La fine dell’inchiesta su Parnasi, Lanzalone e lo stadio della Roma 

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-10-30

La procura pronta a chiedere il processo per l’avvocato dei 5 Stelle e il costruttore con i suoi collaboratori. Chiuse le indagini anche su Palozzi, Civita e Prosperetti. Rimane aperta la tranche sui finanziamenti a PD e Lega e sul capogruppo grillino in Campidoglio. Chiesta l’archiviazione per Vaglio e Piva, candidati M5S alle politiche 2018.

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La Procura di Roma ha chiuso l’inchiesta sul nuovo stadio della Roma. Rischiano di finire sotto processo venti persone tra cui l’imprenditore Luca Parnasi, l’ex presidente di ACEA Luca Lanzalone, l’ex vicepresidente del Consiglio della Regione Lazio di Forza Italia Adriano Palozzi, l’ex assessore regionale del Pd Michele Civita e il soprintendente ai beni culturali di Roma, Francesco Prosperetti.

La fine dell’inchiesta su Parnasi, Lanzalone e lo stadio della Roma

I reati ipotizzati nel procedimento, a seconda delle posizioni, vanno associazione per delinquere, alla corruzione, al finanziamento illecito. Tra le ipotesi dei pm Paolo Ielo e Barbara Zuin anche una presunta corruzione nell’ambito della variante del progetto per lo stadio, che dovrebbe sorgere nella zona di Tor di Valle, che prevede il taglio del 50% delle cubature rispetto al progetto iniziale. Il rischio processo riguarda anche cinque stretti collaboratori del costruttore: Gianluca Talone, Simone Contasta, Giulio Mangosi, Nabor Zaffiri, Luca Caporilli. Luca Lanzalone, ex presidente di ACEA, l’uomo che a inizio 2017 faceva da referente di fatto del Campidoglio guidato da Virginia Raggi nella trattativa con la società Eurnova per la costruzione del nuovo impianto sportivo e che lo stesso Parnasi definiva Mr. Wolf, come il noto ‘risolvi-problemi’ interpretato da Harvey Keitel nel film Pulp Fiction.

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L’avviso di chiusura indagini è arrivato anche a Vanessa Aznar Ababire, amministratrice formale della Pixie Social Media srl, di cui Palozzi era amministratore di fatto, Daniele Leoni, funzionario del Dipartimento Urbanistica del Comune di Roma, Giampaolo Gola assessore allo sport del X Municipio guidato dal M5S, l’architetto Paolo Desideri, Fabio Serini, commissario straordinario dell’IPA nominato da Virginia Raggi, Luciano Costantini, dello studio Lanzalone, e poi a Stefano Sonzogni, Mariangela Masi e a Claudio Santini, ex capo di Gabinetto al Mibact.

La tranche sui finanziamenti al PD

Si stanno cercando riscontri a quanto detto dallo stesso Parnasi in almeno un interrogatorio nelle scorse settimane e in particolare su 150 mila euro dati dall’imprenditore alla Fondazione EYU, vicina al Pd, e 250 mila arrivati all’associazione Più Voci, riconducibile alla Lega. Oltre ai soldi, la Procura sta indagando anche su eventuali irregolarità nella gestione dei denari ricevuti da parte dei due partiti di riferimento. Resta ancora iscritto nello stesso fascicolo l’attuale (ha solo annunciato le dimissioni senza mai formalizzarle) capogruppo M5S in Campidoglio, Paolo Ferrara, al quale Parnasi avrebbe fornito un progetto per la riqualificazione del lungomare di Ostia. Invece, per il presidente del Coni, Giovanni Malagò, e gli avvocati Mauro Vaglio e Daniele Piva è già stata fatta richiesta di archiviazione: dell’archiviazione per Vaglio avevamo parlato il 21 settembre scorso.

