibattimento.

E’ disposto dal giudice su richiesta del pubblico ministero quando quest’ultimo ritenga che possa essere applicata esclusivamente una pena pecuniaria anche se in sostituzione di pena detentiva (purché non sia necessario applicare anche una misura di sicurezza). La richiesta del pubblico ministero avviene entro sei mesi dall’iscrizione della notizia nell’apposito registro delle notizie di reato.

salvini condannato razzismo coro napoletani

L’imputato ha la possibilità di opporsi al decreto penale di condanna entro 15 giorni dall’emissione dello stesso richiedendo o il giudizio abbreviato, o l’applicazione della pena o il giudizio immediato. Il giudice dovrà poi valutare se sussistono i requisiti per dichiarare l’opposizione ammissibile, altrimenti il decreto diviene esecutivo.

Non sappiamo se dopo il decreto penale Salvini abbia fatto opposizione. Per quanto riguarda invece il processo per vilipendio, queste le frasi pronunciate dal segretario della Lega Nord nel febbraio 2016: «Qualcuno usa gli stronzi che mal amministrano la giustizia. Se so che qualcuno, nella Lega, sbaglia sono il primo a prenderlo a calci nel c… e a sbatterlo fuori – aveva detto Salvini -. Ma Edoardo Rixi è un fratello e lo difenderò fino all’ultimo da quella schifezza che è la magistratura italiana che è un cancro da estirpare. Si preoccupi piuttosto della mafia e della camorra, che sono arrivate fino al Nord”. Salvini si riferiva all’indagine sulla Rimborsopoli ligure che vedeva l’allora l’assessore del Carroccio, poi sottosegretario ai Trasporti, tra i rinviati a giudizio (in seguito è stato condannato e ha dovuto lasciare il governo).

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