Il giallo dei gatti spariti da Colle Oppio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-10-30

Al centro di “un traffico di carni per fini alimentari”, secondo il Messaggero. FdI promette una legge. Il coccodrillo bianco delle fogne di New York può accompagnare solo

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La storia sembra più una leggenda metropolitana e quindi non poteva non riscuotere un certo successo in città: da Colle Oppio, secondo non meglio precisate fonti, sarebbero spariti negli ultimi anni un centinaio di gatti. E ovviamente è partita subito la psicosi dei gatti che sono al centro di “un traffico di carni per fini alimentari”, come ipotizza Marco Pasqua nella Cronaca di Roma del Messaggero in attesa di un plot più credibile per il prossimo film di James Bond. E poi c’è la politica, sempre pronta ad avvicinarsi alle istanze che vengono dal cittadino: «Dalle segnalazioni ricevute, le colonie feline, soprattutto a Colle Oppio sono diminuite», dice Andrea de Priamo, capogruppo FdI in Comune. Per questo, il suo partito ha presentato al Senato un progetto di legge che introduce il divieto di consumo di carni di cani e gatto, con multe da 1000 a 5000 euro. «Allo stato attuale – viene fatto notare dal partito della Meloni – in Italia questo divieto non è previsto. Una lacuna evidente, a fronte dei fenomeni migratori che hanno portato alla presenza di comunità provenienti da Paesi in cui la carne di cani è una specialità gastronomica, con modalità di macellazione cruente». Certo, la carne di cane è una specialità gastronomica in estremo oriente, appunto, e non in Italia mentre non si capisce in tutto ciò cosa c’entri il gatto (ma il fenomeno migratorio da Vicenza potrebbe aver avuto un ruolo in tutto ciò? Il Messaggero indaga).

gatti colle oppio

Intanto, siccome le leggende metropolitane ritornano, c’è da registrare che il 5 ottobre 2016 era stato Fabrizio Roncone sul Corriere della Sera a riportare le inquietanti parole del cattivo di turno:

I gatti: dove sono finiti?
Neanche a insistere. Questo immigrato ha gli occhi da matto. Però poi negli occhi chiari del matto c’è un guizzo improvviso di lucidità: e allora finisce di stendere la sua coperta alle inferriate della Domus Aurea e tira su con il naso, si asciuga il moccio sulla manica della camicia e si volta piano.
«Mangiati. Gatti mangiati. Tutti».

L’ipotesi, scriveva Roncone all’epoca, è confermata da un giardiniere del servizio giardini. Per il coccodrillo bianco delle fogne di New York è solo questione di tempo.

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