Fact checking
Parlamentarie M5S: il partito del vaffa che ti esclude per turpiloquio
di Alessandro D'Amato
Pubblicato il 2018-01-18
I grillini rivelano che hanno escluso dalle Parlamentarie anche chi aveva preso a parolacce gli avversari politici. Fuori attivisti storici senza alcuna spiegazione. Come del resto accade da anni nelle cose che riguardano Beppe Grillo, gli Amici di Beppe Grillo prima e il MoVimento 5 Stelle poi: nessun dibattito interno, nessuna spiegazione, nessuna possibilità di replica, scelte dall’alto, decide Beppe
È il partito del vaffanculo ma il turpiloquio nei confronti degli avversari politici può essere “ostativo ai fini della candidatura”. Ieri il MoVimento 5 Stelle ha dichiarato concluse le Parlamentarie più pazze del mondo in un turbinio di annunci di ricorsi, candidature a propria insaputa e, soprattutto, lagne e lamentele da parte di iscritti che si erano proposti e sono stati esclusi senza sapere il perché. Tutto in pieno, totale e completo stile M5S, ma per molti la prima volta vissuta sulla propria pelle è stata sconvolgente.
Parlamentarie M5S: il partito del vaffa che ti esclude per turpiloquio
Eppure era tutto annunciato. La lista dei candidati a 5 Stelle per le elezioni politiche 2018 è provvisoria, per adesso la conoscono solo i vertici M5S, e dovrebbe essere annunciata domenica alla fine della kermesse di Pescara. Ma fino al 29, giorno della presentazione definitiva delle liste, rimarrà provvisoria perché Beppe Grillo e Luigi Di Maio si riservano il diritto di selezione all’ingresso, come nelle discoteche ma per un motivo più nobile: non vogliono piantagrane e seguaci delle scie chimiche e li escluderanno ancora ove possibile, pure se gli scampati alla prima scrematura fatta dai collaboratori parlamentari su indirizzo di Rousseau avranno passato le forche del voto “popolare”.
E ieri un post pubblicato sul blog di Beppe Grillo a proposito delle Parlamentarie ha rivelato i criteri che sono stati utilizzati per escludere i candidabili: «Per esempio anche il turpiloquio nei confronti degli avversari politici a mezzo social è stato considerato ostativo ai fini della candidatura. Inoltre era richiesto ai sensi dello Statuto e del Codice Etico di astenersi da comportamenti che possano pregiudicare l’immagine o l’azione politica del MoVimento 5 Stelle e attenersi a criteri di lealtà e correttezza nei confronti degli altri iscritti, di mantenere comportamenti eticamente ineccepibili, anche a prescindere dalla rilevanza penale degli stessi».
La lista c’è ma è provvisoria
E così sono rimasti fuori attivisti come la fiorentina Silvia Fossi o la romana Bianca Maria Zama, senza che nessuno abbia spiegato loro perché. Come del resto accade da anni nelle cose che riguardano Beppe Grillo, gli Amici di Beppe Grillo prima e il MoVimento 5 Stelle poi: nessun dibattito interno, nessuna spiegazione, nessuna possibilità di replica, scelte dall’alto, decide Beppe.
Ciò nonostante, il M5S può giustamente bearsi del fatto – incontrovertibile – di aver fatto scegliere le sue candidature ai suoi iscritti, visto che il Partito Democratico non ha organizzato le primarie per deciderle e negli altri partiti non c’è questa abitudine. Non esattamente il “conoscere per deliberare” di Einaudi, visto che gli iscritti hanno avuto poco tempo per leggere e valutare le schede di presentazione dei candidati nel loro territorio (e per verificarne la correttezza) su una piattaforma, la Rousseau, che per l’ennesima volta ha dimostrato i suoi limiti tecnici. Ma sempre meglio di niente.
L’audio dell’eletto sulla “malacumparsa”
Ieri poi è stato pubblicato da Marco Canestrari, esponente della Casaleggio & Dissociati, su Youtube un file audio di Whatsapp in cui un eletto del MoVimento 5 Stelle si lamenta per le Parlamentarie. A inviarlo sarebbero stati degli attivisti di Messina, si sente una persona che con accento catanese, e usando l’espressione “malacumparsa”, brutta figura, dice: «Sta succedendo un manicomio, il sistema è in tilt, chiedi di sospendere il voto anche a chi hai contattato per i clic».
L’audio è interessante soprattutto per la frase sui click e per quell’«Enrico» all’inizio che sembra il destinatario del messaggio. “È molto grave – si legge in una nota in risposta inviata dallo staff comunicazione del M5S – che la stampa pubblichi un audio anonimo, non attribuibile a nessuno, probabilmente messo in giro ad arte, senza fare alcuna verifica neanche nel merito della veridicità del contenuto. Si tratta di un atteggiamento irresponsabile e deontologicamente inaccettabile”. Non è la prima volta che il partito che elogia il whistleblowing diffida e critica la pubblicazione di audio “anonimi”. Il blog di Beppe Grillo nel febbraio 2015 pubblicava un dialogo tra due parlamentari, l’ex 5 Stelle Mara Mucci e Mariano Rabino di Scelta Civica, linkandolo dall’account M5S Camera Facebook (dove attualmente è ancora pubblicato). Se è sbagliato pubblicare audio con registrazioni di parlamentari che parlano, perché ciò non valeva per la Mucci?