#PrimaiSardi, il razzismo della Lega contro i candidati “stranieri” di PD e LEU

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-02-12

Nonostante anni e anni di insulti contro gli italiani al di sotto del Po si scopre che è proprio tra di loro che fa maggior presa il verbo leghista. Un ex consigliere siciliano della Lega (e presidente del Circolo della Lega di Giarre) va all’attacco degli stranieri candidati nelle liste a sostegno di Zedda. Una forma di razzismo che rende evidente a cosa sia servita la candidatura di Tony Iwobi nella Lega

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«Il candidato di sinistra Zedda preferisce che nelle sue liste scendano in campo gli stranieri piuttosto che i sardi. Bella roba! Speriamo che sappiano, almeno, parlare correttamente l’italiano». Così qualche giorno fa su Facebook Giovanni Barbagallo –  Leghista, Presidente del Circolo di Giarre Lega, Coordinatore del Dipartimento Stampa, Web, Social della provincia di Catania e già consigliere comunale a Giarre – commentava la candidatura di Aftab AyubSouleymane Diallo Ndoye per le elezioni regionali in Sardegna.

L’inguaribile razzismo della Lega 

Il primo è un cittadino di origine pakistana di Cagliari candidato con il Partito Democratico in Sardegna. Il secondo è di origine senegalese ed è candidato con Liberi e Uguali. Entrambi sono cittadini italiani, altrimenti non sarebbero candidabili ed eleggibili visto che Pakistan e Senegal sono al di fuori dell’Unione Europea. Tutti e due sono schierati a sostegno del candidato di Centrosinistra Massimo Zedda.

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La cosa però non è piaciuta ai leghisti come Barbagallo, gente che fino a pochi anni fa Salvini e compagni di partito definivano terroni, mafiosi, ladroni e tante altre belle cose. Ma oggi che la Lega è un partito nazionale e che quella nazione non è più la Padania i nemici sono altri. Ecco quindi che parte il memino che accusa la sinistra di “preferire gli stranieri” seguito dall’hashtag d’ordinanza #PrimaiSardi.

Leggi sull’argomento: La vera storia della pagina Noi che vogliamo un’Italia a 5 Stelle

I leghisti da cortile e gli ex-terroni

La cosa è piaciuta così tanto che anche la pagina Facebook Amici Lega Salento ha deciso di condividere il messaggio. Che sia un modo per gli ex-terroni per distinguersi agli occhi dei leghisti del Nord? Del resto si sa che i convertiti spesso sono i più intransigenti. Ora che il verbo leghista è giunto anche al Sud Italia sono gli “stranieri” i nemici da combattere. Sia quelli che scendono dai barconi che quelli che si candidano alle elezioni, e che quindi tanto stranieri poi non sono visto che hanno la cittadinanza.

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La situazione è resa ancora più ridicola dal fatto che la Lega si vanta di essere un partito non razzista. Al punto di aver candidato – e fatto eleggere – un senatore come Tony Iwobi, anche lui di origine straniera (nigeriana per la precisione). Tra le fila dei partiti satellite della galassia salviniana ha orbitato anche Paolo Diop, il negro fascista (come ama definirsi) di origine senegalese proprio come Souleymane Diallo Ndoye. Uno dei due è straniero, l’altro invece è un italiano. Chissà come mai? Perché non sta con la sinistra? Forse i neoleghisti (terroni e negri) fanno parte di quella categoria che Malcom X durante un suo celebre discorso alla Michigan State University nel 1963 definì “house negro” ovvero “negro da cortile”:

So you have two types of Negro. The old type and the new type. Most of you know the old type. When you read about him in history during slavery he was called “Uncle Tom.” He was the house Negro. And during slavery you had two Negroes. You had the house Negro and the field Negro.

The house Negro usually lived close to his master. He dressed like his master. He wore his master’s second-hand clothes. He ate food that his master left on the table. And he lived in his master’s house–probably in the basement or the attic–but he still lived in the master’s house. So whenever that house Negro identified himself, he always identified himself in the same sense that his master identified himself.

Ma non importa quanti sforzi faranno, agli occhi dei leghisti negri e terroni rimarranno sempre tali. E mentre loro votano allegramente per la Lega e per Noi con Salvini al Nord i veneti e i lombardi fanno la secessione dei ricchi, chiamandola Autonomia, e si portano via le risorse per il Sud al quale lasciano le briciole del Reddito di Cittadinanza, un contentino per continuare a poterli definire parassiti, scansafatiche, mantenuti e parlare di assistenzialismo.

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Nei commenti ai post è un fiorire di insulti e di minacce ma anche di oscuri presagi, come quello di chi scrive «Io vi ricordo una sola cosa se questi arrivano al potere x noi italiani e la fine , basta uno di loro e vedrai che Roma diventerà capitale di un altra cultura». E Tony Iwobi? Tranquilli, il bravo leghista da cortile ha pensato anche a questo e spiega: «Assurdo anche il paragone che hanno fatto oggi con il senatore di colore leghista! Lui, tra l’altro candidato delle Lega, evidentemente, fa e farà gli interessi degli italiani, questi due, non sia mai, venissero eletti, farebbero gli interessi dei clandestini!!!».

sardegna lega primaisardi zedda aftab barbagallo - 4E ancora: «uno straniero nella Lega che dice sempre prima gli italiani ha uno spirito ben diverso di quelli candidati con i traditori degli italiani quindi il loro pensiero sarà quello di schiacciare i valori e la religione degli italiani per portare avanti la sharia! Così si comincia! Mandateli in Africa nei loro paesi dove non c’è rispetto per nulla che assomigli alla nostra identità». Chissà cosa direbbe Malcom X di fronte al curioso fenomeno antropologico dei leghisti terroni.

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