Virginia Raggi e Pinuccia Montanari progettano impianti su Google Maps?

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-01-17

Secondo le accuse di avversari politici per i tre impianti che il Comune “sta costruendo” (cit. Luigi Di Maio) e il cui iter di progettazione dovrebbe partire a fine mese (cit. Montanari) l’unica cosa che il Comune ha fatto fino ad ora è stata inviare una mappa presa da Google Maps dove indica dove saranno costruiti. Vero o falso? Il punto in realtà è un altro…

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Due domande agitano in questi giorni i sonni dell’assessora all’Ambiente Pinuccia Montanari e della sindaca Virginia Raggi. Dove saranno realizzati i tre – diconsi tre – impianti di trattamento dei rifiuti che il Comune di Roma ha in fase di progettazione? Mistero. Ma soprattutto questi impianti sono davvero in fase di progettazione? In base ai giorni in cui si pone la domanda all’assessora Montanari ci si sentirà dare una risposta diversa. E ogni giorno l’assessore all’Ambiente della Regione Lazio ricorda che nessuna richiesta di permesso è ancora stata presentata da parte del Comune

Tutte le volte che l’assessora Montanari ha smentito sé stessa (e il M5S) sui nuovi impianti

Una settimana fa (10 gennaio) l’assessora infatti annunciava che entro fine gennaio il Comune avrebbe presentato «l’iter autorizzativo per i due impianti di compostaggio a Cesano e Casal Selce. Con una tempistica normale, per i lavori non dovrebbero volerci più di 36 mesi». Insomma all’epoca (una settimana fa) l’iter per la progettazione e l’autorizzazione di due impianti di compostaggio non era ancora iniziato. Qualche ora dopo però il candidato premier del M5S Luigi Di Maio si sbilanciò non poco dicendo che il Comune di Roma sta costruendo tre impianti.
impianti compostaggio cesano casal selce
Ieri l’assessora Montanari è tornata sulla questione “spiegando” che «già dallo scorso luglio, nel tavolo tecnico di coordinamento tra Regione Lazio e Roma Capitale, istituito presso il Ministero dell’Ambiente, Il Dipartimento Tutela Ambientale ha presentato i documenti necessari con le indicazioni delle tipologie d’impianto che Roma Capitale intende realizzare. In quella sede sono stati acquisiti agli atti sia la tipologia di impianti, 2 di compostaggio aerobico e 1 di selezione multimateriale, che le aree dove prevediamo di realizzarli, Casal Selce e Cesano-Osteria Nuova». Sembrerebbe proprio che l’assessora abbia smentito sé stessa affermando che l’iter è iniziato a luglio e che quindi si sarebbe già in una fase avanzata della progettazione e che l’inizio dei lavori è previsto entro il 2018.

Cosa ha capito Virginia Raggi di quello che ha detto il Ministro dell’Ambiente

Ieri il Ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti è intervenuto a proposito degli impianti di compostaggio di cui da giorni parla l’Amministrazione Comunale. Galletti ha detto che “I tre impianti di cui oggi il Comune di Roma parla sono assolutamente insufficienti ad affrontare credibilmente il problema”. Galletti non ha detto che il progetto è sbagliato, ha detto che l’idea realizzare due impianti di compostaggio e uno di selezione multimateriale non potrà risolvere il problema dei rifiuti romani che riguarda  la gestione del ciclo dei rifiuti. Come abbiamo scritto più volte il problema principale è l’indifferenziato. E come sa anche la sindaca l’indifferenziato non passa per gli impianti di compostaggio ma per i TMB.

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La destinazione dell’indifferenziato prodotto a Roma

La sindaca di Roma ha risposto dimostrando di non aver capito dove sta il problema. La Raggi infatti dice che “Il ministro Galletti contraddice quanto affermato dal suo stesso Ministero: dapprima il Ministero dell’Ambiente accusa Roma di non aver indicato i siti per la realizzazione di impianti; poi nel pomeriggio il Ministro ammette l’esistenza degli impianti ma li giudica insufficienti. Viene il sospetto che l’attacco sia di natura politica”. È chiaro a tutti che il Ministro ha detto “gli impianti di cui il Comune parla” e non “gli impianti di cui il Comune ha presentato i progettti”. Secondo la Raggi “delle due l’una o gli impianti non sono stati indicati o, se sono giudicati insufficienti, sono stati evidentemente indicati e comunicati al Ministero”. Ma non è così: il Ministero è a conoscenza del “progetto” perché l’assessore ne ha parlato diffusamente. Questo non significa che i progetti siano al ministero. Gli impianti di compostaggio sono giudicati insufficienti perché il problema è l’indifferenziato. Poi la sindaca se vuole può giocare sul fatto che non si possa parlare di impianti se non sono stati progettati o dire che sono insufficienti se non esistono. Ma sono giochi di parole che nascondono la realtà.

I siti per gli impianti di compostaggio individuati su una mappa di Google?

La vicenda si complica perché a smentire le affermazioni della Montanari è arrivato l’assessore regionale all’Ambiente Mauro Buschini che ha ribadito che in Regione non è giunta nessuna richiesta di autorizzazione. Ma allora di che parla l’assessora? Stando a Buschini  «l`assessore fa riferimento ad una riunione dove ha solamente annunciato la volontà di lavorare sui tre progetti che, per quanto ci è dato sapere, non sono stati ancora ultimati». Però la Montanari parla chiaramente di aver fornito indicazioni precise sui luoghi dove costruire i due impianti di compostaggio e quello di selezione multimateriale. Soprassediamo per un istante sul fatto che a Cesano e a Casal Selce i cittadini non sembrano particolarmente entusiasti dell’idea e che uno due terreni individuati è di proprietà della Regione e sottoposto a vincolo.
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Stando a quanto scrive su Facebook la consigliera capitolina Valeria Baglio (PD) «le indicazioni sugli impianti che l’assessora Montanari sostiene di aver comunicato al Ministero e alla Regione da mesi non sono altro che semplici mappe di GOOGLE, per i luoghi dove intenderebbero localizzare due impianti, uno per il compost e uno per trattare la plastica». La presentazione di una proposta relativa alla realizzazione di impianti di questo genere prevede però un iter leggermente diverso: ad esempio va aperta un’istruttoria dove vengono indicati la proprietà, gli eventuali vincoli, le distanze di sicurezza e la destinazione d’uso del sito. È chiaro che indicare un punto su Google Maps non possa essere considerato l’inizio né la conclusione di una fase progettuale.
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Nel frattempo l’assessore all’ambiente del III Municipio Domenico D’Orazio smentisce su Facebook la notizia riportata dal Messaggero di oggi secondo cui dopo le elezioni il Comune avrebbe intenzione di aprire due discariche per far fronte all’emergenza. Scrive il Messaggero che la Città Metropolitana (il cui sindaco è Virginia Raggi) ha presentato una lista di siti «che comprende aree dell’hinterland e del litorale – da Bracciano a Cerveteri, da Civitavecchia a Ladispoli – ma anche nel territorio della Capitale: una a Roma nord, nei pressi di Settebagni, una a sud, lungo l’Ardeatina, tutte localizzate in zone con vecchie cave estrattive». Qualcuno ricorderà quando il M5S bollava come fake news la notizia dell’arrivo del tritovagliatore ad Ostia. Anche all’epoca, come oggi, si era in campagna elettorale e la Presidente Di Pillo dichiarò che il TMB non sarebbe mai arrivato nel X Municipio. Puntualmente dopo le elezioni il tritovagliatore è stato messo in funzione.
 

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