Attualità
Marco Canestrari e la «verità» su Casaleggio
Alessandro D'Amato 22/04/2016
L’ex «braccio destro» di Grillo e Casaleggio racconta le origini del MoVimento 5 Stelle e spiega perché le premesse sarebbero state tradite. Davvero?
Marco Canestrari, ex Casaleggio Associati, è la persona che per tanti anni si è occupato del blog di Beppe Grillo per conto della società che oggi presiede la comunicazione del MoVimento 5 Stelle. Dopo la morte del fondatore Canestrari ha rilasciato oggi un’intervista a Jacopo Iacoboni sulla Stampa in cui racconta “i segreti di Casaleggio” e come “l’M5S ha tradito le sue origini”. Canestrari era l’inviato agli incontri nazionali dei meet up, la cinghia di trasmissione tra loro, le cellule originarie del Movimento, e Casaleggio; oggi invece vive a Londra e fa il programmatore informatico. L’intervista inizia con il racconto di un episodio che riguarda Luca Eleuteri e lui: «Al suo funerale mi sono avvicinato a Luca (Eleuteri, il socio di Casaleggio) per salutarlo, lui senza dire una parola mi ha puntato il dito in faccia per venti secondi e mi ha allontanato; forse contava su un presunto accordo di omertà che avrei violato dicendo pubblicamente la mia, ma non sono il tipo». Poi passa al punto della questione:
«Il Movimento nel 2013 è stato votato per nove milioni di motivi diversi, nessuno dei quali era ritrovarsi un gruppo parlamentare impegnato in una guerra per bande e a coprire le proprie bugie, a cominciare dagli stili di vita, tutt’altro che francescani. È nato denunciando i politici che usavano la querela per minacciare i giornalisti, e ora spaccia robaccia sui siti legati al blog, e alimenta cultura della minaccia e diffamazione seriale in rete. Sono diventati la voce del nuovo oscurantismo. Come gli antivaccinisti che attirano i clic sui siti. Al ministero della Salute ci mandiamo un antivaccinista? È un sistema che allontana le competenze e attira i ciarlatani».
E qui Canestrari fa riferimento ad episodi che sono in realtà già accaduti nel sistema-M5S, ma stranamente sembra non notare che questo tipo di metodo non è mica nato qualche mese o anno fa, ma è la cifra stilistica che ha strutturato la nascita del blog di Beppe Grillo. Per dire, e senza voler fare il solito esempio della Biowashball: Stefano Montanari, che oggi possiamo ammirare in trasmissioni come le Iene per par condicio, è lo stesso per il quale nel 2006 si raccoglievano fondi sul blog di Beppe per un microscopio. Senza contare i video in cui Grillo parla del signoraggio bancario prima di scoprire – con calma, eh? – che la versione propagandata dai complottisti fosse una bufala. Ancora: il 2 luglio 2006 Beppe Grillo postava sul suo blog la storia di un cellulare che cuoceva le uova per dimostrare quanto fosse dannoso utilizzarlo tenendolo vicino alla testa:
A partire dal giorno dopo moltissimi spiegarono a Grillo che quella era una bufala. Ciò nonostante quel post è ancora lì, senza alcuna modifica e senza alcuna ammissione di responsabilità sull’aver messo in giro una fregnaccia allarmistica di prima categoria. Dov’era Canestrari mentre succedeva tutto ciò? Davvero c’era un bel tempo andato quando le cose da Grillo si facevano sul serio? Canestrari poi parla del direttorio, utilizzato «per fini personali e per acquisire poteri». Ce l’ha chiaramente con Di Maio:
«L’ascesa di Di Maio, che Grillo aveva cercato di fermare dicendo “non ci faremo imporre il candidato premier dalle tv”, è speculare all’ascesa di Renzi e coltiva di per sé il germe del tradimento. Davvero qualcuno pensa che l’onorevole Di Maio smetterà di far politica a 37 anni, dopo due mandati? Hanno già creato un patto e una casta di intoccabili: tutto quello contro cui Roberto ci spingeva a lottare».
Infine Canestrari racconta il famoso episodio delle firme per i rimborsi referendari, che vide protagonista Serenetta Monti:
«Può non vederlo, sì. Non gli vengono dette cose molto importanti che succedono: per i referendum chiesti dal Vday 2 sarebbero potuti arrivare dei rimborsi referendari. Fui mandato dalla Casaleggio a chiedere una delega in bianco in favore di Beppe per la gestione di questi rimborsi. Il comitato referendario era composto da ragazzi del meet up di Roma. Chiesi a Davide di garantirmi che Beppe ne fosse al corrente. Non ricevetti risposta. Ci incontrammo all’hotel Ripetta, sottoposi il documento al comitato e ci fu uno scontro perché alcuni non volevano firmare. Fu chiamato Beppe, che arrivò e disse di non saperne nulla, e annullò tutto. Capisce? Grillo non sapeva ciò che stavano facendo»
L’episodio fu anche rievocato dalla stessa Monti in un’intervista a firma di Matteo Pucciarelli su Repubblica tre anni fa:
Allora in corso c’era l’organizzazione del secondo V-day in cui i “grillini” raccoglievano le firme per tre referendum: abolizione del finanziamento pubblico all’editoria, dell’Ordine dei giornalisti e del Testo Unico Gasparri.
Il documento incriminato che gli emissari di Gianroberto Casaleggio portarono a Roma prevedeva che «i sottoscritti promotori intendono con la presente attribuire formalmente e irrevocabilmente al sig. Giuseppe Grillo, in via esclusiva, ogni diritto al percepimento dei rimborsi (…) conseguenti al compimento delle attività referendarie». Insomma, i soldi sarebbero finiti in tasca al comico genovese.
Però nel documento si parla anche di spese. Cioè che pure la raccolta firme sarebbe stata sostenuta economicamente da Grillo. Non fu così? «Fu proprio quel passaggio che non ci piacque, il motivo per cui rifiutammo l’accordo. Perché le spese le stavamo sostenendo noi, autofinanziandoci. Per il primo V-day ricordo che spendemmo 14mila euro, coperti grazie a sottoscrizioni e gadget».
Ma chi vi portò questo foglio da firmare? «Marco Canestrari della Casaleggio. Che adesso non lavora più con loro. Ci fu una rivolta collettiva: nessuno aveva intenzione di trattenere un centesimo ma neanche di regalarli. Venivamo da una “scuola” di totale condivisione delle cose da fare. Grillo era lì con me, sembrò davvero non saperne nulla di nulla e ci disse di essere d’accordo con noi».
Insomma, a parte le questioni che riguardano il Direttorio non sembra proprio che il M5S abbia tradito le sue origini. Semmai le sta replicando in pieno come ai “bei” tempi. Compresi gli errori. Chissà quando la Casaleggio & Dissociati se ne renderà conto.