Perché la strategia dei porti chiusi di Salvini è fallita

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-07-08

Magari da piccolo Salvini era un campione imbattibile a battaglia navale, ma qualcuno dovrebbe spiegargli che non è così che si governa il fenomeno dell’immigrazione. Anche perché fino ad oggi tutte le dichiarazioni e i decreti di Salvini non hanno prodotto alcun risultato. Lui dà la colpa ai suoi colleghi del governo, alla UE e ai poteri forti, ma non è che forse non è in grado di fare il lavoro per cui lo paghiamo?

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«In questa battaglia mi sento un po’ solo. Io posso indicare un porto sicuro e bloccare uno sbarco non autorizzato, ma le forze armate in mare non dipendono da me». Matteo Salvini si sente un po’ solo ma in realtà sta dicendo ai suoi elettori che se i migranti continuano a sbarcare non è colpa sua. Ma allora questo significa che Salvini non ha da solo il potere di “chiudere i porti” come ci racconta da un anno. Per il ministro dell’Interno i responsabili del suo fallimento sono i 5 Stelle, in particolare la ministro della Difesa Elisabetta Trenta, e il ministro dell’Economia Tria.

Quando Salvini ha “chiuso” Operazione Sophia

Da un lato c’è la propaganda, con le navi delle Ong cui viene negato l’approdo nei porti italiani. Dall’altro c’è la realtà quotidiana degli sbarchi fantasma. Salvini si prende il merito di aver fermato prima i quaranta a bordo della Sea Watch, poi quelli della Alex. Che sono sbarcati lo stesso “forzando” il blocco imposto dal Ministero dell’Interno. E se sono arrivati in Italia però non è colpa sua ma del ministero della Difesa. Eppure anche la Marina Militare è impegnata a far arrivare i migranti in Italia, tra gli applausi di Salvini. Il fallimento di Salvini però è conseguenza di un’altra decisione presa dal Capitano: l’uscita dell’Italia dalla missione Sophia di Frontex.

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Secondo Salvini la missione navale interforze EUNAVFORMed era la principale responsabile dell’arrivo dei migranti in Italia. Motivo per cui il vicepremier decise di far uscire il nostro Paese dalla missione. Decisione che comportò l’uscita anche degli altri stati partecipanti. Secondo Salvini il problema era che tutti gli immigrati soccorsi venivano fatti sbarcare in Italia (come previsto da tutte le missioni Frontex), frutto di un accordo sottoscritto da Renzi “non so in cambio di cosa” (è il solito complotto degli 80 euro). Ad oggi missione Sophia è ancora operativa, ma senza mezzi navali.

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Secondo la ministra della Difesa il risultato è quello che abbiamo sotto gli occhi oggi. Spiega la Trenta al Corriere della Sera che «quanto che sta accadendo in questi giorni si sarebbe potuto evitare. Lo avevo detto a Matteo Salvini: senza la missione Sophia torneranno le ong. Non ha voluto ascoltare e adesso si lamenta». Il che dà la misura della capacità del MoVimento 5 Stelle di tenere a bada il proprio ingombrante alleato.

Il ministro della Difesa: “il Viminale ha rifiutato il nostro sostegno”

Nell’intervista a Fiorenza Sarzanini Elisabetta Trenta rivela anche qualcos’altro. Ad esempio che la Difesa aveva offerto il suo supporto al Viminale per poter trasferire i 54 della Alex a Malta. Ma dal Ministero non è arrivata alcuna risposta e così i migranti sono rimasti prima in attesa delle motovedette mandate da La Valletta e poi Mediterranea ha deciso di entrare in porto. «Eravamo a disposizione  per il massimo sostegno – dice la Trenta nell’intervista – ci è stato detto che non serviva. Siamo rimasti a disposizione, pronti. Ma da quel momento non è più arrivata alcuna richiesta del Viminale». Salvini ha preferito invece fare una diretta per dire che era stato abbandonato. E si scopre che l’accordo con Malta per lo scambio di migranti era stato raggiungo grazie all’interessamento del premier Conte.

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E così per l’ennesima volta i migranti sono sbarcati. Come è successo per la Sea Watch, come è successo per nave Diciotti della Guardia Costiera, per nave Cigala Fugosi della Marina Militare o per il rimorchiatore Asso 25. L’unico porto chiuso è stato quello a nave Aquarius della Ong SOS Mediterranée che venne dirottata sulla Spagna. Non prima che le persone soccorse venissero trasbordate su due imbarcazioni della nostra Guardia Costiera che hanno fatto da “taxi del mare” (pagate coi soldi degli italiani).

Tutti i fallimenti di Salvini sull’immigrazione

Se guardiamo i numeri gli sbarchi sono senz’altro diminuiti. Merito anche degli scellerati accorti con la Libia di al-Sarraj stipulati dal precedente governo e dell’attività della guardia costiera libica, coordinata a Tripoli da Nave Caprera della Marina Militare. E qualcuno potrebbe anche chiedersi in che modo la Libia possa operare una zona SAR se non è in grado di farlo autonomamente ma ha bisogno dei mezzi italiani (le motovedette cedute dal nostro Paese) e del “sostegno tecnico” dei nostri militari. In proporzione alle partenze si muore di più. E questo è un bel fallimento per il ministro che ha “chiuso i porti” e dichiarato guerra alle Ong con l’obiettivo dichiarato di “salvare vite umane”.

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Salvini ha fallito perché non ha chiuso i porti, perché nonostante le dichiarazioni di politici e direttori di giornaloni non è stata trovata alcuna prova di connivenza tra Ong e scafisti, perché non ha ridotto il tasso di mortalità nel Mediterrano Centrale e perché al tempo stesso non ha rimandato indietro i migranti irregolari come promesso e perché due “decreti sicurezza” non sono riusciti a fare quello che Salvini aveva promesso.

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E non finisce qui: Salvini dice che è colpa dell’Unione Europea se i migranti sbarcano solo in Italia. Ma la UE non ha voce in capitolo sulle politiche migratorie né sulla gestione delle frontiere esterne dell’Unione. Si tratta di due “temi” che sono di esclusiva competenza dei singoli stati, quindi un accordo deve essere negoziato dal governo italiano con gli altri partner europei. Il nostro ministro dell’Interno nella sua infinita saggezza però ha pensato bene di disertare i vertici europei con i suoi colleghi ministri degli Interni. Isolando di fatto l’Italia. Ed era proprio quello che voleva, per poter dire ai suoi che “ci hanno abbandonati”. Ma oggi, non potendo più dare la colpa alla Commissione Europea Salvini se la prende con il suo stesso governo, colpevole di averlo lasciato solo di fronte ai suoi elettori. Perché Salvini è fatto così: quando vince è merito suo, quando le cose non vanno bene è colpa degli altri. Il MoVimento 5 Stelle però è corresponsabile di questa situazione. Toninelli in passato ha detto che condivideva la strategia di Salvini e che la chiusura dei porti era tutto merito suo. Oggi su La Verità il sottosegretario alla Funzione Pubblica Fantinati (M5S) ha detto che la linea di Salvini è la linea del governo. Forse è il caso che anche il M5S decida da che parte vuole stare prima di affondare con il Capitano.

E’ talmente fallita che qualche tempo dopo, in Senato: “I porti chiusi condannano a morte migliaia di persone”: il lapsus di Salvini in Senato

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