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Lo spettacolo dei patridioti alle prese con l’arrivo di Paolo Diop in Fratelli d’Italia

Giovanni Drogo 22/11/2018

Fascista, leghista, amante delle ruspe ha deciso di scaricare sia Salvini che Alemanno per approdare a Fratelli d’Italia dove sarà responsabile immigrazione al grido di prima gli italiani e aiutiamoli a casa loro

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Ieri è nata la nuova cosina nera della politica italiana. Per chi pensa infatti che solo a sinistra ci siano troppi micropartitini anche a destra non stanno messi meglio. E così La Destra di Francesco Storace ha deciso di unirsi a Fratelli d’Italia in un “patto federativo”. È il primo mattoncino nella creazione di una destra unitaria e di un grande movimento sovranista e conservatore. Della partita ha deciso di far parte anche Paolo Diop che è stato presentato con tutti gli onori da Giorgia Meloni su Facebook.

Salvini è troppo comunista, Diop va da Fratelli d’Italia

La leader di Fratelli d’Italia ha infatti deciso di dare il benvenuto a Diop ma curiosamente non ha fatto altrettanto con Storace. Per lui nessuna foto pubblicata abbracciato alla mitica Meloni-Chan. Diop, personaggio noto alle cronache ma dal passato politico sostanzialmente inconsistente ha così deciso di abbandonare la Lega a cui si è avvicinato in più occasioni, prima con Casa Pound e Sovranità (con cui si era candidato alle amministrative a Macerata) poi con il Movimento Nazionale per la Sovranità fondato da Gianni Alemanno di cui era il responsabile nazionale immigrazione e che alle elezioni politiche aveva appoggiato proprio Salvini (ma non lo aveva candidato).

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Paolo Diop con la ruspa a Pontida nel 2015

Nel 2015 intervistato a Pontida dal Corriere della Sera con una ruspa giocattolo in mano Diop si definiva leghista da molto tempo e diceva che sui Rom «va ruspato tutto». Ora le cose sono cambiate e forse per Diop, che fino a poco tempo fa si definiva un «negro, fascista affascinato da Salvini», il ministro dell’Interno persegue politiche troppo di sinistra e non abbastanza sovraniste. Oppure il suo posto nella Lega è già occupato da senatore Toni Iwobi.

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Nei commenti al post della Meloni simpatizzanti ed elettori di Fratelli d’Italia fanno a gara a chi dice per primo (o usando più parole) cose come «avete visto che a destra non siamo razzisti» oppure «ora che abbiamo un nero la Boldrini ci dirà ancora che siamo razzisti?». Caso strano, perché così non fanno altro che alimentare il dubbio che tutta l’operazione serva unicamente a darsi una ripulita. Ma in fondo Diop è uno che dice che il razzismo non esiste. Non che non esiste in Italia, che proprio “di base” non esiste.

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Caso strano, che lascerà perplessi tutti quelli che ora si spellano le mani per la grande, giusta, innovativa decisione della Meloni, Paolo Diop dice di essere fascista (non neofascista). Non è chiaro se sappia o meno che il Fascismo fu un regime razzista (questo già da molto prima delle Leggi Razziali e del Manifesto della Razza del 1938) e che quindi non si può essere fascisti senza essere razzisti.

Come hanno preso i sovranisti l’arrivo di Diop

Il caso vuole che poco più di un mese fa Giorgia Meloni abbia postato una foto di Emmanuel Macron con due ragazzi di colore (in cui uno fa un gestaccio). Nei commenti al post i sovranisti duri e puri si sono scatenati a chi era più omofobo e suggeriva in modo più colorito come in realtà il Presidente francese sia un finocchio al quale piace il nero membro. Nessuno però – a parte qualche provocatore dei centri sociali – si è azzardato a fare le stesse battutine per la foto con Diop. Forse perché tutti sanno che Giorgia difende la famiglia naturale.

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In compenso però molti hanno storto il naso di fronte alla decisione di imbarcare il negro fascista – sposato con un’italiana con rito ortodosso officiato da Alessandro Meluzzi e con Gianni Alemanno come testimone (Fusaro dovrà impegnarsi per fare di meglio) – nella compagine turbosovranista. C’è infatti un problema: Diop non è italiano. O meglio: è italiano ma è nero quindi non è davvero italiano. Il rischio – spiegano – è di diventare come la Francia. Vi sembra assurdo? Pensate che queste sono le stesse argomentazioni di chi diceva che era sbagliato approvare lo Ius Soli (tra cui Lega, CasaPound, Forza Nuova, Fratelli d’Italia e lo Stesso Diop).

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Diop in Fratelli d’Italia? Secondo altri ci ci può anche stare, a patto che non gli vengano affidate cariche politiche e pubbliche perché dovrebbero essere riservate a chi è italiano dalla nascita. E Diop essendo nato in Senegal (è arrivato in Italia quando aveva due mesi) non può nemmeno rivendicare un diritto di nascita. Certo poi se vuole fare un po’ di attivismo ben venga, ma sarebbe sbagliato se dovesse candidarsi.

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Altrove i commenti sono ancora più deliranti. C’è chi spiega che tanto i negri continuano a votare a sinistra e che quindi non porta alcun vantaggio avere uno come Diop nel partito. Altri invece fanno notare che nei loro paesi (dei negri) non si è mai visto che un bianco si sia mai candidato nei loro partiti. Non è che per caso va di moda «mettere uno di questi»? Lo sanno tutti che non saranno mai veri italiani. MAI!!!!!!!

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La cosa sorprendente è che Paolo Diop ad eccezione di Forza Nuova è transitato in tutte le formazioni politiche di destra. Difficile mettere in dubbio che sia davvero fascista come dice di essere. Eppure nonostante la sua “storia” politica per lui non c’è un minimo di comprensione, in fondo è e rimarrà sempre un negro. E questo i camerati e i patridioti non riusciranno mai a perdonarglielo.

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Magra consolazione: Diop sarà il responsabile immigrazione di un partito che di immigrazione non ne vuole sentire parlare. Anche perché lui è arrivato in Italia quando ancora non c’erano il decreto flussi e la Bossi-Fini ma bastava un semplice visto. Ah, e non si chiama nemmeno Paolo visto che il suo nome è Talla.

Foto copertina via Facebook.com

 

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