Più lavoro ma meno reddito per gli italiani

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-08-02

La crescita è zero e un lavoro, di minore qualità, è spesso molto usato perché malpagato. Che le imprese stiano tagliando sugli investimenti, data l’incertezza generale nel Paese, si inizia proprio a sentire

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Federico Fubini sul Corriere della Sera oggi illustra un effetto curioso verificatosi nell’Italia dove la crescita è come il mandato: zero e in cui l’effetto dell’occupazione in crescita è un’illusione ottica:

C’è però un’altra certezza, dai dati Istat: fra aprile e giugno, proprio quando l’Italia ha segnato il record di posti di lavoro, il prodotto interno lordo (Pil) è stato di 182 milioni più basso che negli stessi tre mesi di un anno fa. Una decrescita anche se i lavoratori che dovrebbero produrre quel Pil aumentano. Per capire cosa si muove nel motore dell’economia italiana, l’unica soluzione è confrontare il Pil con il totale delle ore lavorate.

Anche queste ultime nei primi tre mesi del 2019 (i dati più recenti) sono cresciute rispetto a un anno prima, tre volte più in fretta del numero degli occupati: più persone oggi hanno un lavoro e lo svolgono in media per più ore di un anno fa. Eppure anche nei primi tre mesi del 2019 il prodotto lordo era caduto (di 240 milioni) rispetto ai primi tre mesi del 2018. Quest’anno chi lavora genera in media 36,7 euro di Pil lordi per ogni ora di impegno, negli stessi mesi del 2018 ne produceva 37,3 euro.

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PIL: la crescita tra 2017 e 2019 (La Repubblica, primo agosto 2019)

In altri termini nell’ultimo anno c’è stato un netto calo di produttività, meno 1,5%; con gli attuali livelli di occupazione e di ore lavorate, l’Italia oggi crescerebbe il doppio della Germania nel 2019 se solo tornasse ai livelli di produttività dell’anno scorso. Invece la crescita è zero e un lavoro, di minore qualità, è spesso molto usato perché malpagato. Che le imprese stiano tagliando sugli investimenti, data l’incertezza generale nel Paese, si inizia proprio a sentire.

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