Pensioni, quanto costa l’uscita a 62 anni

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-01-21

Se riformare la Fornero (67 anni di età oppure 43 anni di contributi) anche per superare Quota 100 costa troppo, la risposta è nel sistema stesso: rivedere i calcoli, soppesare il carico fiscale, non penalizzare i sacrifici di una vita

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L’uscita a 62 anni dal lavoro proposta dai sindacati al governo arriverebbe a costare 20 miliardi. Spiega oggi Repubblica che la proposta dei sindacati – fuori a 62 anni con 20 di contributi e nessun ricalcolo con il meno favorevole metodo contributivo – porterebbe le lancette indietro a ben prima della legge Fornero del 2011.

Quando le donne uscivano a 60 anni e gli uomini a 65. La curva della spesa pensionistica si alzerebbe come un soufflè di un punto, un punto e mezzo di Pil, ragionano i tecnici del governo. Anche se i calcoli sono tutti da mettere a punto. La mina dei costi è però sul tavolo. E lì la troveranno i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil quando lunedì incontreranno il ministro Catalfo proprio per entrare nel merito della loro proposta. Sia chiaro: non sarà un confronto risolutivo. Si metteranno i primi paletti, si stilerà una road map della trattativa che si annuncia lunga. Ma i sindacati faranno valere le loro ragioni. A partire da alcuni ragionamenti di base.

pensioni uscita 62 anni
Cinque anni di risparmi per Quota 100 Repubblica, 21 gennaio 2020)

Imporre un’uscita flessibile – vai in pensione quando vuoi da 62 anni in su, ad esempio – solo con un ricalcolo contributivo, come propone pure il presidente dell’Inps Pasquale Tridico, taglierebbe l’assegno fino al 25-30%. Un operaio che ha iniziato a lavorare a 16 anni e ha molti anni di contributi versati fino al 1995 – dunque in pieno sistema retributivo, prima della riforma Dini – verrebbe fortemente penalizzato. Si fa poi notare che la spesa previdenziale italiana non è fuori controllo.

Anzi pesa meno in rapporto al Pil di quanto dicono le statistiche ufficiali: non il 16%, ma un punto o un punto e mezzo in meno. E questo perché nel calderone dei conti finisce anche spesa assistenziale del tutto slegata alla previdenza: assegni familiari, Tfr, indennità di malattia. Infine i pensionati pagano molte tasse – 58 miliardi di Irpef – senza ricevere gli 80 euro e potendo godere di detrazioni più basse di quelle godute dai lavoratori.

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