Quando la Lega insultava chi cantava l’Inno di Mameli

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-08-24

Repubblica pubblica oggi nella rubrica delle lettere il racconto del veronese Riccardo Olivieri, che qualche anno fa si presentò a una manifestazione della Lega con un piccolo tricolore e cantando l’inno di Mameli: si prese un sacco di insulti dalla piazza che ancora non aveva fatto la svolta nazionalista del Carroccio: Qualche anno fa compii …

article-post

Repubblica pubblica oggi nella rubrica delle lettere il racconto del veronese Riccardo Olivieri, che qualche anno fa si presentò a una manifestazione della Lega con un piccolo tricolore e cantando l’inno di Mameli: si prese un sacco di insulti dalla piazza che ancora non aveva fatto la svolta nazionalista del Carroccio:

Qualche anno fa compii un gesto che mi fece guadagnare l’attenzione di diversi quotidiani e televisioni nazionali: andai a una manifestazione della Lega Nord organizzata in una piazza di Verona con un piccolo Tricolore cantando l’inno di Mameli. Fu un atto non premeditato, spinto dall’incoscenza dei miei allora diciassette anni e pensato per dimostrare che la mia città e la mia regione non erano a esclusivo appannaggio del Carroccio, forza politica all’epoca dichiaratamente anti-italiana e favorevole alla secessione del Nord dal resto dell’Italia.

Correva l’anno 2014 e un quarantunenne Matteo Salvini era stato eletto segretario federale da sei mesi appena. La linea antimeridionalosta del partito era ancora molto forte e personaggi alla Borghezio troneggiavano in rappresentanza del partito nei salotti televisivi e sulle colonne dei giornali. Era ancora il tempo dei cori che incitavano il Vesuvio a lavare i campani col fuoco e di “senti che puzza, scappano anche i cani, stanno arrivando i napoletani”. Qualche esponente leghista si spingeva addirittura a proporre la vendita di alcune regioni al di sotto del Po per sbarazzarsi della “palla al piede” che appesantiva la parte settentrionale del Paese. E ancora: era l’epoca del parlamento padano, dei riti celtici e delle ampolle magiche.

salvini prima il nord

Probabilmente se raccontassi queste cose a un giovane diciassettenne del sud di oggi, che segue Salvini sui social e che lo vede come il risolutore di tutti i problemi dell’Italia, non ci crederebbe e dovrei munirmi di pazienza oltre che di diversi video e interviste per convincerlo che fino a qualche tempo fa anche lui era oggetto (come oggi lo sono gli immigrati) e non destinatario della propaganda leghista. Lo ammetto: spesso quando visito la pagina Facebook di Salvini e leggo i suoi post strabordanti di retorica nazionalista, pieni di richiami all’orgoglio italiano ritrovato e farciti di immagini del Tricolore, pensando all’episodio suddetto e agli insulti che mi presi in quella piazza, mi metto a ridere.

Leggi anche: Zingaretti e Di Maio, la cena delle beffe

Potrebbe interessarti anche