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Nell’avviso di conclusione indagini si legge che Parnasi e i suoi collaboratori hanno messo in piedi “una associazione a delinquere allo scopo di commettere una serie indeterminata di delitti contro la Pubblica Amministrazione al fine di ottenere provvedimenti amministrativi favorevoli alla realizzazione del nuovo stadio della Roma e legati ad altri progetti imprenditoriali riconducibili all’operatività del sodalizio”.  Il gruppo criminale, secondo l’impianto accusatorio dei magistrati, avrebbe “avvicinato pubblici ufficiali” e “compiuto operazioni di intermediazione illecita” con la “promessa di dazione di denaro e di altre svariate utilità”.

Prosperetti e il vincolo su Tor di Valle

Al soprintendente ai Beni Culturali Francesco Prosperetti la procura contesta di avere, nell’ambito delle procedura amministrativa legata al nuovo stadio della Roma, “abusato della sua qualità e dei suoi poteri di pubblico ufficiale”. “Prosperetti chiamato ad intervenire nel procedimento avviato dal precedente soprintendente per l’apposizione del vincolo monumentale sull’ippodromo Tor Di Valle abusando della sua qualità e dei suoi poteri di pubblico ufficiale, previi accordi con Paolo Desideri – è detto nel provvedimento – induceva indebitamente Luca Parnasi ad attribuire al Desideri l’incarico professionale di ‘progettazione della ricollocazione e ricostruzione di una campata strutturale dell’ex Ippodromo Tor Di Valle’, per un corrispettivo complessivo di oltre 200.000 euro, parzialmente corrisposto al Desideri, quale adempimento necessario al fine di richiedere l’archiviazione della proposta di apposizione del vincolo”. La Procura nota altresì che il vincolo “avrebbe paralizzato o comunque rallentato il procedimento per l’approvazione del progetto immobiliare denominato Nuovo Stadio della Roma, presentato dalla Eurnova Srl” e che Desideri aveva “un rapporto di collaborazione professionale con la figlia (di Prosperetti, ndr) Beatrice”.

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La nuova planimetria dello Stadio della Roma a Tor di Valle (Repubblica Roma, 31 marzo 2017)

I pm della Procura di Roma contestano a Luca Lanzalone, di avere svolto attività illecita non solo nel suo ruolo di consulente di fatto nella trattativa per il nuovo impianto sportivo ma anche da presidente di Acea. L’avvocato genovese, che si trova ancora agli arresti domiciliari, rischia di finire sotto processo per i reati di corruzione e traffico di influenze illecite. Secondo i magistrati di piazzale Clodio, coordinati dal procuratore aggiunto Paolo Ielo, il costruttore “Parnasi – si legge nel capo di imputazione – prometteva ed effettivamente erogava in favore di Lanzalone, per lo svolgimento della sua funzione e per il compimento di singoli atti e comportamenti riconducibili ad essa ed in genere per l’asservimento della funzione esercitata agli interessi del Parnasi e del gruppo imprenditoriale a lui riconducibile in violazione dei doveri istituzionali di imparzialità e correttezza, molteplici utilità e tra queste l’affidamento (o la promessa di affidamento) di lucrosi incarichi in favore dello studio legale Lanzalone & Partners”.

La doppia corruzione di Lanzalone

In particolare la Procura sostiene che l’asservimento della funzione si traduceva nel rilascio “di informazioni sullo stato delle pratiche amministrative in corso, partecipando alla delibera di conferma della dichiarazione di pubblico interesse ed all’intero iter procedurale relativo al Nuovo Stadio della Roma, interessandosi per l’acquisizione di un immobile presso il Business Park dello stadio ove trasferire la sede Acea”.

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Per gli inquirenti, inoltre, “Lanzalone riceve importanti incarichi” in favore del suo studio legale da Fabio Serini per ottenere dall’avvocato genovese “utilità consistite nell’intervento presso al sindaca Raggi (estranea ai fatti ndr) per la sua nomina quale commissario straordinario dell’Ipa”, l’istituto di previdenza e assistenza dei dipendenti capitolini, e “per la proroga della stessa nomina alla scadenza annuale”.

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