Perché il Paese non funziona?

di Vincenzo Vespri

Pubblicato il 2020-02-05

Son stato a Roma e ho parlato con amici che lavorano nell’industria. L’immagine del nostro Paese è condivisa a tutti: un paese fermo, senza un futuro e senza un segnale di cambiamento. Nessuno poi crede che la Politica farà qualcosa. Un Paese in un inarrestabile declino. Atmosfera di putrefazione, come quella descritta da Mann in …

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Son stato a Roma e ho parlato con amici che lavorano nell’industria. L’immagine del nostro Paese è condivisa a tutti: un paese fermo, senza un futuro e senza un segnale di cambiamento. Nessuno poi crede che la Politica farà qualcosa. Un Paese in un inarrestabile declino. Atmosfera di putrefazione, come quella descritta da Mann in Morte a Venezia. E il paradosso è che se il sistema Italia non funziona, gli italiani, come individui, funzionano eccome. I nostri giovani sono motivati ed agguerriti. Non sono più interessati ad avere un posto fisso, sognano di aprire una start up, sognano di essere imprenditori. Ma perché questa forza individuale non si trasforma in una forza collettiva? Non credo che le ragioni siano genetiche. Credo che la motivazione sia storica. In Italia non si è mai sviluppata una destra liberare e libertaria. Io penso che il buon funzionamento di uno stato dipenda dall’alternanza di una destra liberale ed individualista (che accumula ricchezza) e di una sinistra sociale e socialista che ridistribuisce alla popolazione le ricchezze accumulate.

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In Italia abbiamo avuto con il fascismo una destra sociale (Mussolini era socialista) e dopo il 68 abbiamo avuto una criminalizzazione della destra (qualunque persona non fosse di sinistra era automaticamente fascista: Montanelli era fascista, la Fallaci era fascista, Fanfani era fascista). Inoltre la presenza e l’invadenza nella politica della Chiesa ha ulteriormente rafforzato l’aspetto sociale della politica Italiana. Nel 92, con tangentopoli, quello che è rimasto della DC è finito per andare a sinistra con Martinazzoli. Il vuoto politico a destra è stato occupato dal Berluska, ma, dopo un primo tentativo abortito di riforme (pensioni e riforma dell’articolo 18), il Cavaliere ha pensato bene di tirare a campare non facendo alcuna riforma degna di quel nome. L’assurdo è che questa situazione ha creato uno stallo, sia a Destra che a Sinistra. A Sinistra abbiamo avuto leader che oggettivamente hanno perseguito politiche di destra (Craxi, D’Alema, Renzi) perché il Paese doveva iniziare ad accumulare ricchezze per poterle poi ridistribuire. A Destra i politici hanno avuto paura di essere denotati come fascisti e non hanno avuto il coraggio di seguire una politica liberale. Esempio eclatante il Governo Monti che ha fatto benissimo la prima fase (tassazione a tutto spiano) ma è stato incapace di far ripartire l’economia perché ha proseguito con politiche di redistribuzione di ricchezze che, de facto, non ci sono più. La situazione attuale potrebbe essere riassunta con il motto”Bambole non c’è una lira” e le politiche dovrebbero essere dirette a creare ricchezza e benessere piuttosto che a perseguire decrescite che non potranno mai essere felici.

Berluska ha avuto il merito di sdoganare la Destra, ma non ha fatto chiarezza nella Destra. A causa del sillogismo che tutti coloro che non sono a sinistra, sono fascisti, a Destra ci sono sia persone che si richiamano all’ideologia mussoliniana che liberali che condannano il fascismo esattamente come quelli di sinistra. A Sinistra abbiamo leader come Calenda che, ad occhio e croce, è molto più di destra che di sinistra. Questa situazione ha inoltre rallentato la destra a costruirsi una classe dirigente. Perché mai un intellettuale, un imprenditore si sarebbe dovuto schierare a destra quando schierarsi a sinistra non presentava alcuna contro-indicazione? Affollamento a sinistra e desolazione a destra. Non abbiamo speranze di cambiare? Secondo me non nel breve periodo. Lasciatemi però avere qualche barlume di speranza per il medio periodo. La destra si è molto rafforzata (soprattutto in termini di voti) e non è più scontato etichettare come fascista tutto ciò che non sia sinistra. Ma il processo di creare una classe dirigente, il processo di elaborare una politica liberale, il processo di isolare i fascisti non sono cose semplici e richiedono tempo

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