I figli bastardi di Voltaire sono morti, ma chi li sostituirà?

di Adso da Melk

Pubblicato il 2018-10-29

L’ Occidente (ma ancora per quanto comprenderà l’Italia?..) vive in un gigantesco equivoco: da secoli ha affidato la sua idea di progresso e di libertà alla dea Ragione, confidando che la sua applicazione alla gestione del potere avrebbe portato al migliore dei mondi possibili. E oggi guardiamoci intorno: dove ci ha portato l’amante prediletta di …

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L’ Occidente (ma ancora per quanto comprenderà l’Italia?..) vive in un gigantesco equivoco: da secoli ha affidato la sua idea di progresso e di libertà alla dea Ragione, confidando che la sua applicazione alla gestione del potere avrebbe portato al migliore dei mondi possibili. E oggi guardiamoci intorno: dove ci ha portato l’amante prediletta di Voltaire? La fiducia è stata tradita. Nel mondo occidentale regna una altera democrazia che copre una gestione elitaria del potere, totalmente staccata dalla gente: un potere tecnocratico sganciato da ogni preoccupazione etica, le cui parole d’ ordine sono segretezza, efficienza, competitività, razionalità; un potere che persegue i suoi fini applicando un metodo astratto, perfettamente razionale e quindi totalmente inadeguato alla realtà sulla quale deve intervenire. Certo la pace ci è stata assicurata, ed insieme alla pace la libertà individuale e molto sviluppo economico e sociale; ma l’uomo per natura e maledizione dimentica i traguardi positivi raggiunti, specialmente quelli raggiunti con fatica sangue sudore e bestemmie dalle generazioni che lo hanno preceduto e che anche per lui hanno combattuto, ignare della futura desolazione ed ignoranza.

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Ma ai nuovi barbari, nipotini ignoranti dei giacobini rivoluzionari senza mutande ma con un briciolo di cervello, tutto questo fa ribrezzo: essi vogliono la rivoluzione, beninteso declinata, a seconda dei momenti, in un lombardo-veneto imbastardito ed in dialetti meridionali di difficile comprensione. Ma la rivoluzione è quanto invocano, chiedono, supplicano, minacciano. L’avranno? Le rivoluzioni scoppiano quando una molteplicità di risentimenti, meglio se di natura diversa se non conflittuale, si fondono per attaccare il potere costituito quando il suo declino è ineludibile. Quanto più ampia è la raffazzonata coalizione rivoluzionaria, tanto maggiore è la sua capacità di distruggere la configurazione del potere esistente, i suoi simboli, i suoi progetti: dall’euro alla TAV, dal mercato unico dei capitali alla TAP, dalla indipendenza della Consob al rispetto degli accordi sottoscritti. Ma quanto più drastico è il mutamento atteso (temiamo che possa infine essere realizzato), tanto più consistente è la dose di violenza necessaria per ricostruire l’autorità, senza la quale la società è destinata a disintegrarsi. I regni del terrore non sono un accidente: sono connaturati al contesto della rivoluzione.

 

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La violenza che i nuovi barbari eserciteranno sui cittadini, da domani mesti sudditi?.., sarà epocale: metteranno le mani nelle nostre tasche chiedendoci oro per la patria attraverso la sottoscrizione “volontaria” di debito pubblico che verrà utilizzato per pagare prebende a nullafacenti dotati di smartphone di ultima generazione ciondolanti e strascicanti le stanche inutili membra dai centri commerciali alle palestre dotate di ampi comfort; invoglieranno dipendenti, principalmente statali, a prendere la pensione “quota 100” senza spiegar loro che l’assegno erogato dovrà essere falcidiato perché “non ci sono pasti gratis” ed ogni pensionato dovrà pagare il suo, di pasto, e pure quello dei 2 giovani sui 3 che non troveranno lavoro dopo il suo andare in pensione; metteranno un cartello “lavori sospesi sino all’eternità” ai mille cantieri delle opere essenziali per il paese, così distruggendo migliaia di posti di lavoro onesto soppiantato da effimeri deprimenti redditi di cittadinanza, illudendo ed illudendosi che “’panem et circences” sia il credo universale per la felicità. Proviamo ribrezzo. Ma sappiamo che per sopravvivere alle rivoluzioni le alternative sono poche, dolorose ed una sola (emigrare in cerca di un lavoro ed una occupazione dignitosa e con la schiena dritta) ci è permessa. Il ribrezzo è ancor più forte pensando a quanti, per un piatto di secche lenticchie solamente adatte ad ottuagenari in cerca di tardive erezioni, salgono giulivi sul carro dei vincitori di oggi, ma condannati dalla dea che sola guida l’umana avventura, passata la schifosa febbre rivoluzionaria dei barbari.

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