Il presunto piano di Paolo Savona per lo spread

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-05-25

«Portare lo spread italiano a quota 600 in modo che l’Europa capisca che si fa sul serio e si cambiano i vincoli»: cosa c’è di vero?

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Mentre lo spread sfonda quota 200 e l’Economist si preoccupa per i minibot, s’avanza un (presunto) piano di Paolo Savona per lo spread che ha caratteristiche tutto sommato molto “particolari”: ieri Repubblica ha scritto che l’economista e professore vicino a Salvini avrebbe incontrato Giulio Tremonti qualche giorno fa confidandogli il suo piano: «Portare lo spread italiano a quota 600 in modo che l’Europa capisca che si fa sul serio e si cambiano i vincoli». Oggi Paolo Savona ha scritto una lettera al Sole 24 Ore, ma per smentire (in realtà confermando) che le sue dimissioni da Euklid siano legate al suo approdo al ministero dell’Economia, mentre Andrea Bassi sul Messaggero riporta la stessa indiscrezione:

Secondo chi al Colle in questi anni ha seguito il ragionamento di Savona, il professore avrebbe in testa un piano preciso: far salire lo spread fino a 700 per costringere l’Europa a far uscire l’Italia dall’euro. La sola nomina di Savona, ragionano, potrebbe costare fino a 200 punti di spread

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Il Messaggero, 25 maggio 2018

La vicenda dell’indiscrezione riportata a partire dalla voce dal sen fuggita di Giulio Tremonti e che invece sul Messaggero viene attribuita addirittura a un ragionamento partito dal Quirinale sembra più una leggenda metropolitana, anche se avrebbe una sua logica all’interno di un ragionamento noeuro che ha molti fans (non solo sui social network): in questo modo sarebbe la UE a voler salutare l’Italia, non l’Italia a voler salutare la UE: strategicamente e politicamente la vicenda potrebbe essere “venduta” all’opinione pubblica in un modo differente rispetto a quello, più rischioso, di disegnare un’uscita unilaterale dall’euro.

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I rendimenti dei bond decennali (La Stampa, 25 marzo 2018)

Ma è anche un modo per fare i conti senza l’oste, visto che sottovaluta gli effetti – soprattutto nei confronti di un esecutivo con un piano del genere – di ciò che accadrebbe nel frattempo e di come la situazione potrebbe esplodere in mano proprio a chi ha elaborato il raffinato piano. In ogni caso Marzio Breda sul Corriere oggi sostiene che il professor Conte abbia rassicurato il presidente della Repubblica sulla questione: “Giusto, presidente, è anche mio interesse non mettere in squadra delle mine vaganti. Non ho intenzione di portare l’Italia fuori dall’euro…”. Il punto è che il fatto che ci sia bisogno di una rassicurazione è già di per sé preoccupante.

Leggi sull’argomento: Come Paolo Savona ha cambiato idea sull’euro

 

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