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Il patto offerto da Salvini a Di Maio per il governo Lega-M5S

Alessandro D'Amato 26/03/2018

Il leader della Lega Nord offre un impegno con priorità lavoro e immigrazione e precisa che l’indicazione del premier spetta a loro: in pole position c’è Giancarlo Giorgetti

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«Si parte dal programma del centrodestra, ma non potendo governare da soli, perché al momento non abbiamo numeri sufficienti, siamo disposti ad ampliare e a modificare il nostro programma, tutelandone la coerenza. Non sono uno che s’impunta. Non andrò a dire al Capo dello Stato: il programma dev’essere il mio, la lista dei ministri è quella che dico io e comando io»: Matteo Salvini in un’intervista rilasciata al Messaggero oggi spiega il patto che offre al MoVimento 5 Stelle per il governo di centrodestra che nelle intenzioni del leader della Lega sarà appoggiato dai grillini.

Il patto offerto da Salvini a Di Maio per il governo Lega-M5S

Un patto che sottintende subito un punto fondamentale: non sarà lui il presidente del Consiglio ma alla Lega spetta l’indicazione dell’uomo che andrà alla presidenza del Consiglio: la persona giusta potrebbe essere Giancarlo Giorgetti, il bocconiano già consigliere di Credieuronord che è stato presidente della commissione bilancio alla Camera e sottosegretario alle infrastrutture per nove giorni nel governo Berlusconi nel 2001. E il patto sarà fondato su un programma che prevede come due priorità il lavoro e la sicurezza. E con alcuni paletti: «Non ho approfondito bene la proposta sul reddito di cittadinanza. Ma io sono culturalmente ed economicamente contrario all’assistenzialismo. Noi stiamo lavorando a un incentivo di avviamento al lavoro. Si rivolge al ventenne che ha inviato invano 200 curriculum e al cinquantenne la cui azienda ha chiuso. Non servono regalie ma garanzie che permettono di rientrare nel mondo del lavoro. Più assistenza, ben finalizzata, occorre nel Mezzogiorno e non assistenzialismo. Va fatto di tutto,invece, per far ripartire l’impresa. Pagare chi resta a casa è un incentivo per lasciarcelo».

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Fonte: Il Sole 24 Ore del 06/03/2018

E ancora sul programma: «Molto preciso. Infrastrutture, meno tasse, giustizia più rapida. La riforma tributaria in questo contesto è fondamentale. E il rilancio forte dei porti. Quando al forum di Cernobbio ho parlato dell’importanza strategica da dare a Gioia Tauro, mi hanno preso per matto. Avevano torto loro e ragione io. Al rilancio degli scali marittimi commerciali, e anche turistici, è connessa la risistemazione delle rete ferroviaria e aeroportuale. Servono grandi opere. Nonsolo. A una zona fiscale agevolata al Sud dovrà pensare il nuovo governo. Tenere da noi, e non mandarli in Portogallo,dove la tassazione è minima, i pensionati benestanti italiani può produrre un indotto economico importante per il Mezzogiorno».

Giancarlo Giorgetti presidente nel patto Lega-M5S?

Salvini riesuma anche una delle proposte più vecchie della Lega Nord, ovvero quella di spostare i ministeri. Ma invece che al Nord, come volevano fare Bossi e Calderoli, dice che il ministero delle Infrastrutture starebbe bene al Sud invece che a Roma. Ma in un governo con il Carroccio ci sarebbe anche altro. C’è il nodo di Forza Italia, con cui Salvini non può rompere anche per non danneggiare le amministrazioni governate dal centrodestra e quello dell’ingombrante figura di Silvio Berlusconi. E c’è il nodo Movimento dove, nonostante le lodi di Di Maio e Grillo e dopo aver ‘digerito’ il voto alla Casellati, la prospettiva di un’alleanza in salsa leghista è difficile da mandare giù. Ne è convinto, ad esempio, Marco Travaglio, direttore del quotidiano a cui guardano di più gli elettori grillini. “Se facessero un governo insieme, i 5 stelle sarebbero linciati sulla pubblica piazza”, ha detto ieri.

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Anche gli iscritti al Movimento che commentano le parole di Di Maio sul blog sono divisi. “Benissimo usare la Lega, ma enorme attenzione…a non farsi usare da essa” mette in guardia Di Maio un iscritto. La senatrice Paola Nugnes lo sottolinea: per le presidenze si è votato “nel rispetto della volontà popolare” senza “alcun inciucio”, “bisogna rimarcare con forza che queste scelte non hanno nessuna implicazione per la formazione del futuro governo”. Eppure il futuro governo sta arrivando e s’avanza a grandi passi. Per qualcuno il giorno in cui Di Maio e Salvini sigleranno il patto ci sarà un brutto risveglio.

Leggi sull’argomento: La strada stretta del governo Lega-M5S

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